Le pagelle di Sparta Praga-Napoli 0-0
RAFAEL 7 – Due parate decisive sul colpo di testa ravvicinato di Lafata (17’) e sul tiro di Matejovsky deviato da Britos (76’) sviando la palla con la punta delle dita sulla traversa. Poi un programmino di incertezze senza danni e la traversa di Husbauer.
Alle 18,30 ero al campo ad aspettare che mio figlio finisse l’ora di calcetto. I pochi papà presenti erano in fibrillazione: gli occhi si spostavano dal cellulare all’orologio all’ingresso del campo. Argomento del giorno: lo streaming e… Rafael Cabral. “Siamo senza portiere”, “Tenimm ‘o scartiell ‘rint ‘a port”, “Ne acchiappamm tre”. Per fortuna l’arrivo di mogli, babysitter e nonne mi libera dei commenti sfiduciati e iellanti. Inizia la grande fuga dei papà verso la televisione e i pub che trasmettono la partita. Nemmeno salutano chi è venuto a dare loro il cambio. Sembrano una mandria impazzita. Prego che Cabral li faccia piangere. E Cabral stavolta gli fa ‘o gioc. E con lui gliela fa pure la santa traversa praghese. Non incassiamo gol. Grazie.
MESTO 6,5 – Grande lavoro sulla fascia dove contiene il talentuoso Krejci e proiezioni offensive col lungo cross per Zapata e Ghoulam davanti alla porta ceka. A riposo Maggio.
Non avendo Mediaset, e avendo invece i bambini da portare a casa, da docciare e da nutrire, mi ripeto che in fondo è solo l’Europa League, che in fondo, forse, ci basta solo il pareggio e che in fondo, forse, riusciremo a qualificarci. Insomma, non è un dramma, per una volta, non vedere la partita, forse. Tranquillizzo anche i bambini, che quando passiamo davanti al pub sotto casa nostra che trasmette la partita vorrebbero fermarsi a guardarla. Il più grande, alla notizia che impiegheremo il tempo della partita a ripetere la lezione per il giorno dopo, vorrebbe scappare come i papà di cui sopra, ma lo afferro in tempo e lo porto a casa. Gli dico di non preoccuparsi: ce la possiamo fare. Mi segue verso casa, mestamente, ma mi segue.
ALBIOL 8 – Fantastico. Cancella Lafata ed è in tutte le azioni difensive del Napoli salvando anche sulla linea un colpo di testa ravvicinato di Krejci. In qualche apparizione nell’area dello Sparta, sui calci piazzati, un bel colpo di testa sventato da Lafata davanti alla porta e un assist di testa ad Hamsik che concludeva oltre la traversa.
Mentre facciamo la doccia iniziamo a ripetere i compiti assegnati a casa. A noi piace soffrire, perciò partiamo da quelli più difficili. Dev’essere una giornata positiva perché mio figlio ricorda a memoria i cambiamenti di stato della materia, i nomi e pure le cause. Mi stupisce sul “brinamento”, lo ripete benissimo. Alla fine mi scappa un “olè”, alla spagnola.
KOULIBALY 6,5 – Comincia timido e insicuro, subito con un errore in disimpegno liberando Dockal al tiro. Primo tempo incerto e impreciso nei lanci. Pasticcia in un intervento a due con Britos. Si riprende nel secondo tempo e nel gioco alto è imbattibile. Non sbaglia più. Contrasti e recuperi a ripetizione. Prende fiducia e va anche all’attacco in tandem con Hamsik e conclude fuori (79’).
Accantoniamo le scienze e passiamo alla storia dell’evoluzione della vita sulla terra. La parola “ominidi” non gli entra in mente però ha capito bene la questione dei mammiferi che crescono e si trasformano, e che soppiantano i dinosauri nel comandare sulla Terra. Mi viene inaspettatamente in mente Koulibaly.
BRITOS 6,5 – Al pari di Koulibaly gioca un primo tempo incerto e becca anche il “giallo” per un intervento su Dockal. Ma si riprende e finisce in crescendo. Di mestiere la spallata a Kaderabek che stava filando in gol. Secondo tempo ottimo.
