Per un attimo ho temuto che il sito della Lega Serie A fosse stato hackerato. Mi pareva che il comunicato n.219 del 30.4.15 del giudice sportivo, avente ad oggetto le integrazioni concernenti la “Gara Soc. TORINO – Soc. JUVENTUS del 26 aprile 2016” fosse del tutto inverosimile.
Ma dai, mi son detto, questi hacker dilettanti hanno anche sbagliato l’anno nella data.
Ovviamente quello che non mi convinceva non era certo il refuso, quanto il contenuto del comunicato.
Facciamo un passo indietro. Il 27 aprile il Giudice Sportivo Tosel, nel comunicato n.215, non prende decisioni sulla gara Torino-Juventus, ciò in quanto “sono in corso accurate indagini per accertare se il petardo esploso con evidenza nel settore granata sia stato lanciato dalla curva juventina ovvero confezionato e fatto esplodere dagli stessi tifosi torinisti”.
Non mi soffermerò sulla assurdità di questa ipotesi e, memore del fatto che siamo nel Paese con il più elevato numero di pallottole deviate da calcinacci, vengo ad oggi.
Precisamente al comunicato n. 219, dicevamo, in cui, finalmente, Tosel rompe gli indugi e decide: 2 turni di chiusura alla curva sud dello Juventus Stadium, in base al meccanismo della responsabilità oggettiva della Juventus per il comportamento dei propri tifosi.
Però (ecco che ho pensato agli hacker che avevano l’evidente intenzione di minare la nostra società colpendo i più elementari cardini del nostro ordinamento giuridico), qui si tratta di responsabilità oggettiva al quadrato. Sì, perché gli autori del lancio dell’ordigno non sono stati individuati.
Tosel nel suo comunicato del 27 aprile scriveva di non sapere se la bomba era partita dal “settore dello stadio Olimpico occupato dai sostenitori della Società bianco-nera”. Nel comunicato del 30.4.2015, invece, riporta un passo della comunicazione dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive in cui si dice che l’ordigno è “stato credibilmente lanciato dalla zona superiore del settore ospiti, occupato da componenti del tifo ultras della Juventus”.
Non vi sfuggirà il passaggio linguistico con cui quelli che nel primo comunicato erano definiti “sostenitori”, nel secondo sono diventati “ultras” e che prelude alla meravigliosa decisione di Tosel, secondo il quale «equa la correlazione ex art. 18, n.1, lettere e), con il settore della Juventus Stadium denominato “Settore Sud” ove, secondo gli accertamenti effettuati dalla Procura federale, sono prevalentemente collocati in occasione delle gare casalinghe i sostenitori bianco-neri presenti nelle circostanze in causa nel “Settore Ospiti” dello Stadio Olimpico.»
Mi viene in mente quell’antico proverbio misogino che recita “quando torni a casa picchia tua moglie, tu non sa perché, lei sì”.
Tosel non sa chi ha lanciato la bomba e allora procede a un ragionamento che lo porta prima a presumere che l’autore del lancio sia un ultras, poi che sia un ultras che normalmente guarda la partita nel settore Sud e, infine, a ritenere che per responsabilità oggettiva della Juventus quel settore debba rimanere chiuso per due turni. Ovviamente nella realtà l’autore del lancio potrebbe essere un frequentatore della tribuna centrale (va in tribuna, per sua stessa ammissione, l’uomo che ha partecipato all’aggressione all’autobus della Juventus in compagnia del figlio). Oppure, magari, era un occasionale, uno che allo Juventus Stadium neanche ha mai messo piede.
Mi torna in mente un Roma-Napoli di qualche tempo fa quando, a seguito delle presunte intemperanze dei tifosi del Napoli (rivelatesi successivamente inesistenti e comunque sensibilmente meno gravi di una bomba lanciata sui tifosi avversari), venne deciso di vietare le trasferte agli stessi per tutto il campionato.
Riflettendo, ho l’impressione che la decisione di Tosel sia ingiusta e lo sia nel senso più favorevole alla Juventus.
Senza, infatti, il passaggio logico che riconduce l’autore del lancio della bomba ad un settore specifico dello Juventus Stadium, Tosel avrebbe avuto due possiblità: vietare le trasferte ai tifosi, come fece con il Napoli anni or sono, oppure chiudere l’intero Juventus Stadium.
Evidentemente entrambe le sanzioni non sono apparse eque al Giudice Sportivo che ha preferito, salomonicamente, inventarsi, secondo una decisione nel migliore dei casi basata sul calcolo delle probabilità, una presunta responsabilità degli ultras.
Tanto, avrà pensato Tosel, chi vuoi che si metta a difendere quei brutti mascalzoni degli ultras?
Ecco, se esiste uno lontano anni luce dalla mentalità e dal tifo degli ultras, quello sono io. Ma dichiararli responsabili e vietargli lo stadio per due turni perché qualcuno di non identificato ha lanciato una bomba, in trasferta, trovandosi in un settore in cui c’erano anche ultras che di solito sono “prevalentemente collocati” nel settore Sud, mi pare davvero un obbrobrio logico e giuridico.
Fabio Avallone