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Il malato Napoli non è grave ma non possiamo rassegnarci a vivacchiare

Il malato Napoli non è grave ma non possiamo rassegnarci a vivacchiare

Empoli è un film già visto troppe volte. Il protagonista rischia la morte in tenerissima età – tre minuti – poi accenna ad un recupero che fa sperare in una ripresa totale che, però, non c’è. Alla fine della storia, quasi un melodramma, la sentenza è inappellabile: se non si interviene drasticamente l’ammalato si trascinerà tra sprazzi di buona salute e continui (pericolosissimi) cali di pressione. E non starà mai completamente bene: vivacchierà, insomma. Anche il presidente De Laurentiis questo film lo ha visto decine di volte e, tra l’altro, gli è costato un mucchio di milioni – il mancato accesso alla Champions – ma ciononostante continua a piacergli visto che non si pone il problema di migliorare la trama e la qualità di alcuni interpreti pur sapendo che ai tifosi piacciono le storie a lieto fine con tanto di scudetto e qualificazioni internazionali.

Ecco, mettiamola così e, soprattutto, respingiamo – con fermezza? No, meglio non impegnarsi troppo – l’insinuazione strisciante secondo cui Maurizio Sarri non sarebbe il medico giusto per i mali del Napoli. Siamo moderatamente scontenti ma prendiamo per buone ,le assicurazioni del tecnico – «ho visto progressi notevoli, in fondo abbiamo sofferto solo per venti minuti» – che sono state condivise anche dagli attestati di sana e robusta costituzione rilasciate dai campioni che fanno parte del ristrettissimo club di Sky: da Gianluca Vialli a Ale Del Piero passando per Boban, Costacurta, Caressa e Mauro (più tiepidi e con la puzza sotto il naso) questi autorevoli maitres à penser non sempre ben disposti pronosticano il Napoli, insieme a Roma e Inter, tra i più seri competitori della Juventus a due cilindri e mezzo per la quale l’ad Marotta e l’arcigno Bonucci, tra i più fedeli interpreti del new stile bianconero, invocano le attenuanti generiche.

A chi credere? Fidiamoci del nostro giudizio che ci esorta a non essere pessimisti: il cantiere è ancora in corso ed è probabile che la piena disponibilità di Zuniga (sì, proprio l’ex infedele) Ghoulam e Strinic possano dare più sostanza alla manovra che deve partire dalla difesa, deve essere filtrata a centrocampo dove prima o poi Valdifiori smetterà di essere l’oggetto misterioso di oggi e Allan sarà tornato il prode guerriero sette polmoni di Udine. Se tutto questo avviene in un tempo relativamente breve, la patria – cioè la stagione – è salva. E non osiamo neanche pensare il contrario.

Al cronista che accetta il suo ruolo e non ha grilli tecnici per la testa, sia con sentita, però, una sola domanda: Hysai, il ragazzo albanese che viene da lontano, era stato acquistato come alternativa a Maggi per il ruolo di terzino destro? È vero, risponderete tutti in coro dandomi la possibilità di porre la seconda ed ultima domanda: e allora perché non gioca nel suo ruolo ora che sono abili e arruolabili Goulam, Strinic e Zuniga? Rispondere prego. Max Gallo, al quale ho posto la stessa domanda, mi ha risposto che de minimis non curat pretor, sarà anche vero, ma anche i piccoli problemi fanno massa critica.      
Carlo Franco

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