Il bilancio delle prime due giornate è numericamente negativo. Un solo punto, peggior risultato in serie A nell’era De Laurentiis. Tre gol fatti, quattro subiti. E soprattutto due rimonte su due. Con una difesa che è parsa ancora una volta inadeguata. E con Reina per la seconda volta tra i migliori in campo, se non il migliore. Ma non ci sono soltanto i numeri in negativo. Ci sono anche le sensazioni positive e soprattutto un ottimo primo tempo che lascia ben sperare per il futuro prossimo. Che, guarda caso, ci porterà proprio a Empoli (ancora a zero punti) al rientro dalla sosta.
Al di là dei dati statistici, che pure contano, il Napoli ha dominato la Sampdoria per 45 minuti. Hamsik e Insigne hanno dettato il ritmo della partita e ogni loro accelerazione ha creato sconquassi nella retroguardia della squadra di Zenga (a proposito, fantastiche le bretelle ma quel cappellino sul capo di un mito non si può guardare). Nel primo tempo la Sampdoria è parsa di burro. Il Napoli ha spadroneggiato. E magari, col senno di poi, se avesse cercato di essere più concreto forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma la geometria sfoggiata è stata sorprendente. Insigne si è ritagliato il suo fazzoletto e da lì ha mandato in gol Higuain e colpito un palo. Hamsik ha oscurato Valdifiori e, finché ne ha avuto, Allan si è mostrato il grande recuperatore di palloni che è. Un primo tempo che si è concluso con un’azione che ha perfettamente sintetizzato il calcio praticato: un fraseggio al volo, degno del Brasile che fu, deviato in calcio d’angolo sull’ultimo passaggio.
Poi è finita la benzina. Il Napoli non è riuscito più a essere lucido nel possesso palla. E Muriel e Eder ci hanno fatto a fette. Indubbiamente preoccupante la prestazione di Albiol che pure nel primo tempo aveva giocato discretamente. C’è anche da dire che la condizione fisica cala per tutti: attaccanti, centrocampisti e difensori. Così come lo spagnolo non può essere l’unico imputato di un reparto in cui non ha brillato nessuno. Senza dimenticare che quando una difesa non riesce ad arginare gli avversari è anche perché il resto della squadra non la aiuta.
E torniamo a quel che già dicemmo la scorsa settimana. Anche in questo caso si tratta di un passo falso annunciato. Alla vigilia Sarri aveva evidenziato come la Sampdoria fosse avanti nella preparazione. E si è visto. Ma si sono visti anche evidenti miglioramenti. Tante cose non girano ancora e francamente era prevedibile. Anche il ruolo di seconda punta al momento resta una casella che non ha trovato il suo miglior interprete: dopo Mertens a Reggio Emilia, ieri è stato provato Callejon; magari a Empoli giocherà Gabbiadini. Incomprensibili le polemiche per le sostituzioni. Ha tolto Allan perché era a corto di fiato, Hysaj ha chiesto il cambio e Valdifiori era calato. Nel gioco di Sarri il metronomo è fondamentale, è giusto avere sempre un calciatore fresco in quel ruolo.
Detto questo, ci sono alcune dichiarazioni del post-partita che ci hanno sorpreso. Innanzitutto l’uscita di De Laurentiis. Non accade quasi mai che il presidente si esponga in un momento negativo. Certo la frase “se abbiamo sbagliato vi porremo rimedio” non suona proprio tranquillizzante. Ma ha anche detto che occorre pazienza perché abbiamo un allenatore nuovo. Non è poco, considerato che De Laurentiis non ama farsi vedere quando le cose girano male.
L’altro atteggiamento che ci ha sorpreso è quello di Sarri. Ha fatto bene a sottolineare i tanti tiri del Napoli, gli ottimi 55 minuti della squadra così come i tantissimi palloni toccati da Hamsik che ha giocato uno splendido primo tempo. Quel che meno comprendiamo è il riferimento diretto ai calciatori della difesa, in particolare ad Albiol, “se finisci col culo per terra con Eder poi è dura”. È la seconda volta in pochi giorni. Anche sabato aveva fatto comprendere che Ghoulam non è il suo ideale di terzino. Una franchezza che potrebbe anche essere salutata positivamente ma che non sappiamo quanti effetti benefici produca nello spogliatoio.
E poi un’altra considerazione. Prima o poi dovrà essere tirata una linea di demarcazione col passato. Da un certo punto in poi le responsabilità sono di chi è alla guida e di chi va in campo. Altrimenti si va in confusione e si mitizza – nel bene o nel male – il predecessore. Si ereditano vizi e virtù di una squadra, così come calciatori forti e meno forti. E poi si lavora. Nessuno mette fretta a nessuno. I progressi si sono visti. Il Napoli ha giocato un primo tempo di grande calcio. E poi è calato. Può capitare. Era stato finanche previsto da Sarri, così come aveva previsto un avvio di campionato lento. Avvio di campionato che peraltro riserva non poche sorprese, a partire dalla Juventus a zero punti fino a Chievo, Palermo, Sassuolo e Torino a punteggio pieno.
Come abbiamo scritto la scorsa settimana, i rischi di questa operazione erano ampiamente previsti. E proprio per questo nessuno può negare tempo all’allenatore toscano. Che però non veda né alimenti fantasmi. Ha totalizzato un punto in due partite contro squadre non eccelse e tutto sommato nessuno si è strappato i capelli. Un lusso di cui a Napoli, storicamente, in pochi hanno potuto godere.
Massimiliano Gallo