Nonostante le prime tre partite ufficiali del nuovo Napoli siano state giocate contro avversari, con tutto il rispetto, di poco valore, alcune considerazioni possono essere già fatte.
Bisogna dire che, fatta la tara sulle gambe cariche del lavoro che ha comportato un aumento di costi di lavanderia dovuto alla miriade di maglie (finalmente?) sudate, è chiaramente visibile la nuova idea di gioco che potrebbe portare frutti insperati fino a quattro settimane fa.
Ho avuto l’impressione che questo nuovo Napoli possa diventare una sintesi di tutto quello che di buono abbiamo visto negli ultimi anni. Sono, ad esempio, scomparsi tutti quei passaggi orizzontali o all’indietro che abbiamo osservato negli ultimi due anni e che più che costruire gioco avevano l’effetto di stimolare l’invenzione di nuove imprecazioni da parte degli impotenti spettatori. Sul rettangolo verde si sono riviste quelle veloci verticalizzazioni che avevamo imparato ad apprezzare con l’organizzazione fatta di rottura e ripartenza voluta da Mazzarri. Tutto questo senza, peraltro, passare un colpo di spugna sul lavoro fatto dall’allenatore spagnolo a favore dei sistemi del salvatore della Reggina. Infatti, le veloci verticalizzazioni e la scomparsa del tiki taka non hanno impedito al nuovo Mister di riuscire a imbastire la costruzione di gioco tanto cara al neo allenatore dei blancos e ai suoi sostenitori. La presenza del regista, oggetto del desiderio degli anni passati, costituisce la vera novità che consente di mettere insieme visione, rapidità di gioco e rispetto dei dettami tattici imposti dal tecnico. Probabilmente non vedremo più Callejon scattare inutilmente sulla fascia senza che nessuno, a centrocampo, si avveda del suo taglio. Quasi certamente non vedremo più la palla tra i piedi del centrocampista di turno che, nel tentativo maldestro di servire un compagno, manda la palla in fallo laterale. Devo dire che Mirko Valdifiori, adesso che sto imparando a conoscerlo meglio, da tutta l’impressione di meritare il palcoscenico che ha conquistato solo a 29 anni. Come direbbe qualcuno, sembra essere “Da Napoli”.
Resta da capire se uno staff che si affaccia per la prima volta alle tre competizioni stagionali abbia modulato in maniera opportuna i carichi di lavoro o se che le maglie troppo sudate si tramuteranno in una prematura accensione della spia della riserva. Bisogna capire se la società abbia ancora voglia di puntare su tutte e tre le competizioni come negli ultimi anni o se insieme al tiki taka dovremo salutare anche gli approdi alle varie semifinali e finali. La risposta a questi quesiti l’avremo però, se tutto va bene, alla fine del girone d’andata.
Con mio sommo stupore inizio comunque a pensare, nonostante il non ancora del tutto scomparso scetticismo iniziale, che questa squadra possa fare davvero cose buone. C’è da dire che ad ogni cambio di allenatore si tende a vedere solo le cose positive. Ricordo ancora di come la piazza elogiava Mazzarri che faceva rinascere Pazienza spiegandogli come posizionare il corpo quando affrontava un avversario. Ricordo ancora l’esaltazione generale quando Benitez spiegava a Britos se dovesse ruotare in senso orario o antiorario intorno al proprio asse. Per adesso sembra che Sarri abbia messo d’accordo davvero tutti e tutti sembrano convinti che Sarri stia facendo un ottimo lavoro e c’è chi addirittura (non essendo evidentemente Napoletano) inizia a candidare la squadra al tricolore.
Noi napoletani siamo molto più prudenti, molto più scaramantici e forse anche molto più disfattisti per associarci a queste voci ma sto davvero iniziando a credere che, anche in assenza di un vero e proprio progetto aziendale, quest’anno potremo anche divertirci.
#forzanapolisempre
Raffaello Corona Mendozza @mendo154