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Con 250mila euro Save the Children bonifica e restituisce a Barra i campi sportivi e le aree verdi dimenticati dal Comune. «È il vostro Bernabeu, ora tutelatelo»

Con 250mila euro Save the Children bonifica e restituisce a Barra i campi sportivi e le aree verdi dimenticati dal Comune. «È il vostro Bernabeu, ora tutelatelo»

Quattro mesi: tanto ci ha messo Save the Children – l’organizzazione internazionale che dal 1919 si occupa della tutela dei diritti dell’infanzia – a ripulire, sistemare, bonificare e riqualificare i campi sportivi e le aree verdi di via Mastellone che da anni giacevano sepolti sotto cumuli di rifiuti, erbacce e lamiere. 

Quattro mesi per quattromila metri quadrati, dunque. 

A febbraio son partiti i lavori e a giugno i bambini e i ragazzini di Barra, quartiere della periferia ad Est di Napoli, già scorrazzavano sui nuovi terreni di gioco armati di trampoli, palloni da calcio e di basket e di attrezzi svariati per le attività circensi. Il tutto gratuitamente visto che gli spazi erano e restano pubblici e Save the Children si è “limitata” a far quello che da tempo avrebbero dovuto fare le istituzioni locali e cioè stanziare fondi per rimettere in sicurezza la zona. 

«Mancanza di risorse» dice la presidente della Sesta Municipalità, Anna Cozzino. 

Eppure quella messa a disposizione dall’organizzazione per ridar vita agli spazi di Barra non sembra una cifra proibitiva per l’amministrazione della terza città d’Italia. 250 mila euro: tanto ci voleva per rimettere a posto quest’area in cui per anni, sotto gli occhi di tutti, nonostante le condizioni pericolosissime e complici le recinzioni malferme e zero controlli, con la pioggia o sotto il sole centinaia e centinaia di ragazzini hanno rischiato la vita per misurarsi in epiche sfide calcistiche con i coetanei del vicino campo rom, adesso sgomberato per far posto a un’isola ecologica del Comune. 

E adesso che il centro è aperto, e già duecento tra bambini e ragazzini tra i 6 e i 16 anni frequentano il campo estivo, la Municipalità promette sorveglianza e tolleranza zero contro i vandali. Ma le famiglie non si fidano e preferiscono fare da sole. «Controlla il Comune? Figuriamoci, qui per anni non abbiamo mai visto nessuno – dice Anna -. Io ho due figli che frequentano il campo estivo, uno gioca a calcio e l’altra impara le attività del circo. Fa la funambola. La mattina non vedono l’ora di venire qui e se non ci fosse il campo estivo starebbero come al solito per strada, mica posso tenerli tutto il giorno in casa senza la scuola e con questo caldo? Per noi questo “Punto Luce” è una felicità immensa. Non si può capire. Ecco perché quando la sera vedo qualche malintenzionato intervengo personalmente. L’altra sera ho visto un ragazzo che cercava di sradicare il canestro del campo di basket. Siccome lo conoscevo, l’ho fermato, rimproverato e poi ho chiamato la sua famiglia. A Barra non abbiamo più niente, non c’è un cinema, non c’è un teatro, tra un po’ non ci saranno nemmeno più i negozi, quel poco che abbiamo ce lo dobbiamo difendere da soli».

A gestire concretamente le attività del “Punto Luce” Save the Children di Barra saranno le tre cooperative Il Tappeto di Iqbal, Terra e Libertà e Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti). A loro il compito di preparare e curare le attività sportive e motorie, i laboratori creativi, le attività circensi e teatrali e, non da ultimo, le attività di supporto allo studio e all’uso responsabile di Internet e dei nuovi media. A settembre, infatti, sempre in maniera completamente gratuita, con la ripresa delle lezioni il centro prenderà a funzionare anche come doposcuola pomeridiano.

«Con “Illuminiamo il futuro” il nostro obiettivo – spiega Raffaella Milano, direttrice dei programmi Italia/Europa di Save the Children – è quello di intervenire nei contesti più deprivati di servizi per l’infanzia riqualificando spazi già presenti sul territorio e rendendoli sicuri e funzionali per la cittadinanza. L’investimento di Barra va in questa direzione. Qui in quattro mesi abbiamo riqualificato due campi sportivi, un’area verde per il gioco e il tempo libero, una struttura per le attività di laboratorio e un centro socio-educativo di circa 160 metri quadrati messo a disposizione dalla vicina scuola media Rodinò».

«Dopo il Punto Luce aperto un anno fa nel quartiere Sanità –  spiega Luigi Malcangi, responsabile campano di Save the Children  – abbiamo scelto Barra perché è nella periferia orientale di Napoli che si registra il maggior tasso di dispersione scolastica e povertà educativa. Questi campi erano davvero in condizioni pietose e nei nostri sopralluoghi ci siamo resi conto che nonostante fossero praticamente inagibili e pericolosi i ragazzi del quartiere ci trascorrevano anche 12 ore al giorno. Ecco perché abbiamo scelto di aprire qui il secondo Punto Luce napoletano. E il quartiere ha reagito in modo meraviglioso. Siamo aperti da un mese e già ci sono 200 bambini che seguono i corsi di calcio, basket e circo. Le famiglie sono contente anche perché non si tratta di un’iniziativa limitata al periodo estivo, per i prossimi tre anni continueremo con le attività anche alla ripresa delle lezioni, con il doposcuola pomeridiano. Insomma, noi ci saremo, vogliamo diventare un punto di riferimento per il quartiere, per i ragazzi e per le famiglie. Ai ragazzi e alle ragazze di Barra però l’ho detto chiaramente. Giocavate in una discarica, adesso avete il Santiago Bernabeu. Tocca a voi trattarlo bene».
Anna Trieste

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