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Perché i cori contro l’Ira durante Scozia-Inghilterra non ci hanno sorpreso

Perché i cori contro l’Ira durante Scozia-Inghilterra non ci hanno sorpreso

Ieri non si è giocata una partita qualunque, di “amichevole” tra Scozia ed Inghilterra ci sarà sempre poco. A maggior ragione dopo il tentativo (fallito) di secessione scozzese dal Regno Unito, via referendum, il 18 settembre scorso. Il match è finito 3 a 1 per l’Inghilterra. Al di là dell’aspetto tecnico,il match è balzato agli onori delle cronache per i cori intonati dai tifosi inglesi contro l’Ira assistiti dalla band inglese di John Hemmingham. Questa gruppo è riconosciuto dalla Federazione di calcio inglese e proprio un funzionario ha chiesto ad Hemmingham d’interrompere l’accompagnamento musicale. Il leader si è scusato e ha parlato di un fraintendimento, in quanto erano convinti di suonare “Follow England Away” e di essersi accorto della cosa solo tramite Twitter.

In molti si chiederanno che cosa c’entri l’Ira con la Scozia. Il motivo è semplice, il match si è disputato nello stadio del Celtic, casa dei The Green Brigade, tifosi che da sempre sono vicini alle ragioni del popolo irlandese. Il gruppo è stato fondato nel 2006 e ha sempre causato diversi grattacapi alla dirigenza del Celtic che da qualche tempo sta provando ad allontanare i The Green Brigade dal loro settore, il 111, adducendo motivi di sicurezza.

In realtà nel recente passato ci sono stati episodi che la dirigenza del Celtic non ha gradito. Il 9 dicembre 2013, al Fir Park di Morthwell, i supporter si resero protagonisti di danneggiamenti ai sediolini e lancio di razzi in campo con multe fino a 10 mila sterline. Questo portò alla sospensione di un centinaio di tifosi scozzesi legati ai The Green Brigade che contestarono la decisione dichiarandosi innocenti.

Gli stessi supporter si erano resi protagonisti qualche settimana prima di una coreografia imponente che causò una dura reprimenda da parte della Uefa che vietava l’esposizione di simboli politici. Il 26 novembre 2013, in occasione della sfida di Champions contro il Milan esponendo una serie di striscioni che recitavano i versi di una canzone “Terrorist or Dreamer” di Brendan “Bik” McFarlane, attivista repubblicano irlandese: “The terrorist or the dreamer: the savage or the brave? It depends who’s vote you’re trying to catch, or who’s face you’re trying to save.” [Il terrorista o il sognatore, il selvaggio o il coraggioso, dipende che voto tu stai provando a prendere o la faccia di chi stai provando a salvare] incastonati tra le immagini di William Wallace e Bobby Sands. Due personaggi non proprio amati dall’Inghilterra.

Proprio in Inghilterra e in tutto il Commonwealth si celebra il Remembrance Day per commemorare la fine della prima guerra mondiale e delle altre guerre. Simbolo di questo giorno è il red poppies (papavero rosso) che alcuni di voi avranno visto impresso sulle maglie dei giocatori della Premier League la settimana scorsa. Quest’usanza trae le sue origini dai versi della poesia dell’ufficiale canadese John McCrae “Nei campi delle Fiandre” dove crescevano i papaveri rossi e persero la vita migliaia di soldati. Proprio contro quest’usanza The Green Brigade si schierò e in occasione della sfida con Aberdeen “Your deeds would shame all the devils in hell. Ireland Iraq Afghanistan. No bloostained poppy on our hoops.” [Le vostre azioni farebbero vergognare tutti i diavoli dell’inferno. Irlanda – Iraq – Afghanistan. Nessun papavero insanguinato sui nostri stemmi]

Questo era il contesto in cui si è svolta la partita di ieri. I cori erano solo l’anteprima di Eire – Inghilterra che si svolgerà il 7 Giugno 2015 a Dublino, vent’anni dopo i cruenti scontri di Lansdowne Road [http://en.wikipedia.org/wiki/Lansdowne_Road_football_riot] che causa dissennata gestione dell’ordine pubblico , portò al ferimento oltre venti persone. Il calcio non è solo un vecchio gioco.
Alfonso Noël Angrisani

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