Duvan Zapata cannoniere essenziale. Gioca 115 minuti, in pratica una partita e un tempo supplementare, entrando in campo sempre dalla panchina, e fa due gol, decisivo a Genova. Aveva già segnato al Palermo. Se il colombiano di Cali (1,86), possente macchina di muscoli ma un po’ “moviolone”, diventa la prima risorsa, vuol dire che il pirotecnico attacco azzurro, il terzo del campionato, ha smarrito i suoi frombolieri.
Prosegue l’appannamento di Callejon, che era esploso con una sequenza di sei gol, all’asciutto da tre turni. Appare appesantito Higuain, fermatosi dopo una raffica di sette gol consecutivi. Mertens, a zero gol, è appena rientrato dopo la botta alla testa. Insigne è fuori. Hamsik, sempre più evanescente, è fermo alle due reti sulla giostra dei gol al Verona (6-2).
Con tutte le frecce spuntate in attacco, le partite del Napoli si risolvono in sofferenza. Difesa e centrocampo vanno sotto pressione perché avanti i palloni sono persi. Viene a mancare anche la fiducia che, incassato un gol, ci penseranno “quelli davanti” a rimediare.
Il Napoli non vince da tre partite, Europa compresa. Tiene a fatica il terzo posto (Juve e Roma irraggiungibili) che si affolla di pretendenti: Genoa a pari punti, Samp a -1, Milan a -2, Lazio a -3. Il prossimo turno (Napoli-Empoli) potrebbe favorire la squadra di Benitez per lo scontro diretto Genoa-Milan.
Resta la migliore serie positiva del campionato, dieci partite però con cinque pareggi.
L’espulsione di Koulibaly, impegnato a Genova in una partita durissima, spesso contro il mediomassimo Okaka, è stata la conseguenza di una difesa che lo lascia spesso solo, da ultimo uomo. Il fallo su Eder del secondo “giallo” è stato in un intervento provvidenziale: il brasiliano stava filando in gol, contropiede solitario, col Napoli tutto avanti. Raddoppio doriano evitato. Così come l’aveva sventato il discusso Rafael annullando nell’angolino basso sinistro la punizione velenosa di Gabbiadini.
Non siamo una squadra fortissimi, direbbe Checco Zalone. Se le stelle dell’attacco sono spente, scaliamo a una normale squadra. Pure, il Napoli continua ad essere la squadra che tira di più: 13 a 5 le conclusioni a Marassi, tre nello specchio della porta, cinque le palle-gol mancate, Romero non ha dovuto fare miracoli. Comincia a perdere la pazienza Benitez perché per la prima volta si lamenta dell’arbitraggio (due rigori non accordati al Napoli da Rocchi).
Con Insigne fuori, Mertens al rientro e De Guzman col mal di collo, Benitez non aveva altre soluzioni per la fascia sinistra se non Britos terzino e Ghoulam esterno alto. Sulla fascia la Sampdoria ha scaraventato Okaka, Rizzo e talvolta Soriano mettendo in difficoltà la corsia mancina azzurra. Dire che Benitez abbia schierato alcuni giocatori fuori ruolo non è corretto. Non aveva altre soluzioni. E sa anche lui che erano fuori ruolo.
Fisicamente la squadra sta bene, si batte, corre, ha energia. Ma viene fuori solo nel finale. Perché non è altrettanto “intensa” dal primo minuto? Perché aspetta di dovere rimediare al risultato avverso per darci sotto? E’ la scarsa forma tecnica di alcuni protagonisti che l’appesantisce.
C’è la tentazione di suggerire a Benitez un 4-4-2 con due attaccanti (Higuain e Zapata) che, in possesso di palla, diventerebbe un 4-2-4 con gli esterni alti (Callejon e Mertens) escludendo Hamsik. Difficilmente il tecnico madrileno cambierà modulo, ma potrebbe farlo, e lo ha già fatto, in corso di partita. Ma se Higuain non è più capace di metterla dentro, il modulo di gioco conterà poco.
Mimmo Carratelli