Il mio Napoli – Sassuolo
– Nonostante la bella vittoria di Trebisonda e la voglia certa della squadra di dimenticare l’inciampo di Palermo, in questi giorni sono stato preoccupato.
– Il Sassuolo è la tipica squadra che mi preoccupa.
– Notoriamente in difficoltà con le “piccole”, la squadra emiliana, che fino a un paio di anni fa si giocava la salvezza con il Baracca Lugo, il Brescello e il Pizzighettone tra quarta e quinta serie, rappresenta nel mio immaginario la più piccola tra le piccole. La tipica squadra che mi preoccupa e contro la quale si ha tutto da perdere.
– Il Sassuolo, tra l’altro, tra le “piccole” è una delle meglio organizzate.
– Il Sassuolo ha lanciato Allegri, è stato allenato da Mandorlini e il suo attuale mister è tifoso della Roma. Ha tra le proprie fila Floccari, ex juventini e giovani di proprietà bianconera. I tifosi sono gemellati con il Chievo e il primo punto in serie A lo hanno conquistato al San Paolo grazie a un gol di Zaza.
– Quella perticata da posizione impossibile che trafisse il non incolpevole Reina non se n’è mai scesa. Ancora oggi nei discorsi da bar, spesso, senza una ragione, c’è chi la tira fuori dal cascione come simbolo delle occasioni sprecate della scorsa stagione.
– Il Sassuolo ha inoltre un inno scritto e cantato da Nek. E con questo certifico che le mie preoccupazioni non sono state infondate.
– La conferma poi l’ho avuta definitivamente in campo.
– In uno stadio molto gremito, sono entrato in ritardo, causa traffico. Affannato come Inler dopo 5 minuti di stretching, ho preso posto e mi sono accorto della presenza di Andujar solo perché dopo un’uscita (semplice), non è partito il solito disco rotto del signore dietro di me che odia Rafael.
– La presenza di Andujar mi ha sorpreso come un cartellino giallo a Chiellini. Non ci avrei scommesso un euro. Pure se me l’avesse suggerita Mauri.
– Invece avrei pronosticato la difficoltà degli azzurri nel trovare il bandolo della matassa per i motivi di cui sopra. Non ultimo l’inno di Nek.
– Nel primo tempo, i ritmi sono stati molto bassi e si è giunti al tiro nello specchio solo una volta con Hamsik che si è ben destreggiato per poi sparare su Consigli.
– I nero verdi si sono resi pericolosi con un tiro a giro di Berardi che ha sfiorato il palo. Nell’occasione, anche mio nipote di 7 anni sapeva che il giovane emiliano sarebbe rientrato sul sinistro per battere a rete. Kulì invece si è fatto fregare come un Paletta qualsiasi.
– Ciò che invece ha colpito la mia attenzione sono stati: l’equilibrio precario di Lebron Zapata che sembrava giocare con 2 bucce di banana al posto delle scarpette (gialle); il tributo all’ex Cannavaro: ha dovuto cambiare maglia per sentire applausi così scroscianti al San Paolo; il ritorno dei cross di Maggio nei distinti che mancavano da qualche partita e la barba alla Lupatelli di Zaza.
– Cannavaro si è autoescluso uscendo per infortunio dal campo, mentre Floro Flores si è autoescluso restando in campo.
– Nell’intervallo, mentre la mia preoccupazione si trasformava piano piano in ansia, il ragazzo seduto davanti a noi che giocava con il cellulare ha posto un quesito: per caso sapete chi è questo? Ci ha mostrato l’immagine di un giovane biondo con la maglia del Napoli e la mia ansia si è tramutata in arresto cardiaco. Rubens Pasino mi ha riportato alla mente Naldi e Marcolin capitano e il Sassuolo quando giocava contro il Sansovino o il Faenza.
– Nella ripresa il Napoli è parso più determinato e ha sfiorato il vantaggio con Zapata che da posizione impossibile stava per indovinare un colpo di testa memorabile.
– Poco dopo è stato Berardi a sfiorare il palo alla destra di Andujar con un tiro ad effetto. Ansiansiansiansia.
