45 anni è poco oltre l’età di mezzo, se tutto dovesse andar bene. Altrimenti due terzi o comunque parecchio. Insomma, non sono tantissimi. Ma nemmeno pochi. 45 anni, di cui 40 o poco meno vissuti intensamente allo stadio. Era facile per uno nato e cresciuto a via Lepanto, che conosceva le differenze dei boati: il gol, il quasi gol, il rigore. Ero infallibile nell’interpretazione.
Insomma, in tutti questi anni di episodi affascinanti e drammatici ne ho visti.
Ho visto bambini sui poggioli della tribuna in un Napoli-Juventus 0-2, mi sa che segnò Anastasi.
Ho visto un tremendo fuggi fuggi da panico per un falso allarme terremoto dopo il 23 novembre 1980. Mi batteva forte il cuore, ero con mia sorella. C’era Napoli-Milan in campo, mi sa che perdemmo anche quella.
Ho visto tante volte gettare le scarpe a fine partita e chiedere a mio nonno perché lo facessero, senza peraltro mai ricevere risposta.
Insieme con le scarpe, buttavano quei cuscini gialli che qualcuno usava perché i gradoni erano duri.
Ho visto in curva B entrare per tanto tempo una damigiana di vino; il proprietario distribuiva rosso e pane cafone. C’era Maradona, ancora anni Ottanta.
Ho visto distruggere lo stadio in un Napoli-Roma 1-3. Segnammo subito con Pellegrini, per loro segnò persino Chierico se non mi sbaglio. Distrussero i gradoni di marmo, spaccarono tutto e appiccarono diversi falò. Al rientro a casa assicurai che non mi ero spaventato sennò non mi avrebbero fatto tornare.
Ho visto adulti inginocchiarsi e piangere coi pantaloni zuppi quel giorno di novembre quando vennero espulsi Brio e Bagni. Non ricordo quale partita fosse.
Ho visto Paolo Rossi di legno, con la maglia del Perugia numero nove, impiccati. Era quel giorno del record di presenze, tuttora imbattuto.
Ho visto un Napoli-Juventus 5-0, era la Coppa Italia, loro erano tutti in Argentina per i Mondiali. Savoldi se non sbaglio ne segnò quattro.
Ho visto le Drinkpack. Qualche volte le ho anche bevute.
Ho visto Filippi.
Ho bevuto il mio primo borghetti a 14 anni, Napoli-Udinese 4-3, faceva un freddo mai visto.
Ho visto Carmignani piangere dopo una parera, mi pare col Genoa, e un signore gridare: “chiagnazza’ che chiagne a fa’, va a chiagne’…”
Ho visto Antognoni segnare sotto la pioggia.
Ho visto Krol uscire dall’area di rigore come un gigante con la spada in un Napoli-Inter, sempre sotto la pioggia.
Ho visto il Napoli perdere in casa 2-1 col Cosenza, in serie B. 3-0 in casa col Brescia, con Bruno centravanti (non Giordano, proprio Bruno).
Se dovessi elencare tutte le sconfitte viste non la finiremmo più.
Ho visto il gol di Bergreen.
Ho visto Agostinelli segnare in Coppa Uefa, di pomeriggio contro l’Olympiacos.
Ho visto Pellegrini fare capa e palo.
Ho visto Giannini espulso, con la maglia del Napoli.
Ho visto Diego uscire tra i fischi. Era Napoli-Pisa.
Ho visto un neonato, ma neonato, sotto la pioggia in tribuna in un Napoli-Reggina con tripletta di Denis.
Ho visto Blanc segnare di testa al Milan il giorno in cui loro vinsero lo scudetto.
Ho visto due anni di serie C.
Ho visto la gabbia eretta per la prima volta per un Napoli-Roma che finì 2-2, segnò anche Pecchia.
Ho visto un Napoli-Sampdoria del 1988 in un clima surreale, con la mia curva B cantare “dacci le quote, Giordano dacci le quote”. Quel Giordano là, un pezzo del mio cuore, che anni dopo vidi applaudire con la maglia sia dell’Ascoli sia del Bologna.
Ho visto la gente in lacrime in piedi battere le mani quel primo maggio.
Ho visto Zola fare fuori mezza Roma e mancare per un soffio il memorabile gol del 4-2 in un Napoli-Roma di Coppa Italia.
Ho visto Ferrario calciare i rigori e segnarli.
Ho visto per anni un vecchietto fuori lo stadio con un cartello: “È colpa tua se i figli non obbediscono. Ci dai troppi soldi in tasca”.
Ho visto Zalayeta fare gol a pallonetto a Julio Cesar.
Ho visto Murgita. Scapolo. Lucenti.
Ho visto applaudire qualche gol avversario particolarmente bello. Mancini con la Samp nell’anno del tracollo, Quagliarella con l’Udinese pochi anni fa.
Tante cose ho visto. Tantissime. Una cosa non avevo mai visto: l’esultanza al gol della squadra avversaria. Non l’avevo mai vista. Gente arrabbiata. Livorosa. Frustrata. Sono rimasto incredulo, scioccato. Se li avessi visti da piccolo, avrei trascorso le mie domeniche diversamente.
Massimiliano Gallo