Il mio Napoli – Lazio 5-0
– Alzi la mano chi si aspettava una reazione della squadra.
Beh, probabilmente, timidamente, lentamente, un braccio, forse, l’avrei levato a mezz’aria. Ma più per speranza che per una reale convinzione. Empoli ancora mi scorreva nelle vene.
– Alzi la mano chi invece si aspettava una reazione del genere.
Me la sarei segata.
– I conti con la squadra di Pioli erano aperti come le ferite lasciate dalla semifinale di coppa Italia e dallo scontro diretto per la Champions della scorsa stagione. Entrambe perse. C’era necessità di cicatrizzare. In qualsiasi modo, anche con un gol su rigore di Higuain…
– Di regola, con le bestie nere Matri, Parolo, Mauri e Lucic in campo, saremmo dovuti partire come minimo da uno 0-2 di base.
– Invece il Napoli ha deciso di mettere in campo tutto ciò che era mancato: 90 minuti di condizione fisica, tenuta mentale, cazzimma, sagacia tattica, intensità, circolazione di palla, invenzioni e perle.
– È stata una di quelle serate in cui ti rendi conto che ogni idea si può realizzare. Anche il cubo di Rubik o un Bartezzaghi. Se David Lopez avesse tirato al volo di sinistro l’avrebbe infilata all’incrocio e se Maggio avesse giocato, avrebbe azzeccato un cross in corsa.
– No, no, sono d’accordo con lo zio Sarri, non c’è necessità di esaltarsi. Una rondine non fa primavera e quindi bisogna essere equilibrati nei giudizi e con i piedi incatenati al terreno. Per cui userò parole ed aggettivi misurati e distaccati per descrivere il Napoli di ieri sera: brillante, lucido, concentrato, concreto, lineare…esaltante, devastante, rullo compressore, valanga, galacticos, illegale, memorabile, monumentale, infinito, mostruoso, stellare. Praticamente, niente di che.
– Insomma, mi ha ricordato la partita che organizziamo a Natale con gli amici e a un certo punto una voce si leva dal campo e dice “ammescamm?”.
– Se dovessi scegliere il migliore in campo direi sicuramente Hamsik. Sempre senza esagerare, lo definirei: sontuoso, maestoso, a tratti irrefrenabile. Bazzecole. Mai così vivo nel gioco. Erano secoli che non lo vedevo così attivo e determinato.
– Però, ripensandoci, forse il migliore è stato Insigne. Una spina costante nel fianco per gli uomini di Pioli: un gol, un assist perfetto, almeno altre tre occasioni pulite, una serie infinita di recuperi e tanta, tanta qualità al servizio della squadra. In una sola parola tranquilla e moderata direi: martellante. Quisquilie.
– Migliore in campo? Anzi no. Dico Gonzalone. Ha realizzato una doppietta. I compagni non lo hanno servito a dovere? Allora ha sfruttato gli assist laziali con una giravolta alla Pandev e una corsa volante alla Antonio Filho de Oliveira. Sul gol di Insigne, si è scatenato in uno slalom stretto alla Zurbriggen. Si parla tanto che questo sistema di gioco lo penalizzi. A mio avviso, in queste condizioni, potrebbe giocare anche con un modulo 9-1. Sobriamente parlando: Straordinario, con la S maiuscola. Stupidaggini. Peccato solo che non ci sia stata l’occasione di far chiudere il cerchio con un rigore…
– E Jorginho? Come non mettere l’italobrasiliano sul gradino più alto? Lo chiamammo Jotto per i suoi cerchi concentrici e le parabole perfette nei primi 6 mesi azzurri. L’anno scorso invece si schiantò, anche fisicamente. Inler gli inculcò il credo della paposcia e non si è più ritrovato. Già in coppa si era distinto, ma ieri è stato un faro. Sempre presente, avrà toccato 200 palloni senza mai sprecarne. Il suo gioco è parso semplice e lineare ed anche in fase difensiva è stato prezioso. Uallarinho è un lontano ricordo, insomma. Unico neo: i calci d’angolo in mano al portiere avversario. Se dovesse continuare così, credo che Valdifiori lo rivedremo di nuovo in campo a Natale nella partita con i miei amici. Senza iperboli, ma pacatamente, per Jorginho, detto Jotto, direi: un professore. Sciocchezze.
