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Il mantra è “C’è bisogno di tempo”. Ok, ma quali sono gli obiettivi di questo Napoli?

Il mantra è “C’è bisogno di tempo”. Ok, ma quali sono gli obiettivi di questo Napoli?

Le parole pronunciate da Diego ieri sera, dagli schermi di un’emittente privata, non sono di quelle che si lasciano dimenticare in fretta. Senza entrare nel merito di una polemica che già echeggia (ha titolo/non ha titolo, in campo era una cosa/fuori un’altra, etc. etc.) è evidente che il Pibe ha dato voce a quello che una parte consistente della tifoseria pensa: questo Napoli non convince.

Maradona, a dire il vero, è stato ancora più lapidario: è una squadra da metà classifica guidata da un tecnico non all’altezza.

Al netto dell’acredine che esiste con il presidente, nelle parole pronunciate da Maradona c’è un dato. Diego ha “pesato” il Napoli (certo, dopo solo 3 partite) e gli ha attribuito un obiettivo: il centro classifica, diciamo tra l’ottavo ed il dodicesimo posto.

Non è il primo che prova a dire dove potrà arrivare la squadra. Quest’estate a Sky, ancora in estasi per la tanto sospirata partenza di Benitez, Caressa preconizzava una stagione da scudetto per il nuovo Napoli. Dalla società, invece, non sono mai arrivate parole chiare. Al di là della retorica del sudore (della quale, effettivamente, non si parla più), De Laurentiis e Sarri non hanno dichiarato gli obiettivi per la prossima stagione e questo non fa che aumentare l’incertezza.

In mancanza di un metro di paragone, di un obiettivo in base al quale misurare i risultati ottenuti, alcune frasi del nuovo allenatore (“tra tre anni saremo come l’Empoli“) suonano come un vero e proprio anatema per una tifoseria che ha giudicato quasi unanimemente la stagione scorsa (quinto posto in serie A, semifinale di Europa League, semifinale di Coppa Italia e vittoria nella supercoppa) un fallimento.

Davvero De Laurentiis e Sarri pensano che si possa giudicare la squadra solo dalla quantità di sudore versata dai giocatori? (al Napolista, comunque, ci siamo attrezzati)

Per la prima volta nell’era post fallimento il Napoli non ha un orizzonte chiaro. Ritornare nel calcio che conta, ritornare in Europa, la Champions League, vincere qualche trofeo erano gli obiettivi delle scorse stagioni. L’anno scorso qualcuno ha sussurrato persino la parola scudetto, salvo poi rimangiarsela in corso d’opera. Quest’anno nulla.

“Sarri ha bisogno di tempo” è il mantra che si ascolta in giro, ma non si può non rilevare che il nuovo allenatore ha un contratto solo annuale, non proprio quello che si dice un investimento a lungo termine.

Neanche il “ridimensionamento”, del quale pure si è parlato, sembra essere stato perseguito dalla società. La squadra ha mantenuto tutti i tasselli più importanti dell’anno scorso. Non sono arrivati campioni di prima fascia, ma chi è arrivato è almeno allo stesso livello di chi è partito, con l’eccezione di Reina che costituisce un netto passo in avanti. Il Napoli, dunque, non è meno forte rispetto alla scorsa stagione e non sembra che il semplice cambio di modulo possa essere sufficiente per relegare nelle retrovie una squadra quasi da scudetto e che comunque ha lottato per il piazzamento in Champions fino all’ultima giornata.

Nessuno vuole dare ultimatum a Sarri e, in fondo, anche il continuo parlare del suo recente passato è qualcosa che abbiamo già visto. Massimiliano Gallo ricordava qualche giorno fa Sacchi che mostrava le cassette del Parma al suo Milan, ma a Napoli ci ricordiamo molto bene anche dei continui paragoni con la Reggina che ci propinava Mazzarri (e in fondo anche Benitez ci parlava talvolta del Liverpool e del Chelsea…). 

Per la serenità di tutti, però, innanzitutto quella di Sarri, non sarebbe male se il Napoli dichiarasse a cosa si punta quest’anno, in campionato, ma anche nell’Europa League che inizia dopodomani.
Fabio Avallone

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