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Un anno fa Napoli piangeva per l’infortunio di Rafael, l’eroe di Swansea

Un anno fa Napoli piangeva per l’infortunio di Rafael, l’eroe di Swansea

Sliding doors. Esattamente un anno fa Rafael si infortunava, cioè esattamente un anno fa Rafael si infilava nel tunnel dal quale ancora non è uscito. Non è fortunato, il ragazzo: l’apice europeo della sua carriera (non dimentichiamo che ha vintouna Coppa Libertadores), finora, coincide col crack del ginocchio.

Il 20 febbraio 2013 il Napoli è impegnato a Swansea in Europa League. La porta azzurra è affidata a Rafael. Il brasiliano viene da due mesi in cui ha giocato molto: Reina è fermo per noie fisiche dall’ultimo turno pre-natalizio (trasferta a Cagliari). Il brasiliano deve farsi perdonare l’esordio in campionato con errore contro l’Udinese, e ci sta riuscendo (qui un video a tributargli il momento). Contro i gallesi compie almeno tre interventi notevoli che sugellano il periodo di crescita. Poi il ginocchio lo tradisce e la sua stagione termina con tre mesi d’anticipo. Se non sbaglio, sui social il Napolista scrive: “Rafael si è infortunato da eroe”.

Se succedesse oggi, molti tifosi del Napoli e altrettanti osservatori saluterebbero l’incidente del portiere con un sospiro di sollievo. Invece il tenore dei commenti nel febbraio 2014 è molto diverso. Secondo la Gazzetta dello Sport Benitez accoglie con afflizione la notizia dei sei mesi di stop per Rafael: ha appena deciso di puntare su di lui. Il Mattino descrive così la sua prestazione: “Nel momento di maggiore difficoltà il Napoli ha trovato il portiere Rafael in grande serata: è stato lui a impedire allo Swansea di passare in vantaggio con una prodezza dietro l’altra”. A proposito dell’infortunio, il commento del primo giornale della città è: “Ora è sicuramente il momento più nero della sua carriera. Ma Rafael ha una certezza: quando tornerà a Napoli lo farà per essere titolare della squadra azzurra. Come ha fatto negli ultimi due mesi e mezzo, da quando Reina ha cominciato ad avere qualche acciacco fisico di troppo”. Per capire l’atmosfera, Giovanni Scotto sul Roma scrive: “Non se lo meritava il ragazzone brasiliano: mai nei suoi 23 anni si è fatto male così. C’è da maledire la sfortuna, perché è raro che un portiere si rompa il crociato. Peccato, perché proprio in quel primo tempo di Swansea il brasiliano ha fatto vedere ottime cose, dimostrando di essere in crescita vertiginosa e perché no, pronto a diventare davvero l’erede di Reina”.

Invece Rafael, che a quanto si legge era considerato forte dai più, dall’infortunio sembra non essersi mai ripreso del tutto. Profetico, in questo senso, è il parere di Dino Zoff: “Ha superato a pieni voti gli esami del primo anno. Il futuro è suo”, gli riconosce. Ma poi aggiunge: “Farsi male nella serata della propria consacrazione è il massimo della jella. Questo infortunio non ci voleva, è una mazzata più psicologica che fisica”. Perché è vero: c’è chi nota che la rottura del crociato compromette nei portieri l’esplosività orizzontale, e quindi la capacità stessa di parare con efficacia. Ma il problema principale di Rafael è di identità e di certezza. Quando Reina è arrivato a Napoli ha dovuto vincere la diffidenza del pubblico che in buona parte rimpiangeva De Sanctis. E ci è riuscito parando un rigore al Meazza a Balotelli, il primo a negare la rete a SuperMario dagli undici metri. Ancora prima De Sanctis, nel mediocre avvio di stagione del Napoli di Donadoni (2009), aveva dovuto affrontare un San Paolo che gli preferiva ancora Iezzo. Anche lui si è saputo affermare. Portieri maturi, consapevoli dei propri mezzi, in grado di fare leva sulle proprie qualità per superare le insidie (e per farsi perdonare le papere). Rafael oggi invece dà l’impressione di essere schiacciato delle sue ansie. L’effetto benefico di Doha è durato un mesetto. Sembra insicuro e trasmette insicurezza a compagni di squadra e tifosi. Quando sbaglia, sprofonda.

Domani a Trebisonda, un anno e una stagione dopo quell’infortunio, dovrebbe giocare Andujar. Adesso pare, stando a quanto si legge sui giornali, che Benitez stia pensando di promuovere l’argentino titolare non solo nelle coppe, e che addirittura la squadra gli avrebbe chiesto di accelerare in questo senso. Ovviamente non sappiamo se sia vero. In questi casi, come sappiamo, c’è sempre chi ostenta notizie che magari non hanno fondamento. In ogni caso, se così fosse per Rafael sarebbe senza dubbio una bocciatura. Dispiace per l’uomo. Ma non è detto che non abbia un futuro. Altrove o anche a Napoli.
Roberto Procaccini

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