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Ho stretto il pugno al gol di Bonucci e sono stato punito. Quando Gabbiaridi non coglie il palo, è gol.

Ho stretto il pugno al gol di Bonucci e sono stato punito. Quando Gabbiaridi non coglie il palo, è gol.
La mia domenica di Cagliari – Napoli 0-3
– Sarà stata la cena pesante; sarà che al gol di Bonucci ho stretto il pugno e ho gridato “alè” e il Signore avrà voluto punirmi; sarà che la notte precedente ho sognato Alciato col pizzetto che intervistava Medel, sta di fatto che non sono riuscito a chiudere occhio.
– Mi muovevo e mi spostavo, toglievo il cuscino e lo ripiazzavo sotto il capo, ma niente. Ho provato col sudoku, ho cercato in tv una partita a caso del Chievo e mi sono ritrovato a guardare Marzullo, ho finanche aperto un vecchio libro di filosofia, ma niente. Numeri, Meggiorini, Kant e i paradossi di Zenone non mi hanno procurato alcuna sonnolenza. Almeno fino alle 4.
– Di contro, a una notte in bianco si è contrapposta una giornata all’insegna del letargo. Le classiche domeniche in cui più dormi e più viene sonno.
– Dopo aver svolto le usuali mansioni mattutine del buon padre, ho approfittato della successiva assenza della famiglia per recuperare le ore perdute ed instaurare un lungo e rilassante rapporto d’amore con il letto prima e il divano poi.
– Solo grazie all’intervento della sveglia, alle 15, sono tornato nel mondo dei vivi.
– Un panino leggero, un caffè, due caffè e via. Riposato e fresco come una rosa ho acceso la tv per il consueto gufaggio.
– Nemmeno il tempo di sedermi che la Roma, grazie a un rigore che in questo periodo va così tanto di moda, si è portata in vantaggio. “Vabbè, ora distruggeranno l’Atalanta” mi son detto.
– Passati invece 10 minuti di nulla cosmico, nonostante la freschezza mia di cui sopra, mi sono ritrovato con una palpebra calante.
– Ho recuperato un altro poco di caffè ancora tiepido, ho tentato di tenere gli occhi aperti di fronte alle piroette di Ljajic e alle discese di Torosidis e ho visionato il programma delle altre partite e i relativi canali: Empoli-Parma; Palermo-Genoa e dulcis in fundo Chievo-Udinese.
– È bastata solo la lettura della formazione del Chievo che già russavo. Non ce l’ho fatta.
– Trascorsa un’oretta, il Minao mi ha chiamato al cellulare: che stai facenn?
“niente Antò, tentavo di restare sveglio, ma la Roma e il Chievo mi hanno stroncato” gli ho risposto. E lui: l’Atalanta ha pareggiato e vien ccà, ti faccio nu bellu cafè.
– Raggiante per il rigore di Denis, poco dopo ho raggiunto casa Minao e ancor più fresco e riposato di prima, mi sono accomodato sul suo famoso divano usufruendo della famosa panca per gli addominali, acquistata su internet, che egli usa la sera per posare i panni, mentre in occasione delle partite si trasforma in un poggiapiedi.
– Non era necessario, ma il caffè del Minao, notoriamente bruciato, mi ha dato una botta di vita quasi quanto un gol del Gonzalone o una vittoria a sorpresa del Monaco.
– La Roma intanto pareggiava definitivamente sotto una bordata di fischi, nel mentre il Minao mi ha sottoposto un articolo dal titolo “il paradosso di Zuniga: ingaggio da top player e minutaggio da emarginato” dicendomi: ma tu hai capito? Zuzu nientedimeno dopo due anni di riposo e 5 minuti giocati con la Fiorentina, non è stato convocato per affaticamento muscolare? Affaticamento?! Chist ci sfotte. E che biiiip (censura).
– Nemmeno troppo sorpreso, io ho invece pensato ai paradossi di Zenone della sera precedente. In particolare a quello di Achille e la tartaruga. E spontaneamente l’ho collegato al pensiero di Jorginho che di lì a poco sarebbe sceso in campo titolare.
– Mentre si constatava definitivamente la metamorfosi di Garcia, intervistato da Sky, da capo branco dei lupi da sbranamento di inizio stagione a una faccia molto più simile a una pecorella smarrita, il Minao ha avuto la brillante idea di cambiare canale e sintonizzarsi sulla partenza del gran premio di F1.
– L’ho visto molto preso dall’evento e, fresco e riposato come un ciclamino, non ho avuto il coraggio di dissuaderlo. Tempo 3 giri e la panca per gli addominali ha inevitabilmente ospitato entrambi i miei piedi. Ho ripreso a russare. Non ce l’ho fatta.
– Trascorsi tre quarti d’ora, mi ha svegliato lo stridente campanello di casa. Il Minao, in teoria attentissimo alle sorti di Vettel e Raikkonen, era in realtà stato anch’egli inghiottito dal divano dopo poche curve.
– I soliti amici della banda ci hanno raggiunti per la partita del Napoli e, vedendoci in quelle condizioni disastrose, il Giuffrè ha esordito con “uagliù, dobbiamo essere freschi e riposati come margherite, la partita è fondamentale. Mo’ vi faccio nu bellu cafè”.
– Nemmeno il tempo di riprenderci che Kulì ha beccato un’ammonizione. Il Minao: ma dai. È un fallo normale. Ma è proprio biiiip st’arbitro.
