La Premier League sta provando a cambiare pelle. I protagonisti di uno storico decennio, periodo in cui il calcio inglese è tornato in auge, si ritirano alla spicciolata o emigrano verso altri lidi per insegnare calcio.
Il 2013 è stato l’anno degli addii pesanti: Paul Scholes, il silent hero di Old Trafford; Sir Alex Ferguson, per l’IFFSH il migliore allenatore del secolo; l’ex golden boy del calcio inglese Michel Owen; Jamie Carragher, secondo per numero di presenze con la maglia del Liverpool. Nel 2014 è toccato a Ryan Giggs, dopo aver guidato lo United nelle ultime 4 giornate in veste di allenatore/giocatore, che ora assiste Van Gaal alla guida del Manchester; Thierry Henry, bomber dell’Arsenal, dopo l’esperienza nella MLS statunitense, il 1° dicembre ha annunciato il suo ritiro. E’ di stamattina invece l’ufficialità dell’addio a fine stagione tra Steven Gerrard e il Liverpool, per lui pare sia pronto un contratto con i Los Angeles Galaxy.
Un percorso simile a quello di Henry e di Gerrard sembrava dovesse essere intrapreso da Frank Lampard. Il 2 giugno il Chelsea informava in un lungo comunicato, dove ripercorreva i successi di una carriera straordinaria, che dopo 13 stagioni il centrocampista lasciava Stamford Bridge. Il giorno seguente Frank Lampard salutava così i tifosi del Chelsea: quando sono arrivato in questo fantastico club 13 anni fa, non avrei mai creduto che avrei avuto la fortuna di giocare così tante partite e condividere così tanti successi. Questo club è diventato parte della mia vita. Qualunque sia per me la prossima sfida, io sarò sempre in mezzo a voi, il Chelsea sarà la mia casa e sarà sempre nel mio cuore. Spero di rivedervi presto per dirvi addio correttamente.”
Era un addio già scritto, solamente posticipato. Fu Mourinho al suo ritorno al Chelsea nel giugno 2013 a volere il rinnovo, per un anno, di Lampard. L’apporto del centrocampista inglese non fu però così decisivo, a 35 anni non aveva più il dinamismo e la corsa che il gioco del tecnico portoghese richiede. A gennaio iniziò una prima scrematura nella rosa dei blues con la vendita di Mata, protagonista delle vittorie in Champions ed Europa League ma scarsamente dedito al sacrificio, al Manchester e il ritorno a Londra di Matic che era stato venduto al Benfica nell’affare David Luiz. Con l’acquisto estivo di Cesc Fabregas e un centrocampo affollato di giovani affamati come Willian, Oscar, Schurrle, per Frank non c’era più posto.
A 36 anni Lampard era libero di ricominciare una nuova vita. Il 24 luglio il New York FC, seconda squadra di New York nata da circa un anno e mezzo, annuncia sul proprio sito l’ingaggio del centrocampista inglese. Ci sono due dettagli rilevanti nella firma del contratto. Il primo è che la MLS, il campionato americano, inizierà a marzo 2015. Il secondo è che il proprietario del New York City è lo sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan, lo stesso del Manchester City.
Così qualche settimana dopo, com’era facilmente prevedibile, il Manchester City annuncia il prestito per 6 mesi di Frank Lampard. Stessa sorte per l’altro acquisto di peso del New York FC, l’attaccante spagnolo David Villa, che però giocherà in Australia per il Melbourne City FC, sempre di proprietà di Mansur.
Chiaramente la notizia allarmò i tifosi del Chelsea, delusi dalla scelta di Lampard di giocare per un’altra squadra inglese, sopratutto rinforzando una diretta concorrente al titolo. I giornali inglesi subito stuzzicarono sul tema Mourinho che non si scompose: “Frank è la storia del club, storia che nessuno può dimenticare. Fabregas è il futuro, la storia è la storia, ma il futuro è molto più importante. La mia opinione e quella dei miei giocatori è che Fabregas è il giocatore giusto per occupare la posizione a centrocampo”. I fatti stanno dando ragione a Mourinho, Fabregas è il migliore giocatore della Premier per numero di assist ed è sempre presente nell’azioni-gol del Chelsea.
Se i blues si sono laureati campioni d’inverno devono ringraziare sopratutto il centrocampista catalano. Se invece la Premier è ancora aperta, molto lo si deve proprio a Frank Lampard. E questo Mourinho non l’aveva previsto.
Le statistiche dell’ex centrocampista del Chelsea sono incredibili, nonostante abbia giocato solo 364 minuti (meno di lui solo il secondo portiere Caballero) è stato autore di 5 gol e un assist. Una rete ogni 72,5 minuti, tra i centrocampisti del Manchester City solo Yaya Tourè e David Silva hanno fatto meglio, avendo però il quadruplo dei minuti a disposizione.
C’è una data, inevitabile per certi versi, in cui la storia di Frank Lampard s’intreccia nuovamente con quella del Chelsea. Il 21 settembre 2014 all’Ethiad Stadium si affrontano Citizens e Blues. Gli uomini di Mourinho sono in testa a punteggio pieno, mentre la squadra di Pellegrini ha già lasciato diversi punti per strada. Il tecnico del Manchester City, sollecitato alla vigilia della sfida, dice: non penso che sarà una situazione difficile per lui (Lampard ndr). Credo che Frank non abbia continuato al Chelsea perché il Chelsea non lo voleva, non perché è voluto venire al Manchester City. Non poteva continuare con la squadra con cui ha giocato per tutta la sua vita. Ha tutti i diritti per continuare a giocare a calcio. E’ arrivato qui, siamo molto soddisfatti di lui.”
