Dopo Fabio Caressa, che ha definito il Napoli la squadra nettamente favorita per lo scudetto, anche la Gazzetta dello Sport sdogana la squadra di Sarri. E lo fa con un articolo di Luigi Garlando che parte dalle dichiarazioni del cardinale Sepe e ammonisce: “attenti a non sbolognare le sue parole”.
Sintetizzando, Garlando scrive:
1) Mentre gli suadroni o presunti tali vanno a fare business in Oriente e inseguono amichevoli di lusso, a Dimaro Sarri ha piantato un gonfaloni con su scritto «Maglia sudata».
2) I giocatori sono entusiasti, gli anni scorsi si allenavano in casa col tapis-roulant per sopperire all’insoddisfacente preparazione di Benitez.
3) Albiol è euforico per esercitazioni difensive molto più curate nonché per la maniacalità dell’allenatore.
4) La presenza di Allan e il ritorno del centrocampo a tre dopo la cocciutaggine di Benitez in nome del “dogma immutabile del 4-2-3-1”. Ora la “diga striminzita può diventare una diga solida se il trequartista si abbassa a dare una mano”. “E non avverrà più che gli avversari arrivino in porta col telepass”.
5) Al fianco di Valdifiori e Allan anche Hamsik potrà rifiorire.
6) “La conferma di Higuain vale come l’acquisto di un top-player. Le verticalizzazioni di Sarri che cercano subito la prima punta lo terranno nel vivo del gioco, non rischierà più di annoiarsi in attesa dell’invenzione di un esterno”.
7) Il ritorno di Reina
8) “La nostra sensazione è che la profezia del cardinale Sepe abbia basi solide”.
Due i punti che potremmo definire scettici
9) Se “Sarri saprà arginare l’esuberanza di De Laurentiis che siede in panca come con Rafa non osava”.
10) La comunicazione del Napoli. “Presentare il nuovo tecnico e il nuovo Allan solo a pochi intimi e non a tutta la stampa, come si usa per convenzione di civiltà, sa di Medioevo. Napoli e il Napoli meritano il Rinascimento”.
(foto di Matteo Ciambelli)