La prima ora di gioco a Doha e l’intera partita di Cesena confermano quello che si è sempre saputo. È Marek Hamsik che può rendere irresistibile il Napoli. La sua visione di gioco, la velocità delle esecuzioni (quando non fa il girotondo con la palla nelle sue gare mediocri), il tocco essenziale, la corsa a tutto campo, la capacità di “cucire” il gioco e ribaltare il fronte, la tecnica naturale che nutre le sue giocate sono proprie del calciatore che fa la differenza.
Ora che Marek sta tornando in forma e può fare la differenza, ora che Higuain ha smesso di lamentarsi e lotta, si propone, corre e segna, ora non c’è che da aspettare Callejon e Mertens ai loro livelli per rivedere il miglior Napoli di Benitez. Se i quattro nuovi tenori azzurri canteranno come sanno, il match con la Juventus di domenica sera sarà un formidabile concerto.
Il Cesena, ultimo, era un ostacolo basso, ma bisogna saper vincere anche le partite facili. In Romagna, il Napoli ha saputo farlo dopo venti minuti di attesa (non riusciva ancora ad ingranare). La differenza tecnica ha prodotto la goleada.
Quando il Cesena ha abbassato il baricentro sotto la pressione crescente del Napoli, Gargano e David Lopez hanno dominato a centrocampo, il piccolo uruguayano addirittura in veste di regista dopo avere conquistato palla. L’ha fatto con molta attenzione, con passaggi ben misurati, con aperture per gli esterni. La continuità del suo gioco, pur non risultando mai brillante, non essendo un giocatore di inventiva, ha assicurato al Napoli il possesso della palla (il doppio del Cesena) e una pressione costante nella metà campo romagnola.
Benitez sta preferendo i due mediani tecnicamente inferiori (rispetto a Jorginho e Inler), ma di grande “presenza” nel cuore del gioco, essenziali soprattutto nell’intralcio della manovra avversaria. È chiaro che il tecnico preferirebbe due centrocampisti di superiore costruzione e ispirazione della manovra. Ma il Napoli, al momento, non li ha e la soluzione con i due “guerrieri” offre almeno un maggiore equilibrio, soprattutto a protezione della difesa. Che se, poi, Hamsik fa l’Hamsik, ai due mediani basta conquistare palla e rifinirla per Marek e alla costruzione del gioco e alle invenzioni per l’attacco ci pensa lo slovacco.
Così il Napoli (crescendo di forma Hamsik) ha ripreso a funzionare. Quando tornerà guizzante sugli esterni, col rendimento migliore di Callejon e Mertens (in attesa di vedere Gabbiadini e rivedere Insigne), allora sarà la squadra capace di battersela con chiunque, già domenica sera con la Juventus.
Persistono i problemi in difesa dove più che l’organizzazione del reparto (che non ha un leader a comandarne i movimenti) è carente la qualità tecnica di alcuni difensori e Albiol sinora non ha dato il massimo. Il Napoli ha il secondo attacco del campionato, ma la nona difesa che sembra il limite della squadra. Tuttavia, la differenza-reti lo pone solo dietro Juve, Roma e Lazio che sono, poi, le squadre che lo precedono in classifica.
La velocità e la verticalizzazione del gioco, in cui è maestro Hamsik, saranno le armi necessarie per impegnare la Juventus che arriverà anche carica di rabbia per i due punti persi con l’Inter che hanno avvicinato la Roma ai bianconeri. La Juve non darà campo al Napoli, scottata dal secondo tempo contro la squadra di Mancini in cui scoprendosi ha rischiato la disfatta. Sarà aggressiva, com’è nelle sue corde, per infilare il pressing alto nelle piaghe della difesa azzurra. Ma dovrà stare pur attenta alle fiammate offensive del Napoli. A rendere più accesa la sfida sarà anche la voglia juventina di rivincita sull’esito della Supercoppa.
Il Napoli ha un finale di girone impegnativo, prima la Juventus poi la Lazio a Roma per il terzo posto, finale che potrà risultare pesante nelle due giornate conclusive del campionato. Ma la squadra di Benitez, tornando brillante al completo dei maggiori protagonisti, potrà fare anche festa lasciandosi alle spalle il periodo grigio. Ha ritrovato i goleador, solo Mertens in ritardo. Ha ritrovato soprattutto Hamsik.
Mimmo Carratelli