
La stagione calcistica europea si è conclusa appena la scorsa settimana con la finale di Champions League, ma il calcio non si ferma e tra meno di venti giorni ricominciano le coppe con i primi turni di qualificazione.
Ignorati dalle televisioni e relegati a un trafiletto sui giornali, i primi turni delle competizioni europee sono spesso un modo per fare un salto nel tempo e nello spazio alla scoperta di nobili squadre un po’ decadute, club tra i più antichi per fondazione e città letteralmente ai quattro angoli del continente.
L’Europa League per quanto bistrattata dall’Uefa sul piano dei ricavi e dei premi (che però cresceranno dalla stagione entrante) è una competizione che davvero rappresenta al meglio l’idea di torneo europeo, coinvolgendo tutte le nazioni e non solo le squadre delle” Top 5 european league” (Premier, Liga, Serie A, Bundesliga, Ligue 1).
Al via ci sono 158 squadre, solo 16 sono già qualificate per la fase a gironi che prenderà il via il 17 settembre, ma ben 104 scenderanno in campo per la gara di andata del Primo Turno di Qualificazione (sorteggio il 22 giugno) che si disputerà con gare di andata e ritorno (2-9 luglio).
Tre squadre sono state qualificate con il Premio Fair Play Uefa: il West Ham United (Eng), il Go Ahead Eagles (Ned) e lo University College Dublin (Ire). Tra queste, il club inglese è certamente il più famoso e si appresta a disputare la competizione europea in una stagione particolare: sarà infatt l’ultima disputata nella sua storica casa lo stadio di Upton Park, costruito nel 1904, che lascerà nel 2016/17 per trasferirsi nello stadio Olimpico di Londra acquistato dal club dopo le Olimpiadi 2012. Gli olandesi del Go Ahead giocheranno le coppe pur essendo retrocessi in campionato, non si tratta di un inedito, accadde lo stesso anche al Wigan Athletic che dopo aver vinto la FA Cup retrocesse, disputando l’Europa League 2013/14 mentre partecipava alla Championship.
Dalla penisola balcanica arrivano invece l’Hajduk Spalato, storico club croato dal cui settore giovanile sono usciti giocatori importanti come Alen Boksic, Robert Jarni, Igor Tudor e anche vecchie conoscenze napoletane come Milan Rapajc (clamoroso un suo gol di mano contro gli azzurri in un Perugia-Napoli) e l’indimenticato, per la sua lentezza in campo, Aljosa Asanovic. Per quanto invece riguarda il club serbo del Vojvodina, è celebre per aver dato i natali al grande giocatore ed ex-allenatore Vujadin Boskov ed in tempi più recenti a Sinisa Mihajlovic. Infine c’è la Stella Rossa Belgrado, club più titolato nell’ex Jugoslavia che vanta tra le altre la vittoria in Coppa dei Campioni ed Intercontinentale nella stagione 1990-91.
Dall’Ungheria arriva invece l’MTK Budapest, club fondato nel 1888, che ha tra gli altri dato i natali sportivi a Nándor Hidegkuti, uno dei giocatori più forti della cosiddetta “squadra d’oro”, la nazionale ungherese degli anni ’50. Tra le sue fila ha militato anche Bela Guttmann, allenatore giramondo (in Italia al Milan, alla Triestina e al Padova) che vinse il campionato brasiliano alla guida del San Paolo e due Coppe dei Campioni con il Benfica nel 1961 e 1962. Celebre ancora oggi la maledizione che lanciò al club lusitano dopo il suo addio “non vincerete più..” in considerazione del fatto che dal 1962 il Benfica non ha più vinto trofei internazionali pur avendo collezionato diverse finali.
Ai nastri di partenza anche squadre che il Napoli ha incrociato nel corso degli anni dallo Slovan Bratislava affrontato qualche mese fa, fino allo Skonto Riga affrontato e battuto ai Trentaduesimi di Coppa UEFA nel 1994 ed ancora alle squadre svedesi dell’Elfsborg (affrontato ai preliminari di Europa League nel 2010 e partita di esordio di Cavani in maglia azzurra) e dell’AIK contro cui nel 2012 Edu Vargas mise a segno addirittura una tripletta.
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Andrea Iovene