Aurelio De Laurentiis ha un problema col passato. Chi non ce l’ha, direte voi. Mal tollera chi lo abbandona. Capitò con Mazzarri, nei cui confronti non smette mai di ricordare il mancato acquisto di Verratti, e sta capitando con Benitez. Raramente gli riesce di far confluire un’esperienza precedente in quella presente. Anche con la gestione Sarri si sta comportando allo stesso modo. Per non parlare del Napoli prima del suo avvento. A partire da quel tweet della società in cui si faceva dire all’allenatore toscano che il centro di Castel Volturno era perfettamente idoneo alle sue esigenze.
Stamattina, alla presentazione della nuova maglia ufficiale, ha offerto una nuova dimostrazione della sua virata. L’anno scorso ai tifosi che lo contestavano a Dimaro rispose che il Napoli avrebbe puntato allo scudetto. Quest’anno, ai cori sulla maglia sudata, ha risposto che «con Sarri quest’anno la maglia sarà sudata». Come a dire che l’anno scorso non lo fu. Una caduta di stile. Un po’ come chi parla male dei proprie ex o delle propre ex. Magari nello scomposto tentativo di ingraziarsi ulteriormente il partner di turno. Tra l’altro, senza sudare la maglia, il Napoli qualcosa lo ha fatto in questi due anni. E il presidente dovrebbe saperlo.
Per accreditare il presente non è indispensabile rinnegare il passato. È un’evoluzione, è un percorso. Ed è anche un modo per non addossare ulteriori responsabilità a chi oggi ha il compito di guidare il Napoli. Affinché magari tra qualche anno a una futura presentazione non si parlerà male della toscanizzazione. Sarri sembra comunque avere le spalle larghe e ha replica così a De Laurentiis (che ha scaldato il popolo con “Il mister è qui e vuole vincere”): «Vincere è difficile in tutte le categorie, cercheremo di lavorare per essere sempre più competitivi e grazie a voi ce la faremo».