– E Hysaj? Lo avevamo praticamente classificato pippa da circo. Nelle prime tre partite i voti oscillavano tra il 4 e il 4,5. Impacciato, anche un po’ goffo e spesso spaesato. Un mix tra un domatore di mammole e una foca monaca. Ieri è stato un pendolo continuo, la cui respirazione si è distinta per i “ciuf ciuf”. Peccato che i compagni, abituati a non ricevere mai cross da quel binario, non lo abbiano seguito mai. L’ultimo traversone buono di Maggio da destra infatti è datato 1993. Senza dover scomodare mostri o campionissimi, come Sarri che lo ha accostato a Maldini, mi ha ricordato il Cafu dei tempi migliori. Cose da nulla. Ciuf ciuf.
– E Allan? Due assist identici tra coppa e campionato. Due gol consecutivi. Quantità per l’intero incontro e ieri persino autore di passaggi di fino. Per coloro che continuano a paragonarlo a Gargano, ieri possono finalmente posare la playstation. Allan è l’eccezione che conferma la regola: non tutti i calciatori provenienti dal Friuli sono pacchi. Asfissiante è l’aggettivo più moderato che mi viene in mente. Pinzillacchere.
– E Kulì? Non so se Albiol è diventato più sicuro grazie al suo nuovo compagno di reparto o viceversa. Sta di fatto che sia di piede, sia nel gioco aereo, gli attaccanti laziali dalle sue parti sono parsi formiche. A volte è irruento e ancora commette falli ingenui, ma continuo a pensare che tra tutti i nostri difensori sia l’unico insostituibile. Mi piace anche quando si produce in rissette con l’arbitro. Non fanno mai male. Una montagna, dicendola in modo castigato e morigerato. Minuzie.
– In fondo, alla fine, tutti hanno giocato molto bene. Non so scegliere il migliore. Albiol è alla sua seconda partite senza macchie; Ghoulam ha commesso un solo errore. Reina ha salvato sull’unica occasione in cui il pallone avrebbe varcato la linea e Calle non ha segnato e non ha partecipato alle azioni salienti, ma comunque è stato determinante per l’equilibrio della squadra. Peccato che Damato nel finale gli abbia impedito il meritato gol.
– Mentre pensavo “mi dispiace per Gabbiaridi. Con questo modulo è penalizzato rispetto agli altri”, paf, mi ha fatto pure uno scavetto da antologia e 5-0. Altro che Totti che tira alle porte e coglie le finestre.
– Vorrei inoltre sottolineare, ma forse questa affermazione è un po’ troppo forte, che in meno di tre anni, in una notte, abbiamo superato il gioco dell’Empoli.
– Tra le tante cose positive, ciò che più mi ha impressionato è il recupero del pallone a centrocampo. Caratteristica mancata totalmente nelle tre precedenti. Credo che ieri le scarpe dei nostri beniamini avessero una calamita.
– Qualcuno ha voluto rimarcare che la Lazio si è presentata al San Paolo senza alcune pedine chiave. Certo, giusto. La sensazione che ho avuto è che ieri Pioli avrebbe potuto schierare anche Nesta, Boksic o piazzare l’intera panchina in campo insieme ai titolari e comunque sarebbero stati asfaltati. Sempre esprimendo giudizi soft e distaccati, s’intende. Inezie.
– Comunque, nel secondo tempo, è entrato Felipe Anderson. Non sto scherzando.
– È stata una serata speciale. Non si è sentito addirittura il solito brusio dietro di noi dei contestatori perenni. Poi però mi sono reso conto che in piccionaia eravamo soli.
– Peccato che il pubblico non sia intervenuto. Questo 5-0 meritava ben altra cornice. In tanti anni di stadio, ricordo solo un Napoli-Piatoiese, ultima di campionato, con De Canio in panchina e meno spettatori in curva. All’epoca giocavano Rastelli, Pavon e Quadrini.
– Chissà Lotito cosa starà pensando… Come si dice “paliata” in latino?
– Vorrei inoltre proporre 3 quesiti:
1) Nella storia della SSC Napoli, è mai capitato di segnare 10 reti, senza subirne, in 3 giorni?
2) La Lazio è più scarsa del Brugge?
3) Quale tipo di droga ha assunto Jorginho in questa settimana? (ne voglio anch’io).
– Un pensiero è d’obbligo per lo zio Sarri: schia ‘o cinque e futtatenn.
– Un pensiero è d’obbligo anche per Pioli che aveva ricordato alla vigilia: il San Paolo mi rievoca ricordi bellissimi.
Devi vedere tu mò a me.
– Ma Lotito? Che fine ha fatto Lotito? Come si dirà “ammescamm” in latino?
– Alzi la mano chi pensa che in Napoli mercoledì, senza esagerare, demolisca, asfalti, pialli, disintegri, riduca a brandelli il Carpi.
– Il nostro campionato è appena iniziato…Non ci esaltiamo…Sobrietà… Echilibrio…Felicità…Godo.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
Gianluigi Trapani
Gianluigi Trapani
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