In una città che ha vissuto per secoli sostanzialmente immutata e che è stata trasformata attraverso brevi ma impetuose azioni umane negli ultimi tre secoli con ad esempio il cosiddetto Risanamento di Napoli e poi nel novecento il sacco della città con la cementificazione selvaggia nelle aree centrali come nelle periferie, tutto è portato a sembrare invariabilmente fermo.
In realtà come mai prima d’ora la città di Napoli sta vivendo una serie di trasformazioni su scala urbana che se assecondate da un lungimirante governo della città e dal supporto dei privati, potrebbero finalmente portare l’ex capitale borbonica ad essere una metropoli di dimensione e livello europeo a tutti gli effetti.
Le trasformazioni di cui parliamo sono quelle più visibili sul territorio della città, l’avanzamento della Metropolitana nell’area centrale come pure nelle periferie apre alla possibilità di una reale mobilità nell’ambito urbano contribuendo a limitare la percezione di esclusione di alcuni quartieri, centrali come periferici. Il completamento della Linea 1, della quale sono già partiti i lavori anche per le stazioni del Centro Direzionale, Tribunale, Poggioreale e Capodichino, consentirà una mobilità totale sull’asse Aeroporto-Stazione-Porto, con un impatto notevole sull’accessibilità per i turisti. Mentre questa parte dei lavori è di competenza del Comune di Napoli, il tratto che dall’aeroporto chiuderebbe la linea fino alla stazione di Piscinola è di competenza regionale (questi cantieri sono fermi da alcuni anni), l’auspicio è che il cambio della guardia a Palazzo Santa Lucia porti allo sblocco della situazione.
Ma la metropolitana di Napoli è anche Linea 6, quella che porterà da Piazza Municipio fino alla Mostra d’Oltremare, collegando agevolmente la zona fieristica ed universitaria con il centro della città e il lungomare attraverso le stazioni Arco Mirelli, San Pasquale e Chiaia. I progetti prevedono poi l’estensione della linea verso Bagnoli con le stazioni Campegna, Acciaieria, Città della Scienza e Porta del Parco, ma questi lavori sono ancora in attesa di copertura finanziaria.
Importante è anche la riqualificazione della linea di costa sia ad Ovest a Bagnoli che ad Est a Vigliena, due splendidi scenari che attualmente sono negati alla fruizione di cittadini e turisti, negando quindi anche opportunità di sviluppo e lavoro. Anche la riqualificazione degli assi viari ha un ruolo importante nel mutamento d’aspetto della città, il prossimo step muoverà verso est con la riqualificazione di via Marina da corso Garibaldi fino a via Pazzigno, cambiando radicalmente il volto degradato di questa arteria d’accesso alla città. Sempre in questa zona è prossima alla consegna anche la nuova sede dell’Università Federico II, che offrirà opportunità e nuova vitalità al quartiere di San Giovanni. Ad ovest invece si procede già da questo mese di Luglio con l’avvio del grande progetto Mostra, con lavori che recupereranno la Torre delle Nazioni e molti altri spazi, restituendo la piena disponibilità di questa grande opera architettonica, che già con l’apertura quotidiana in atto è tornata ad essere a tutti gli effetti uno spazio della città.
Non mancano inoltre gli interventi di recupero di monumenti sparsi nei vari quartieri con il progetto Monumentando, grazie al contributo degli sponsor è stato possibile rinnovare ad esempio il ponte d’accesso in legno al Maschio Angioino, oppure la Fontana del Carciofo, l’Ingresso Monumentale del Virgiliano, le Fontane di Piazza Mercato, e molti altri ancora in corso per un totale sperato di ben ventisette.
A questo quadro di trasformazioni come si nota mancano però alcuni pezzi, come ad esempio il recupero dell’area dell’ex Italsider, o ancora ad ovest il palasport ed Edenlandia, la ristrutturazione dello Stadio San Paolo, mentre al capo opposto della città il progetto di Naplest è ben lontano dall’essere completato. Cosa hanno in comune tutti questi interventi? Semplice, la partnership pubblico-privato. Per paradossale che possa sembrare, quasi tutti i principali cantieri di trasformazione aperti in città sono finanziati dal denaro pubblico ed hanno enti pubblici (principalmente il Comune) come promotori. Iniziative di soli privati non esistono, eppure le opportunità non mancano. I dati sulle presenze turistiche in città hanno toccato nel 2013 e nel 2014 punte mai raggiunte (con i ricavi da tassa di soggiorno passati da 2,3 a 3,2 milioni di euro), e le proiezioni per il 2015 sembrano indicare che verranno anche superate. Turisti che hanno anche incrementato la loro permanenza media in città e che ovviamente generano entrate importanti nei settori dell’accoglienza, della ristorazione, dei poli museali, del commercio. E sono tante le iniziative degne di nota nate in risposta a questa nuova opportunità, ad esempio tanti i nuovi ristoranti, bar e trattorie nati nelle aree centrali, ma manca ancora un coordinamento, una visione d’insieme. Sempre tra i dati rilevanti c’è il volume di passeggeri che arrivano a Capodichino, con l’incremento rilevante degli arrivi internazionali da molti mesi consecutivi a questa parte. Un trend che ha spinto le compagnie ad aprire nuove rotte e ed un grande vettore come Easyjet a spostare a Napoli la sua base per il bacino del mediterraneo.
Il discorso appena fatto vale per Napoli, ma in senso più ampio del comune, vale per l’intera Città Metropolitana ricchissima di elementi di valore storico, artistico ed ambientale che attendono di essere pienamente valorizzati e resi una reale ricchezza per la popolazione. Per questo sarebbe necessario avere una visione d’insieme, unitaria dell’intera area metropolitana per far sì che azioni, trasformazioni ed investimenti possano massimizzare il loro effetti e le loro ricadute sull’economia e sulla qualità della vita.
In attesa che questa visione venga disegnata, non si può però fare a meno di notare sebbene a piccoli passi, Napoli si muove.
Andrea Iovene