Oj vita mia a Wolfsburg. Grandioso regalo di compleanno del Napoli a Benitez. Una squadra a sorpresa, quella azzurra, veloce, compatta, micidiale in contropiede, di grande intensità difensiva e di tono atletico al massimo. Tutti sugli scudi sbriciolando il Wolfsburg (4-1) alla Volkswagen Arena.
La semifinale di Europa League è a disposizione degli azzurri. Il ritorno al San Paolo (giovedì 23) sarà una festa.
Il Wolfsburg, secondo nella Bundesliga, non perdeva una gara in casa da novembre quando fu battuto 2-0 dall’Everton in Europa League. Il Napoli l’ha letteralmente cancellato dal campo punendo severamente la difesa larga dei tedeschi. Nell’area di Andujar, poi, le temute torri del Wolfsburg non hanno vinto una sola palla alta.
Il Napoli ha dominato su tutto il campo. Cancellati gli assi del Wolfsburg. De Bruyne fuori partita, il gigante Dost addomesticato, Caligiuri contenuto, ridicolizzati i centrali della difesa Naldo e Knoche, poco protetti dai due centrocampisti (Luis Gustavo e Guilavogui) troppo alti.
Dopo un quarto d’ora in cui il Wolfsburg imponeva la sua pressione, il Napoli è uscito alla grande con eleganti disimpegni difensivi, una attenta gestione del centrocampo e scatenando gli attaccanti come non succedeva da tempo.
Benitez ha schierato la “sua” squadra. Britos e non Koulibaly in difesa, David Lopez e Inler in mediana pretendendo che costruissero gioco (da qui l’esclusione di Gargano), ma, soprattutto, il tridente dei bei tempi. Dietro Higuain le “stelle” non più spente: Callejon, Hamsik, Mertens.
Era una trasferta dura, difficile, da salvare la pelle. E’ stato un trionfo. Al primo affondo, sul lungo lancio di Mertens, Higuain (inutilmente pressato da Rodriguez), controllava di petto e fiondava nella porta di Benaglio (15’). S’è capito subito che il Wolfsburg avrebbe patito sulle puntate offensive del Napoli che spesso andava avanti a due tocchi e con lanci precisi. Gemevano gli spilungoni della difesa tedesca, Naldo (1,98) e Knoche (1,90).
Un gol in trasferta era già un prodigio. Ma la festa azzurra era appena cominciata. Il raddoppio disorientava completamente i tedeschi in balia di un Napoli coraggioso, preciso, di grande concretezza offensiva. Maggio si liberava di Schurrle a centrocampo con una magia, palla veloce per Higuain, servizio impeccabile per Hamsik in posizione di centravanti fra i due centrali tedeschi larghissimi e gol di piatto di Marek (23’ Benaglio sfiorava il pallone).
Se è un sogno non svegliatemi avrebbero detto quelli dei tempi di Maradona e dello scudetto. Ma non era un sogno. C’era una sola squadra in campo. Il Wolfsburg tentava di guadagnare le corsie con Vierinha a destra e il campione del mondo Shurrle a sinistra. Ma Maggio era un ostacolo insormontabile per Schurrle. Qualche chance aveva Vieirinha che saltava Mertens, ma poi incocciava in Ghoulam.
Il Wolfsburg non andava mai al bersaglio, spazi e corsie dei passaggi chiusi implacabilmente da un Napoli compatto che poi si apriva improvvisamente per il contrattacco.
La festa doveva essere completa. Ed ecco che, con una mano, Andujar deviava sulla traversa il tiro violento dalla distanza di Schurrle (45’) dopo che Benaglio con le punta delle dita aveva deviato una palla-gol di Hamsik (43’).
Nella ripresa, il Wolfsburg non ha fatto in tempo a mettere confusamente paura al Napoli che andava velocemente ancora sotto. Gli attacchi del Napoli in ampi spazi, con palloni sventagliati lunghi, erano uno spettacolo. Sul lancio di Albiol per Hamsik, Marek metteva Higuain davanti alla porta, ma Benaglio salvava con una gamba (48’). In sintesi, ogni volta che il Napoli attaccava, il Wolfsburg era sempre sul punto di cedere. Cedeva ancora sul tris azzurro. L’errore di Guilavogui liberava Callejon per l’assist ad Hamsik che batteva ancora Benaglio (64’). Doppietta del principe azzurro (e sono cinque, quest’anno, i gol europei) e Wolfsburg all’inferno.
Hecking cercava di “muovere” la squadra con gli ingressi di Bendtner (altro colosso di 1,94) per il deludente Dost (57’) e il più mobile Perisic per Schurrle (64’). Ma il Napoli continuava a tenere molto bene in difesa dove accorreva anche Higuain e ripiegava Callejon.
Un grumo compatto di maglie azzurre presidiava l’area di Andujar. La difesa usciva addirittura in palleggio per innescare il contropiede. Era proprio uno spettacolo.
Benitez si esaltava nei cambi fiutando la serata straordinaria. Altro che difendere il 3-0. Il madrileno voleva di più, voleva altri gol. Ed ecco Insigne per Mertens (60’ in calo il belga), un attaccante per un altro. Ecco Gabbiadini per Hamsik (75’). Al diavolo il gioco all’italiana. Gioco offensivo per tenere in scacco il Wolfsburg sino alla fine. E così è stato.
Insigne era subito in partita, copriva più di Mertens, impegnava Benaglio (68’). Gabbiadini completava l’opera. Prima il gol di testa sul preciso cross di Insigne (76’), poi la traversa piena con uno dei suoi celebri tiri improvvisi da fermo (82’).
Il Napoli allentava la presa e, nell’unica occasione in cui si scopriva in difesa, prendeva il gol di Bendtner (79’), solo e a pochi passi da Andujar sul cross di Perisic sfuggito ad Albiol e a Britos. Intanto Andujar (quattro partite europee, due soli gol incassati) aveva fatto il fenomeno sulla deviazione ravvicinata di Guilavogui (69’).
Mimmo Carratelli
NAPOLI (4-2-3-1): Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; David Lopez, Inler; Callejon, Hamsik (75’ Gabbiadini), Mertens (60’ Insigne); Higuain (86’ Henrique).
WOLFSBURG (4-2-3-1): Benaglio; Vieirinha, Naldo, Knoche, Rodriguez; Guilavogui (70’ Arnold), Luiz Gustavo; Caligiuri, De Bruyne, Schurrle (64’ Perisic); Dost (57’ Bendtner).
ARBITRO: Lahoz (Spagna).
RETI: 15’ Higuain, 23’ e 64’ Hamsik, 76’ Gabbiadini, 79’ Bendtner.
EUROPA LEAGUE.
Quarti di finale, andata.
Wolfsburg-Napoli 1-4
Dinamo Kiev-Fiorentina 1-1
Bruges-Dnipro 0-0
Siviglia-Zenit 2-1.
RITORNO: giovedì 23 aprile.