Una volta si andava a Sofia che era il cuore duro dell’impero sovietico, città sorvegliata, ragazze che volevano sposarti per finta pur di venire in Italia, uomini di pietra gelidi e diffidenti, un albergo, l’Hilton, che sembrava il set del film “La spia che venne dal freddo”, cupo pur nell’ariosa architettura americana, i marciapiedi di colore giallo del centro storico, la neve sul Monte Vitosa visibile dalla città e, al centro di parchi e strade larghissime, la cattedrale neobizantina come un grosso giocattolo colorato con le sue cupole verde e oro e dodici campane.
Liberatasi di quei tempi, Sofia fa fatica ad essere allegra, il marchio di una vita difficile è rimasto. La gente è gentile ma non ancora aperta, eredità pesante di una educazione al silenzio e al sospetto.
Ci andammo con la nazionale di Valcareggi, Antonio Juliano in squadra con mezza Inter (Burgnich, Facchetti, Picchi, Domenghini), Albertosi in porta, Rivera e Pierino Prati, quarti di finale dell’Europeo 1968 la cui fase conclusiva si svolse poi in Italia. Era aprile e sembrava novembre.
Ci torna la nazionale di Antonio Conte sul percorso facile della qualificazione all’Europeo 2016 in programma in Francia. Si qualificano le prime due squadre dei sei gironi. Nel gruppo dell’Italia, azzurri quarti nel ranking Uefa, la Croazia diciassettesima, la Bulgaria venticinquesima, un gradino sotto la Norvegia, giù giù l’Azerbaigian (29^) e Malta (47^).
Per il primato del girone è un duello fra Italia e Croazia (1-1 a Milano a metà novembre, petardi e fumogeni dei tifosi croati). La Bulgaria sinora ha vinto una sola partita (in Azerbaigian).
La “nuova” nazionale di Conte ha rilanciato gli oriundi, com’è giusto in un mondo globalizzato, ed ecco gli esordienti Franco Vazquez, 26 anni, argentino di madre padovana, e Martin Citadin Eder, 28 anni, brasiliano di bisnonno italiano, non proprio due virgulti, sono le “stelle” del Palermo e della Sampdoria, il primo in Italia da tre anni, il secondo da dieci. Che cosa voglia cavarne Conte non si sa.
Più interessanti le convocazioni di Gabbiadini (23 anni), del pescarese Marco Verratti (22 anni, già con 10 presenze azzurre e un gol, tormentato dall’etichetta di vice-Pirlo), del romanista Florenzi (24 anni, sette presenze e due gol, fuori per infortunio a Sofia), di Andrea Bertolacci (24, Genoa, un’amichevole in nazionale), di Roberto Soriano (24, Samp, una presenza), che erano già nell’agenda di Cesare Prandelli, e del debuttante Mirko Valdifiori dell’Empoli di Sarri sbocciato a 28 anni.
Tra questi, Verratti (grandi partite recenti nel Paris Saint Germain) partirà titolare a Sofia, Pirlo infortunato. Per il resto l’imprescindibile blocco-Juve in difesa, perché primo non prenderle. Mancherà Marchisio, infortunatosi.
In attacco, sventagliata di meridionali: Ciro Immobile, 25 anni di Torre Annunziata esiliatosi a Dortmund, il materano Simone Zaza (23) dirompente punta del Sassuolo e il gigantesco Graziano Pellè (29 anni, 1,93), leccese che gioca nel Southampton.
I bulgari saranno forti e tosti. Giocheranno per un risultato di prestigio puntando ad essere tra le migliori terze dei gironi arraffando una qualificazione di gloria, ma, già sconfitti a Oslo, hanno nella Norvegia un rivale difficile da superare.
Nella “rosa” dei bulgari il difensore del Palermo Simeon Chochev, 22 anni, e il collaudato Valeri Bojinov, 29, che sta svernando a Terni dopo avere girato per Fiorentina, Juventus, Parma,Lecce e Verona.
MIMMO CARRATELLI
QUALIFICAZIONI EUROPEO 2016
Girone H
Bulgaria-Italia, Azerbaigian-Malta, Croazia-Norvegia.
Classifica. 10 Croazia (10-1); 10 Italia (6-2); 9 Norvegia (6-3); 4 Bulgaria (4-5); 1 Malta (1-7); 0 Azerbaigian (2-11).
La nazionale a Sofia: il brasiliano Eder con bisnonno italiano e l’argentino Vazquez di madre padovana. Debutto di Valdifiori e conferma di Gabbiadini nel clan azzurro.
Mimmo Carratelli ilnapolista © riproduzione riservata