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Il Napoli è diventato una squadra tosta. E Benitez sembra passato a un 4-4-1-1

Il Napoli è diventato una squadra tosta. E Benitez sembra passato a un 4-4-1-1

La delusione di Mancini è comprensibile. Ma che cosa ha fatto l’Inter al San Paolo per portare via la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia? Il palo di Icardi, però contro le quattro palle-gol del Napoli nel primo tempo.

Una sconfitta da polli, ha detto Mancini, perché Ranocchia ha fatto il pollo all’ultimissimo minuto sul fallo laterale di Ghoulam e la giocata di Higuain. Ma è stato il Napoli, detentore del trofeo, a cercare maggiormente la vittoria (7 conclusioni nello specchio contro le due dell’Inter).

La squadra milanese ha fatto il match nella prima mezz’ora. Poi è scomparso Shaqiri, è calato Hernanes, martellati dalle marcature azzurre, Icardi e Puscas non hanno avuto una sola palla per colpire dopo il palo dell’argentino. La vittoria del Napoli ci sta tutta.

Il maggiore possesso dell’Inter (56,3%) è stato un palleggio orizzontale, mentre il Napoli verticalizzava con le sgroppate di De Guzman, i lanci di Hamsik, le furiose discese di Koulibaly, le avanzate di Strinic e persino le giocate offensive di Gargano. Il Napoli ha tenuto il baricentro più alto (52,4 metri), segno di un predominio tattico e tecnico.

Strinic ha annullato Shaqiri, David Lopez ha contenuto Hernanes e così il Napoli ha spento il genio nella lampada di Mancini. È piaciuto Brozovic (22 anni), l’unico dell’Inter che ha giocato a due tocchi, senza portar palla, verticalizzando.

Il Napoli è diventato una squadra tosta, concentrata, un gruppo ancora più compatto. Ha migliorato l’assetto difensivo (Strinic portentoso). Benitez è andato in soccorso al centrocampo con De Guzman sacrificando Mertens, avendo Insigne in infermeria, tenendo Gabbiadini in panchina. L’equilibrio prima di tutti col sacrificio ulteriore di Callejon più in copertura che freccia offensiva sino a trasformare il 4-2-3-1 in un 4-4-1-1.

Trovato l’equilibrio sarà difficile tornare a un più definito 4-2-3-1 con due esterni offensivi di centrocampo come nella stagione scorsa (Callejon a destra, Insigne e Mertens a sinistra). Ma è anche vero che Benitez punta sempre a fare un gol in più dell’avversario (indicative le sostituzioni finali contro l’Inter). Vedremo.

Intanto, col super-Higuain di questi tempi, il Napoli ha sempre un gol in canna. Nessuna squadra in cima alla classifica ha un artigliere come il Pipita (12 gol in campionato, 6 nelle coppe). La rete decisiva all’Inter è stata un capolavoro di freddezza ed esecuzione tecnica. Gonzalo ha tirato da posizione defilata. Eravamo all’ultimissimo minuto di gioco, facile sbagliare per stanchezza e fretta. Higuain ha messo fuori causa Carrizo con un tiro a giro fra le stelle filanti più belle del calcio.

Il Napoli ha avuto più voglia, più tenacia, più padronanza del match per vincere. Queste doti sono mancate all’Inter, brillante per mezz’ora, ma contenuta dagli azzurri che la costringevano al palleggio orizzontale negandole la profondità. In mezzo al campo, un mastino come Gargano ha morso le caviglie a tutti (Guarin, quando è entrato, è stato la pallida controfigura del piccolo guerriero uruguayano).

Il Napoli che vuole la vittoria impiega Gabbiadini e Mertens, l’Inter Guarin e Dodò. Come poteva pensare Mancini di poter vincere?

Ora, acqua sul fuoco dell’entusiasmo nella notte di Fuorigrotta perché c’è subito il campionato. L’Udinese, anche senza Di Natale, bisognerà “cuocerla” perbene. Il centrocampo è un gran cuore pulsante nella squadra friulana con Widmer sull’esterno destro e Allan in mezzo (domenica ha cancellato Pogba) giocatori di spicco.

È stata una fortuna avere evitato mercoledì sera i tempi supplementari. Benitez saprà comunque rimescolare la squadra. Intanto, risulta eccellente il lavoro dello staff medico. Tutti in salute gli azzurri. Strinic ha giocato cinque splendide partite consecutive, ma è tornato Ghoulam. Gabbiadini e Zapata sono pronti per l’attacco. Qualche ristrettezza in difesa e soprattutto a centrocampo dove Gargano (18 partite piene e 4 sostituzioni) e David Lopez (20 partite piene e 3 sostituzioni) sono tra gli azzurri più spremuti in ruoli in cui non è consentita fare la bella statuina. Ma questo Napoli fa sognare.
Mimmo Carratelli  

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