È l’ultima domenica di astinenza.
Parte il giro di ricognizione:
Al campo la parola.
Calcio che conta, sono gioie e dolori,
di lui però non si può fare senza.
Tutti schierati, rombano i motori,
con le ambizioni ai nastri di partenza.
C’è chi perdendo pezzi ci riprova,
ma dopo 4 invoco appagamento.
Se sudditanza poi non si rinnova
verrà pure per altri quel momento.
C’è chi si sente al centro villaggio
e mai sentii da lui frase più stolta.
La chiesa sua traballa nel suo viaggio
e tiene le ali basse, questa volta.
C’è chi si vende poi alle Borse d’Asia
ma non così rinnoverà grandezza.
Fumo negli occhi per antonomasia:
ci vuol progetto a ritrovar bellezza.
La nerazzurra multinazionale
che tra le tante poi cerca la quadra:
ha preso giocatori niente male
ma ci vuol tempo per chiamarsi squadra.
Da non dimenticar le aquile e i viola
che vedo di un gradino poco sotto.
Il riproporsi a volte è una parola
ma pure loro restano nel lotto.
E poi ci siamo noi, gli azzurri cuori,
in cerca della nuova dimensione.
Se si farà tesoro degli errori
abbiamo tra di noi più d’un campione.
Chi lo può dire come andrà a finire?
Nessuno lo può fare, è presto detto.
Bella sarebbe, tra le tante mire,
una volata a sette da scudetto.
Tra tante verità ce n’è una sola.
Silenzio ora: al campo la parola.
Il Ciuccio