L’Ingegner Manuel Pellegrini è un tipo che non si lascia impressionare facilmente. In questa partita sa bene di potersi giocare un jolly al momento opportuno. E’ il minuto 78, il City è in 10 per l’espulsione di Zabaleta ed è sotto di un gol dopo un magistrale contropiede del Chelsea, Pellegrini capisce che quel momento è arrivato: tocca a Frank Lampard. Nei secondi precedenti la sua entrata in campo, mentre il tecnico cileno prova inutilmente a dargli indicazioni, Lampard ha lo sguardo preoccupato, la sua testa è altrove.
A complicare la situazione, dallo spicchio riservato ai tifosi del Chelsea, si leva un coro che lui conosce bene: “Suuuper – Super Frank / Suuuper – Super Frank / Suuuper – Super Frank / Super Frankie Lampard”.
Sembra di essere in un film di John Wayne “E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare”. Quel qualcuno è Lampard, giocatore straordinario ed esemplare professionista. Al minuto 85, David Silva dà un palla in profondità a Milner che mette in mezzo sul primo palo. Per metterla dentro non c’è Dzeko, non c’è Aguero, ma Lui che tante gioie, con i suoi inserimenti letali, ha dato ai tifosi del Chelsea. Goal. And it’s Frank Lampard.
Lampard non esulta, sembra pallido in viso, deglutisce a fatica. Mentre i suoi nuovi compagni di squadra festeggiano, lui ha la testa bassa, sembra incredulo. Uno sgomento che attraverserà tutti i tifosi del Chelsea che però nonostante il duro colpo saluteranno degnamente il loro idolo.
Nel post-partita Lampard a Sky Sport disse: “è una sensazione molto strana. È stato molto difficile, ma sarei stato poco professionale se non fossi entrato per fare il mio lavoro. E’ stato duro per me, ho passato 13 anni incredibili al Chelsea, sono parte di loro.”
Mourinho invece fu meno romantico e più cinico di Lampard: “Frank è un giocatore del Manchester City, quando ha deciso di firmare per una diretta concorrente, la storia d’amore è finita. Io non credo nelle storie di passione e di cuore, forse io sono troppo pragmatico nel calcio. Lui ha fatto il suo lavoro da professionista.
Io so che quando un giocatore lascia un club e va giocare per un diretto avversario, lui non sta andando in vacanza, ma sta provando a battere il suo club, quello che tutti considerano la squadra del suo cuore. Forse il Chelsea sarà nuovamente nel suo cuore quando lascerà il City, ma ora vuole battere il Chelsea. Questa è la natura del calcio.
Lampard intanto è diventato un giocare fondamentale per il Manchester City. A fine novembre, quando mancava poco alla fine del prestito, Pellegrini ventilò l’ipotesi di prolungamento: troveremo la soluzione migliore per Lampard, per il club, per il New York FC, per tutti. Il 31 dicembre, alla scadenza del contratto, il Manchester City comunicava: “Il City conferma di aver prolungato il contratto di Frank Lampard fino al termine della stagione, consentendo la sua partecipazione nelle competizioni nazionali ed europee.”
Questa soluzione però ha scontentato i Third Rail, il primo gruppo indipendente dei tifosi del New York City che in un duro comunicato accusano: “molti tifosi si sentono offesi da questa decisione, e sosteniamo qualsiasi azione per esprimere il nostro malcontento. Abbiamo sempre sostenuto la proprietà, ma questo non si può tollerare.”
Il centrocampista del City non curante delle polemiche dei suoi “legittimi” tifosi continua a segnare. Ieri nel match contro il Sunderland, dopo che il Manchester si era fatto rimontare due gol, è servito nuovamente Super Frankie Lampard, subentrato al 70esimo, per conquistare i 3 punti e agganciare il Chelsea in testa alla classifica. Se il 21 settembre sembrava chiaro che il protagonista di quella sfida sarebbe stato Frank Lampard, i giornali anglosassoni s’interrogano se Lampard ora sarà il giocatore che toglierà il titolo ai Blues. Il Mirror attacca: ”Un errore di Mourinho in questa stagione finora? Permettere a Lampard di andare al City” Il problema – prosegue il quotidiano inglese – con l’arroganza è che tende a produrre disattenzione. E il guaio della noncuranza è trascurare piccoli dettagli. Dettagli che possono ritorcersi contro. Mourinho avendo sottovalutato le capacità di Lampard ha commesso un errore enorme.
Per il Mail: “Mourinho può incolpare gli arbitri…ma il Chelsea poteva avere 7 punti in più in Premier se lo Special One non avesse fatto partire Frank Lampard. Il centrocampista inglese è valso ben 7 punti, gli ultimi tre sono arrivati contro il Sunderland, 48 ore dopo il suo rinnovo. Altri tre sono arrivati contro il Leicester il 13 dicemebre quando Lampard ha segnato il suo 175esimo gol in Premier League, senza dimenticare il pareggio contro il Chelsea.
Non tutti però hanno la stessa tranquillità di Mourinho, ad esempio John Terry, capitano del Chelsea: “è frustrante vedere Lampard aiutare il City nella corsa al titolo. Lui sta facendo quello che sa fare meglio e purtroppo lo sta facendo con la maglia del City. Sta segnando e giocando bene, come sempre.”
Il 31 gennaio Frank Lampard tornerà a Stamford Bridge, per la prima volta da avversario. Sarà l’ultimo saluto ad un eterno campione. Welcome back, Super Frankie.
Alfonso Noël Angrisani