Caro Mimmo, premesso che sono personalmente avido di tuoi commenti, fin da quando ho sognato di fare il giornalista a Napoli per poi ritrovarmi in Brianza a fare altro, sul tema degli “Indignados” permettimi di dirti che sono completamente d’accordo a metà.
Se gli “Indignados” includono l’ampia categoria dei tifosi veraci, qui vorrei parlarti di chi ha cominciato a studiare la materia “Napoli” svogliatamente, è stato rimandato a settembre e, dopo la “riparazione”, è diventato un appassionato cultore della materia.
Siamo una minoranza silenziosa, me ne rendo conto, ma non è da qualche parte sul Napolista che ho letto che si comincia ad amare Napoli sul serio quando la vita ti porta altrove?
Io “Rimandato” vorrei vincere tanto quanto mio cugino Rodolfo, “Indignado”. Anzi, preferisco un Napoli che vinca lo scudetto con largo anticipo, si aggiudichi la Coppa Italia e sogni un triplete in Germania, giusto per amore della citazione alla Catalano.
Ma come si fa? Se è mancata la personalità, cosa che ho letto spesso sul Napolista, e premesso che i pochi calciatori di personalità costano una follia, perché non concentrarsi prima sulla struttura? Tu stesso riconosci che la Juventus ha una programmazione superiore e una struttura efficiente. Con la grande casata che ha alle spalle, aggiungi.
Io invece vorrei chiederti: con il budget di un solo giocatore “di personalità” quanti pilastri metti per costruire le fondamenta di una struttura efficiente? Non pochi, a naso. Chiamiamoli Top Manager e magari affidiamone la selezione ad un’agenzia di “cacciatori di teste” (quanto sarebbe divertente leggere i criteri di reclutamento). Mi chiedo con semplicità quasi banale: non sarebbe questo tipo di ambiente a rendere inevitabile il successo? Certo ci vuole tempo, certo De Laurentiis dovrebbe circondarsi di una task force che toglierebbe un po’ di occhi di bue, ma riesco a illustrare il punto di vista di chi ha visto che le cose crescono e si consolidano solo se si fanno strutturalmente “per bene”? Fai una cosa semplice, ma falla bene. Costruisci la struttura, anche perché giocatori e allenatori passano, la società resta.
Non c’è più la forza economica di trattenere i migliori calciatori: questo è un grande punto di partenza! Allora la riflessione non sia su Aurelio “caccia ‘e sordi”, sulla conduzione autarchica, sul presidente-padrone, piuttosto sull’evitare che la dimensione della “provinciale di lusso” sia l’alibi che mantiene i tifosi appassionati in quello stato governabile (e maneggiabile) di perenne attesa.
La minoranza silenziosa dei “rimandati a settembre” questo nota e questo teme, un po’ al di fuori dall’autolesionismo che paventi e tremendamente dentro i perculeggiamenti contro noi tifosi del Napoli lontani da Napoli. “Emigrante?”. “No, veramente sono in viaggio”.
Con stima
Marco Del Checcolo
ilnapolista © riproduzione riservata