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Andrea Agnelli: «I risultati in Europa di Juve, Napoli e Fiorentina sono merito dei club, non del calcio italiano»

Si è tenuta oggi la conferenza stampa di fine stagione del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che si è soffermato su molti temi di interesse generale per il calcio italiano, dai risultati nelle competizioni europee al processo di riforma del sistema calcio italiano.

Sulla Champions League. “Arrivare in finale è stato un grande risultato. Punto di partenza per noi. Difficile fra un anno arrivare a Milano. Abbiamo vinto la decima coppa Italia e il 33esimo scudetto. Orgogliosi di questa stagione. A Berlino venti minuti esaltanti che potevano portarci alla vittoria. Poi il calcio è fatto di episodi. Consapevoli che seppur vicina Milano 2016, non è detto che arriveremo in finale l’anno prossimo”

Sulle possibili partenze. “Nella Juve siamo tutti utili e nessuno è necessario. Lo dissi anche un anno fa. Morata? È il presente della Juve, sul futuro dovete chiedere a Marotta”.

Risultati economici e risultati sportivi. “Siamo arrivati a 315 milioni di fatturato. Situazione che ci permette di competere con le grandi d’Europa. La Juventus parte per vincere le competizioni che gioca, però non conta solo quanti trofei alzi, ma arrivare competitivi in primavera per tutti gli obiettivi. Da ieri siamo già al lavoro per raggiungere altri successi l’anno prossimo e negli anni a venire”.

Italiane competitive in Europa. “La finale della Juve e le semifinali di Napoli e Fiorentina non sono un successo del calcio italiano. Ma un successo di queste tre società che sono arrivate lontano in Europa, non grazie al calcio italiano. Ma perché hanno lavorato molto bene”.

Novità prossima stagione. “Come Lega Serie A, invece, abbiamo investito su gol/non gol”

Cessione Milan. “Faccio fatica numericamente a trovare la quadra sulla valutazione data al #Milan. C’è il valore del marchio ma non so”

Sistema calcio italiano. “La Federazione dovrebbe avere una serie di calciatori (come Uefa) che rappresentino il sistema valoriale del calcio. Invece stiamo ancora discutendo se nel derby è stato lanciato un petardo e da chi. Tavecchio non ha la bacchetta magica per cambiare le cose, ci vuole progetto di tutte le componenti calcio per cambiare. Il calcio italiano – ha aggiunto – ha bisogno di un progetto di sviluppo di medio-lungo periodo, condiviso con tutti gli stakeholders, e che sia poi applicato con disciplina. Noi continuiamo ad avere le nostre idee e a portarle avanti, sperando prima o poi di convincere la maggioranza. Oggi il calcio italiano è il numero 4, deve tornare ad essere il numero 1

Rapporto con le altre leghe Ma qual è il ruolo della Lega Pro nel sistema calcio? Qual è quello della Lega di B? E quello della Lega di A? Non li vedo”.

Sulla Serie B “Ci chiediamo cosa sia la Serie B oggi e cosa era 20 anni fa. Prima creava talenti, oggi non più. Se la serie B riuscisse a sviluppare un vero progetto di crescita per il calcio, allora la Serie A dovrebbe investire su questo”.

Scandalo FIFA “Prematuro fare commenti sullo scandalo Fifa, ogni giorno escono fuori nuovi elementi, l’unica cosa che posso dire sulla #Fifa è che non da una bella immagine del calcio”.

Sulla Juventus ritenuta troppo più forte delle altre squadre italiane “Non mi sento isolato, le partite vanno tutte giocate e vincere in Italia è sempre difficile. Sul livello del calcio italiano voi (giornalisti ndr) guardate e giudicate le partite. Ad esempio quest’anno il miglior esempio per il calcio italiano l’ha dato l’Empoli per risultati e qualità del gioco in relazione ai suoi obiettivi”.

Sulle proprietà straniere di squadre italiane “Rivalità sul campo con la Roma è forte, ma con Pallotta mi trovo in estrema sintonia sullo sviluppo del calcio italiano, anche con Thohir mi trovo molto bene su discorsi di sviluppo del nostro calcio, lui ha esperienza di sport americano. Noi non stiamo partner stranieri, non ne abbiamo bisogno. Il lavoro fatto finora, con il pieno supporto di Exor e di mio cugino John, ci ha permesso di intraprendere un percorso di investimenti che oggi ci permettono di pensare al 5-6 posto in Europa. Continuiamo a lavorare con la fiducia di Exor”.

Futuro “Spero che con il tempo saremo capaci di aggregare la maggioranza su come far tornare il calcio italiano numero 1 al mondo”.
Andrea Iovene

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