– Nonostante un ritmo leggermente più alto, non si riusciva ad impensierire Consigli. Anche perché Ghoulam si è travestito da Maggio e dal fondo ha fatto partire un paio di saette con destinazione deck 7. Il gol di Zapata è arrivato in un momento inatteso. Come un fulmine a ciel sereno.
– Mentre ero lì lì per far crollare l’intero Olimpo contro tutta la famiglia del nostro centravanti, reo di aver abbassato la testa e di essersi incaponito nonostante il suo primo tiro fosse stato bloccato e di non aver servito la palla a Calle meglio piazzato di lui, Zapata ha invece ribadito in rete battendo il portiere nero verde.
– Nell’azione è caduto, sì è rialzato veloce come una gazzella e ha segnato senza scivolare. Avrà cambiato il grip delle banane sotto le scarpe tra primo e secondo tempo.
– Da quel momento, Zapata si è trasformato in una specie di mostro o un super eroe. Date la palla a Zapata. Io l’ho paragonato a un ciclone, il mio amico Giuffrè a Mark Lenders (di Holly e Benji) e il Minao ad AstroGanga.
– Sul secondo gol, ha difeso la palla nell’area piccola come SkyJuve difende la propria squadra del cuore cc. e l’ha scaricata come un pivot dietro ad Hamsik che ha infilato Consigli con un bel piatto destro.
– È stato anche il momento in cui ho scoperto il rinnovamento della grafica dei tabelloni. Fantastico. Tabelloni all’avanguardia, restyling del San Paolo con l’operazione “sciacquata ‘e faccia” e permanenza della pista di atletica. Possiamo dire che le prossime Olimpiadi sono salve.
– Successivamente Zapata ha conquistato punizioni, metri, calci d’angolo, nonostante gli stessero appesi addosso 2/3 uomini alla volta. In un paio di occasioni ho visto l’esperienza di Doumbia o di Eto’o. L’esperienza dell’ultra quarantenne che gioca con i ragazzini al parco.
– Intanto Mertens si è fatto espellere per un’entrata in ritardo (non cattiva) e Andujar è volato all’incrocio come Castellini evitando di riaprire la partita.
– Il signore dietro di me, su quella parata, ha detto: meglio che Rafael si porti la playstation in panchina d’ora in avanti.
– A proposito di playstation, migliore in campo, oltre forza della natura Zapata, ancora una volta Gargano. Bene anche Hamsik e Calle. Che purtroppo, nei minuti finali, dalla sua “zona” non è riuscito a chiudere nell’angolino il solito diagonale.
– Da menzionare: la difesa che senza troppi patemi è riuscita ad arginare i giovani attaccanti emiliani ed è riuscita a non subire reti. Cosa ormai quotata come un gol non in fuorigioco per la Juve.
– All’uscita, ai camioncini già si vendeva la pizZapata.
– Archiviato il piccolo Sassuolo, domenica si va a Torino. Dopo aver conquistato la scontata qualificazione in Europa League.
– Anche il Torino gioca bene ed è squadra organizzata. Le premesse sono buone.
– Poi vorrei capire che fine farà il Parma. Tavecchio, come Carraro all’epoca col Napoli, ha dichiarato che salverà la società dal fallimento con l’aiuto della Lega, della Federazione e degli altri club.
– A mio avviso non c’è invece tanto da discutere: 10/06/2001, penultima di campionato, Parma (di Tanzi) – Verona (di Pastorello, uomo di Tanzi) 1-2 (Oddo su rig.; Amoroso; Cossato). Napoli in B e Verona salva.
– Quando ricordo questi eventi, ho dei mancamenti. La Lazio fu salvata con 110 milioni di euro di debito dal Tavecchio dell’epoca. Così come la Roma fu salvata da Mediocredito. Carraro, detto poltronissimo, oggi senatore, era il presidente di Mediocredito e contemporaneamente presidente Federale. Qui verrà sempre ricordato per quel fallimento e soprattuto per quello striscione. Carraro inane.
– Quando ricordo questi eventi, penso che è molto meglio il Sassuolo, che Lotito avrebbe stroncato alla nascita, gemellato col Chievo, degli ex Allegri e Mandorlini, di Floccari e dello juventino Berardi e che ha l’inno di Nek.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
Gianluigi Trapani