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In dieci si gioca meglio, diceva Liedholm. Lo capì il Napoli di Mazzarri che a Catania fece zero a zero con l’uomo in più per 90 minuti

In dieci si gioca meglio, diceva Liedholm. Lo capì il Napoli di Mazzarri che a Catania fece zero a zero con l’uomo in più per 90 minuti

Questa volta, semel in anno, la penso come Max Gallo. Contro il Milan ho visto un Napoli maturo. Capace di non perdere la calma. Di aspettare il momento giusto per risolvere il match. Questo tipo di partita è molto rognoso. Perché monotono. Richiede una grande capacità di concentrazione. Basta infatti che ti distragga un attimo e addirittura ci resti secco. In dieci si gioca meglio che in undici diceva il grandissimo Nils Erik Liedholm. Grandissimo in campo. In panchina. Nell’esercizio dell’ironia. Nella ricerca del paradosso.

A proposito della difficoltà di giocare partite in superiorità numerica riporto un passo di un articolo relativo a Catania – Napoli del 23 settembre 2012: “Continua la maledizione del Massimino per il Napoli. I partenopei vengono stoppati sullo 0-0 da un compatto Catania, rimasto in 10 dopo solo un minuto di gioco per l’espulsione di Alvarez. Poche occasioni per la squadra di Mazzarri, che non è riuscita a creare veri pericoli nemmeno giocando 20 minuti con Cavani, Pandev, Insigne, Vargas e Hamsik in campo contemporanemente. Delusione quindi per la formazione napoletana, incapace di trovare soluzioni adeguate quando non gli è concesso agire in ripartenza….

Sì è vero Jorginho contro il Milan ha giocato malissimo. Maggio e Ghoulam non sono riusciti a fare molti cross a regola d’arte. Callejon ha sprecato svariate intuizioni di Insigne. Higuain è un campione ma non sa battere i rigori. Dai tempi di Moreno Ferrario o di Maradona non abbiamo un cecchino inesorabile dagli undici metri. Ma la squadra nel suo complesso voleva vincere e lo ha fatto. Nell’unico modo possibile. Giocando una partita di grande saggezza. Il Milan in dieci uomini ha imbastito uno dei più grandi catenacci che abbia mai visto attuare. In queste condizioni devi saper aspettare il colpo d’autore. Che con gli attaccanti di cui dispone Benitez era molto probabile prima o poi venisse. Hamsik, Insigne, Higuain, Gabbiadini, Callejon , Mertens… mamma mia …che spreco di talento. Prima o poi uno di loro doveva trovare la magia. E così è stato. La ha trovata Marek Hamsik, campione ritrovato. E poi la squadra ha addirittura straripato. Non abbiamo sempre detto che una squadra forte si riconosce dal fatto che vince anche se non gioca una grande partita?

Benitez ha fatto la sua parte dalla panchina. Ha adottato piccoli correttivi in corsa. E utilizzato al meglio gli uomini della panchina. Con pazienza. Perché quella contro il Milan è stata la vittoria della pazienza.

Pazienza, si legge in internet, è la necessaria calma, costanza, assiduità, applicazione senza sosta nel fare un’opera o una qualsiasi impresa. Esattamente l’atteggiamento del Napoli.

Insomma criticare questo Napoli è blasfemia.
Guido Trombetti 

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