La storia dell’evoluzione degli esseri viventi, però, è una lezione lunga. Per esempio, si deve iniziare da ciò che successe nelle calde acque dell’oceano 3 miliardi di anni fa, quando nacquero le prime piccolissime specie viventi. D’un tratto penso a Britos e lo metto in relazione con spugne, alghe e meduse. D’un tratto penso che l’evoluzione della vita sulla terra ha giocato tanti brutti scherzi: Britos, forse, è uno di questi.
GARGANO 7 – Dappertutto e contro tutti. Contrasta e imposta. Perde palloni e recupera. In pressing per l’intera partita. Non si risparmia mai. E’ su tutti i portatori di palla dello Sparta. Gli morde le caviglie, strappa palloni e corre in avanti per mettere in azione gli attaccanti. Conclude da fuori area, ma debolmente.
Le prime trasformazioni dei piccoli esseri viventi nati nelle calde acque dell’oceano diedero vita a creature con la corazza. Toh: il libro di scienze parla del trilobita Gargano.
DAVID LOPEZ 6,5 – Meno appariscente di Gargano, ma fa diga a centrocampo, sempre sulle linee di passaggio dei ceki. Impreciso nei disimpegni, ma non molla mai. Nell’area azzurra spazza con decisione.
Passiamo alle due pagine successive, sui dinosauri. Gli scienziati hanno trovato ossa, impronte, denti, escrementi, e hanno così potuto ricostruire la storia dei dinosauri pur non avendoli mai visti. Pure noi abbiamo trovato David Lopez un bel giorno di agosto, caldo e assolato. E nientedimeno che lo volevamo buttare come un escremento di dinosauro. Per fortuna abbiamo deciso di tenerlo e di provare a studiarlo.
CALLEJON 7,5 – Formidabile partita difensiva, tutta corse e pressing. Dopo una mezz’ora viene dirottato a sinistra dove Hamsik è in difficoltà sulle puntate offensive del terzino Kaderabek. Di grande sostegno alla difesa, finendo da terzino. Gran palla servita ad Hamsik che concludeva alto (85’).
Il dinosauro che più mi affascina è lo pterodattilo. Quando leggo che ha ali di pelle e si libra dalle montagne più alte lasciandosi trasportare dal vento mi vengono in mente Josè Maria e tutta la sua grazia. Come un pipistrello ma con l’eleganza di un ballerino. Si nutriva di pesci: la “terribile lucertola” con le ali.
JORGINHO 5 – Gioca col piedino corto, disimpegni senza incisività, pochi tocchi pregevoli. Comincia fronteggiando Marecek, che gioca davanti alla difesa, poi passa su Matejovsky, il centrocampista offensivo più pericoloso. Ma non incanta mai. Sbaglia misura nei lanci. Non un solo assist di rilievo. La partita è di lotta e non è il suo clima preferito. Esce al 76’.
A Jorginho penso quando leggo la storia dell’oviraptor. Rubava le uova nei nidi con le dita munite di artigli e ne rompeva il guscio duro con il forte becco variopinto. Longilineo e filiforme come Jorgi, che magari rompe poche uova nel nido, non si impegna tanto a combattere, ma scava sotto terra per procurarsi il cibo.
GHOULAM 6,5 – Entra al posto di Jorginho e il Napoli passa al 4-4-2. Buona presenza sulla fascia sinistra dove Hamsik era apparso fuori partita. Non gli riesce la deviazione in gol sotto rete sull’invitante cross di Mesto.
Un perfetto esempio di stegosauro: allontana i nemici con la coda piena di lame affilate. Sembra messo lì per caso, ma ha un suo grandissimo perché.
HAMSIK 6,5 – Sulla fascia sinistra non è di alcun aiuto. Subisce la posizione, non dà nessun contributo. Ma, nel finale, quando può giocare accentrato, con i ritocchi di Benitez sulla formazione, esplode spavaldo e trascina il Napoli. Va anche alla conclusione, ma con un colpo di testa poco oltre la traversa e il tiro alle stelle che doveva finire in porta. E’ l’assoluto protagonista dell’ultimo quarto d’ora del Napoli.
Ci viene il dubbio che la lezione di scienze sia per domani, e allora mentre ripetiamo la storia prendiamo un attimo il libro blu delle discipline per dare un occhio al termometro. Il mercurio, il cannello, l’espansione dell’alcool, l’involucro di vetro, la scala graduata, la temperatura del ghiaccio che fonde e quella dell’acqua che bolle, il bulbo, Celsius, i gradi centigradi. Penso alla febbre, alla temperatura che sale. E poi ad Hamsik. Che quando gli prenderà un delirio da stato febbrile e convulsioni da gioco sarà sempre troppo tardi.
