Dalla lettera di Gianni Montieri a Bruno, romanista
Caro Bruno, amico mio, la prima idea del risultato me la sono fatta intorno alle 15,30 quando ho letto un tuo tweet, tweet per me. Il tweet delle 14,23 recitava: «Ciao giannimontieri avete trovato il De Sanctis che non ti aspetti quest’anno. J». Bruno mio, siccome sono ottimista ho pensato che De Sanctis non avesse rilasciato interviste, sarebbe stato un miracolo. Scopro invece che ha compiuto almeno tre grandi parate e che voi avete vinto con un unico tiro in porta, che devo dirti amico mio, buon per voi. Si vince con un gol in più degli avversari, questa è la verità. Il tuo tweet l’ho aggiunto ai preferiti solo perché ti voglio bene. Ci riaggiorniamo l’anno prossimo.
Dalla lettera del Vesuvio ad alcuni tifosi romanisti
Cari tutti, io sono un Vulcano e non amo ripetermi né quando erutto né quando parlo. Farò un’eccezione, oggi. Ho già detto poco tempo fa che la città di Roma non è poi così lontana dalla mia portata. Certo, bisogna considerare alcuni fattori, ma credetemi, se nel giorno in cui decidessi di eruttare girasse il vento giusto, la A1 fosse libera, il raccordo anulare percorribile, sarebbe un piacere per me farvi un lavaggio col fuoco, come piace a voi, che ve lo ricordereste fino alla notte dei tempi. Pompei, al confronto, è una doccia. Perciò state attenti e, vi imploro, almeno negli insulti dimostrate un po’ di fantasia.
Dalla lettera di una pastiera a Benitez
Caro Rafa, sono il dolce pasquale a te riservato, sono fatta in casa. Tu capirai l’amore con cui sono stata preparata, quello che ci mettevano le nonne. Anche tu ricorderai i dolci spagnoli che mangiavi da piccolo. Caro Rafa, dopo questa partita molti penseranno che tu non mi meriti. Sono stupidaggini, sicuramente in queste ultime (troppe) sconfitte esterne in campionato ci sono anche tue responsabilità, ma non credo che i nostri calciatori, tra gol mangiati ed errori difensivi, ne abbiano di meno. Contano tante cose, comprese la sfortuna e i chitemmuort’. Quindi io resto la tua pastiera, buona pasqua.
Dalla lettera di Gianni Montieri ai calciatori del Napoli
Uagliù proviamo a capirci. Abbiamo sempre detto che il Napoli un gol lo prende, e che per vincere deve farne almeno due. Mi spiegate perché di colpo vi è diventata chiara soltanto la prima parte della frase? Vogliamo riacquistare un po’ di lucidità sotto porta? Vogliamo tornare a segnare come sapevamo? Chi maneggia le statistiche si domanda come sia possibile che il Napoli sia quinto e non secondo. Dati alla mano siamo la squadra più pericolosa del campionato. Quello che le statistiche dimenticano è che lo siamo anche per noi stessi. Manca un numero congruo di partite, tutte decisive, vediamo di concentrarci sulla seconda parte della frase: segniamo.
Dalla lettera di un bambino ai vertici della Figc
Cari signori grandi della Figc, mio nonno mi ha raccontato che quando andava allo stadio lui era un festa. Le tribune e le curve erano gremite e che per i bambini entrarci per la prima volta rappresentava un tuffo al cuore. Un’emozione indimenticabile. Ho visto le immagini della partita di oggi, mi sembrava un posto non adatto ai bambini, un posto non adatto a nessuno. Mio nonno non mi ha ancora portato allo stadio, ma ho solo otto anni, forse posso ancora sperare, voi che dite?
Dalla lettera del genere umano ad alcuni tifosi romanisti
Cari tifosi romanisti, ho visto gli striscioni che avete esposto oggi, volevo farvi un augurio. Auguro a nessuno di voi di provare il dolore derivante da una perdita, vi auguro di non provarlo mai. Le reazioni di ognuno di voi potrebbero sorprendervi e, certo, sarebbero tutte diverse. Soltanto una cosa sarebbe uguale per tutti voi: lo squarcio che il dolore crea. Quello che nessuno può cucire. Quello che mai passa.
Note a margine:
– L’ultima volta che la Roma aveva vinto in casa Nerone era ancora vivo.
– L’ultima volta che il Napoli ha vinto fuori casa Masaniello era in fasce.
– L’ultima volta che ho comprato La Gazzetta Gianni Brera era vivo.
– Bentornato Insigne, buona pasqua soprattutto a te.
Gianni Montieri