Quando facevo l’allenatore (di un altro sport, chiariamolo subito così da evitare qualunque equivoco) capitavano talvolta serate come quella del Napoli a Verona. Serate che bastano cento secondi e capisci che non va, che l’approccio è sbagliato e sarà durissima portare la pelle a casa.
Non c’è bisogno di fare gli psicologi dal divano per comprendere che le teste di tanti giocatori che scendono su un campo d’erba (o su un parquet) per giocare, devono essere sintonizzate sulla stessa lunghezza d’onda per rendere al meglio come squadra. Talvolta qualcuno può anche stonare, ma se la squadra è in campo con la giusta mentalità si possono anche celare sia gli errori che i limiti dei singoli.
Quando però accade che i giocatori tutti insieme entrino in campo visualizzando in mente una partita e poi scoprendo che la partita “reale” è tutt’altro, è operazione assai difficile correggere la rotta e rimettersi in carreggiata. Se la fortuna ti assiste e riesci a non pagare un dazio gravoso per il tuo approccio sbagliato, forse, e sottolineo forse, riesci ad adattarti ma sarai comunque lontano dal dare il tuo meglio.
Nello sport che praticavo, c’era anche la possibilità di cambiare tutti i giocatori contemporaneamente in campo, e poi di ricambiarli ancora. C’erano tempi di gioco diversi che ti consentivano di ricominciare da capo, ma se avevi sbagliato la preparazione della squadra rispetto all’avversario c’era ben poco da fare.
Il Napoli ieri sera ha fallito completamente l’impatto con la gara, è un’evidenza e non c’è neanche bisogno di discuterla. Sappiamo bene che per come è strutturata la squadra, per poter rendere al meglio deve giocare con un giro palla veloce, intensità e movimenti. Cose che in campo non si sono viste oggi, come a Palermo e Torino, anche se la gara più simile a questa è stata probabilmente la trasferta con il Milan.
La gara di Verona è stata la numero 17 negli ultimi 68 giorni, precisamente una gara ogni 4 giorni. In questo periodo la rosa non è mai stata completamente a disposizione (sono stati assenti in vari momenti Insigne, Zuniga, Michu, Strinic, Gargano, Gabbiadini, Mesto, Maggio, Koulibaly, Britos), ma le partite ravvicinate hanno imposto di avere rotazioni forzate che alla lunga tutta la squadra sta pagando in termini di brillantezza.
Nonostante queste difficoltà, il Napoli è al 15 marzo ancora in piena corsa per il secondo/terzo posto (grazie soprattutto alla bella striscia di risultati tra gennaio e febbraio), ha ottime possibilità di centrare la finale di Coppa Italia e di arrivare ai quarti di finale di Europa League. È comprensibile l’amarezza di ogni tifoso, sia per il peso emotivo specifico della gara di Verona sia perché è la terza sconfitta di fila in trasferta in campionato, ma manca solo una settimana alla sosta, un tempo che sarà preziosissimo per raccogliere le forze in vista dell’ultima parte di stagione.
Ammesso che finora non c’è nulla di cui lamentarsi a proposito del Napoli “di Coppa”, è evidente che in campionato mancano dei punti. Si tratta di punti persi per propri demeriti: dai rigori sbagliati, alle occasioni da gol sciupate a bizzeffe fino ad errori difensivi marchiani. L’essere più o meno delusi, più o meno critici dipende da quale fosse l’aspettativa iniziale, da dove si sia fissata l’asticella da saltare.
Per giocare meglio e far più punti in campionato, fermo restando il rendimento nelle coppe, servirebbe che il Napoli fosse un’altra squadra, una squadra che sta due-tre gradini più in alto per forza complessiva della rosa e soprattutto per maturità ed esperienza ad alto livello.
Per fare più punti il Napoli dovrebbe essere la Juventus, la Fiorentina (che però è dietro gli azzurri in Serie A), il Barcellona, il Wolfsburg, il PSG o il Bayern, ovvero le uniche squadre europee che sono ancora in corsa nella propria coppa nazionale, in una competizione europea ed in corsa per un piazzamento Champions nel proprio campionato. Parliamo di 6 squadre sulle 98 che partecipano ai cinque maggiori campionati europei, il Napoli è la settima.
Non fanno parte di questo elenco di squadre, il Real Madrid (eliminato in Coppa del Re), il Chelsea (eliminato in Champions ed FA Cup), il Manchester City (quasi eliminato in Champions ed eliminato in FA Cup), lo Schalke 04 (eliminato in Champions ed DFB Pokal), il Borussia Dortmund (in corsa nelle coppe ma a metà classifica in campionato), il Leverkusen (eliminato in Europa), il Monaco (eliminato in Coupe de France), la Roma (eliminata in Coppa Italia), il Liverpool (eliminato in Europa, prima dalla Champions e poi dall’Europa League), l’Atletico Madrid (eliminato in Coppa del Re), il Manchester United (eliminato in FA Cup) e via così.
Come si può notare si tratta di un elenco variegato di squadre, per la maggior parte più forti del Napoli sulla carta, come organico e come ricchezza e possibilità di investire. Tra le squadre italiane non sono state neanche nominate le due milanesi o la Lazio, perché non sono neanche in corsa su tre fronti, ma siamo certi che ci siano diverse squadre che avrebbero accettato di barattare una sconfitta dolorosa come quella di Verona in cambio della possibilità di essere ancora in corsa su più fronti.
Perché? Semplicemente perché alla fine di ogni stagione le vittorie e le sconfitte delle singole partite vanno via, con un colpo di spugna, quel che resta davvero sono i successi conquistati, i trofei portati a casa e se a marzo si è ancora nella possibilità di vincerne ben due (Coppa Italia ed Europa League), vuol dire che si è lavorato bene a dispetto delle pecche di una squadra non perfetta.
Il Napoli squadra, come Benitez, sono certamente criticabili per alcune tra le prestazioni offerte, soprattutto in Serie A, ma in questa stagione ad oggi sono gli unici ad aver già alzato un trofeo e ad esser certi che la bacheca a fine anno sarà in ogni caso arricchita (la Supercoppa, per chi se la fosse già dimenticata). Non dimentichiamo che le somme si tirano sempre a fine stagione, guardando le aspettative (realistiche) della passata estate e gli obiettivi raggiunti o mancati. Ci sarà dunque tempo a giugno per scrivere ognuno le proprie sentenze di Cassazione, ma fino ad allora godiamoci questo Napoli ancora in corsa su più fronti e cerchiamo di sostenerlo per conquistare almeno un altro trofeo.
Andrea Iovene