– Il caffè del Giuffrè, notoriamente sciacquato, ha fatto il suo dovere. Il Minao, nervoso quanto un allenatore dell’Ischia, all’ammonizione di Maggio è esploso. Un biiiiiip più lungo renderà l’idea di quanti morti avranno colpito la famiglia dell’uomo in casacca gialla ieri pomeriggio: “Ma allora chist è biiiip. Voglio sapè chi è? Chi è st’omm ‘e biiiip?”
“Antò, è Valeri. Quello di Doha”.
“Ah, buono. Mi è sempre piaciuto quest’arbitro”.
– Insigne ha iniziato a carburare e Hamsik è sempre stato presente quando il pallone varcava il centrocampo.
– Al 23′ proprio lo slovacco ha pescato magicamente sul filo del fuorigioco un solissimo Calle, quando tutta la difesa cagliaritana era certa che il pallone sarebbe finito tra i piedi di Higuain: controllo perfetto e palla nell’angolino. 1-0.
– Se avessi avuto ancora qualche neurone appisolato, in quel momento sarebbe schizzato dalla testa per esultare insieme a tutta la banda. Mentre la panca si è trasformata nel poggianatiche dei ritardatari alla visione.
– Un minuto dopo il risultato è rimasto invariato, nonostante il raddoppio di Calle. Sì, il salvataggio in scivolata sul ramingo Mpoku è valso quanto un gol.
– Il telecronista: sembra essere la settimana del Napoli. 
Rumori sinistri di ravanamento manuale hanno invaso la stanza del Minao. 
– Andujar ha parato di piede su Avelar e Jorginho ha steso un avversario entrando in ritardo. La tartaruga di Zenone è Bolt al suo confronto.
– Il Napoli ha controllato il gioco e in un paio di contropiede avrebbe potuto chiudere la partita. Specie quando il pallone passava tra i piedi del capitano.
– Brkic prima ha salvato su Hamsik con un volo sotto la traversa e poi nulla ha potuto sulla girata fantasmagorica di Insigne, sempre trovato da Marek in area di rigore.
– “Ma perché Lorenzo non esulta?” ci siamo chiesti tutti. Dal replay si è infatti capito che Balzano si è travestito da Schachner e con un colpo di testa ad anticipare ha realizzato un autogol bellissimo.
– Chissà se per Hamsik vale come assist nelle statistiche.
– Il tempo si è chiuso con uno Zeman imbalsamato e il Giuffrè che ha chiesto: perché non giriamo sulla formula 1? Vediamo che ha fatto la Ferrari.
L’ho guardato talmente storto che è andato in cucina, senza insistere, a fare nu bellu cafè. 
– Con un altro caffè in corpo, con Farias ancora in campo e memore della partita di andata, comunque non riuscivo a stare tranquillo.
– Benitez ha ordinato il cambio prima del 60′ e questa è una notizia. Solo che ci si è messa la sorte. Il pallone non usciva mai dal campo e Gabbiaridi è così entrato dopo 6 ore di stretching ed attesa.
– Sono bastati pochi istanti però, per entrare nel taccuino dei marcatori: un tiro dalla sua zona che non ha lasciato scampo a Brkic.
– Quando Gabbiaridi non coglie il palo, è gol.
– Nell’occasione, la difesa sarda lo ha guardato controllare, sistemarsi il pallone e tirare. Roba da schiaffi.
– Successivamente, con l’espulsione di Maggio, la partita è entrata in coma. Una sorta di Gran Premio su prato. Lo ammetto, mi sono addormentato per qualche minuto. Non ce l’ho fatta.
– Mi ha risvegliato il telecronista che ha chiuso il commento ribadendo: e sì, è la settimana del Napoli. E il Minao con una mano sui biiiip: ma chist lo fa apposta? Ma quale settimana? Noi non ci fermeremo più fino a Maggio. Ma chi è stu biiip ‘e telecronista? 
E mentre lo diceva si è cambiato per uscire, poggiando gli abiti sulla panca per gli addominali.
– Raggiante per la vittoria, sono tornato a casa e, in piena tempesta tachicardica a causa dei troppi caffè, ho iniziato a pensare che sarebbe stata un’altra notte insonne. E questo mi ha ulteriormente innervosito. “E mo’ come faccio? Devo dormire. Domani devo alzarmi presto”.
– Dopo aver accolto il ritorno della famiglia e svolto le mie mansioni da buon padre, ho tirato fuori il sudoku, la registrazione di “Buffa racconta Paloschi” e il libro sui paradossi di Zuniga. Ma, ovviamente, niente.
– Per far passare il tempo, pur controvoglia, ho iniziato a seguire il derby di San Siro che poco prima Sky aveva presentato come una finale di Champions.
– Bene, mi sono risvegliato sul divano stamattina.
– Non ne sono certo, ma nonostante credo di aver avuto l’incubo di Alciato col pizzetto che intervistava Inzaghi, che da quando allena il Milan sarà invecchiato di 15 anni, mi sono risvegliato fresco e riposato come un tulipano. E fiducioso.
– Siamo a meno 5 dalle romane. Mancano 7 partite. Dopo lunghi mesi di assenza, Calle, Hamsik e Insigne sono tornati. Io continuo a crederci sempre di più. 
Bisogna essere freschi e ripostati come mughetti, tenere i nervi saldi ed essere determinati, vigili e svegli. 
A proposito, ma poi il derby com’è finito? 
Datemi un caffè. 
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca. A parte Valentino.
Gianluigi Trapani
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