HIGUAIN 5 – Non ha palloni giocabili, comincia battendosi in pressing sui difensori ceki, poi cala non trovando mai lo spunto per colpire. Esce a venti minuti dalla fine.
Già che ci siamo, ripetiamo un attimo la fusione, l’evaporazione, la solidificazione e la condensazione, sperando in una trasformazione di stato di Higuain. No, perché la difesa, sì, la difesa che si scioglie come neve al sole, però pure davanti un minimo di botta di movimento delle molecole di materia dovuta al calore ci starebbe pure bene…
ZAPATA 6 – Entra in partita al posto di Higuain (67’) e va via di forza a sinistra, ma il suo spunto, cross in area, non trova alcun azzurro (73’). Manca di un soffio la deviazione in gol sul traversone di Mesto (77’). Grande presenza fisica. Va in fuga e serve a Callejon nell’occasione conclusa alle stelle da Hamsik, una delle rare azioni da applausi del Napoli. Potrebbe segnare all’89’ sul cross di Hamsik, ma allunga di testa a lato la traiettoria della palla.
Torniamo sulla storia, dobbiamo ancora ripetere il tirannosauro. Mio figlio non ne ricorda bene le caratteristiche. Gli dico: “Pensa a Zapaton”. E lui per incanto si ricorda tutta la lezione, pure il fatto che il tirannosauro ha più di 80 denti e artigli affilati con cui acchiappa i nemici e li divora. E poi è il dinosauro più grande di tutti, basta questo a determinare l’assonanza.
BENITEZ 7 – Ecco il suo Napoli che non prende gol e fa una grande partita difensiva, il pareggio bastava per qualificarsi ai sedicesimi di Europa League. Primo traguardo raggiunto in anticipo. Due salvataggi di Rafael e una traversa aiutano a portare a casa lo 0-0. Rimescola la formazione pensando anche al campionato (lunedì sfida per il secondo posto sul campo della Sampdoria). Impiega Mesto e Britos sui lati della difesa, consegna il centrocampo di lotta a Gargano e David Lopez. Fa giocare Higuain dal primo minuto. Non ha soluzioni per la fascia sinistra e tenta ancora l’impiego di Hamsik come contro il Cagliari. È attento nel dirottare Callejon sulla fascia mancina dove Marek sta subendo troppo le proiezioni offensive del terzino Kaderabek. E da Callejon ottiene una grandissima partita di sacrificio per corsa, pressing e recuperi difensivi. Modifica la formazione nel finale (4-4-2) con Hamsik (in grande ripresa nella nuova posizione) e Zapata in attacco e, a centrocampo, una linea con Callejon, Gargano, David Lopez e Ghoulam che inserisce al 76’ per Jorginho.
La morale della lezione, sia sul campo che a casa mia con mio figlio è questa: massimo risultato con il minimo sforzo. Quando sei con l’acqua alla gola, in difficoltà, con molti infortuni, in un momento no, con tante pagine da studiare e tanti impegni da mantenere, fai un po’ di tutto, anche se lo fai male, ma fallo con furbizia. Cerca di non sbagliare cambi di materia e passaggi. Cerca di capire quando è il momento di diversificare la preparazione. Prova ad anticipare le mosse dell’avversario e della maestra accanto alla lavagna. Ascolta i compagni e i giocatori in campo, imparerai qualcosa dai primi mentre ripetono la lezione se interrogati e ti accorgerai di quando i secondi avranno bisogno di essere spostati da un altro lato. Ti troveranno sempre qualcosa che non va, insegnanti e compagni di squadra. Ma tu avrai dignitosamente portato a casa il risultato. Perciò fregatene, perché la prossima lezione è sulla combustione, quella che desidero da tanto a proposito di chi continua in giudizi irrazionali, psicopatici e in mala fede su questa squadra pure piena di imprecisioni e difetti ma che ancora lotta su tutti i fronti, tra prestazioni incerte e altre strabilianti. La combustione, sì, figlio mio, forza, che la studiamo domani. Una vampa, hai presente? No? Tranquillo, poi te la spiego, quando cresci…
Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia