
Il Ministero dell’Ambiente ferma, per ora, il progetto di nuovo stadio della Roma. A comunicarlo è il sottosegretario all’Ambiente, Silvia Melo. Queste le sue dichiarazioni: “Le due principali situazioni di criticità sono: il rischio idraulico per esondazione del fosso di Vallerano e il rischio idraulico potenziale per deflusso e accumulo idrico di tipo meteorica. La localizzazione dell’opera all’interno della pianura alluvionale del fiume Tevere, poco più a valle della confluenza del fosso di Vallerano, induce a indicare la necessità di approfonditi esami circa il pericolo di assestamento delle formazioni alluvionali, anche in relazione alla determinazione dei flussi idrici sotterranei, alla variabilità dei livelli freatici ed alla relazione di questi con le previste strutture nel sottosuolo”. Dunque anche il Ministero dell’Ambiente riconosce che l’area dove realizzare lo stadio della Roma, all’interno della pianura alluvionale del Tevere, pone la necessità di approfonditi esami delle sue ricadute sul sistema idrogeologico.
Non si tratta di una sorpresa in termini assoluti, diverse associazioni ambientaliste e comitati locali avevano sollevato, in tempi diversi, interrogativi sulla corretta localizzazione di un intervento che prevede l’edificazione fino a un milione di metri cubi costruiti. La problematica è stata segnalata dall’Autorità di Bacino nell’aggiornamento periodico del piano di assetto idrogeologico e recepita dal Ministero dell’Ambiente.
A questo punto è bene chiarire che non si tratta ancora di uno stop definitivo, ma è naturale presumere che slitterà l’inizio dei lavori, previsto precedentemente per la fine del 2015 o l’inizio 2016. Si tratta di un problema non da poco per la Roma, la cui crescita futura è stata incardinata alla realizzazione di questo grande progetto di sviluppo immobiliare a Tor di Valle, progetto del quale la realizzazione dello stadio è solo una piccola parte, considerato che il vero business è la costruzione di un’enorme mole di edifici (oltre l’80% del costruito sarà completamente estraneo allo stadio). Ed è soprattutto la presenza di questi edifici destinati ad aree commerciali ed uffici, che muoveranno verso Tor di Valle migliaia di persone ogni giorno, che va valutato con attenzione il rischio idraulico. Non si tratta di una boutade, perché considerati i fenomeni climatici sempre più estremi che colpiscono anche l’Italia è necessario operare ogni valutazione e riflessione per realizzare il progetto in completa sicurezza.
Sono passati intanto già quattro anni dall’inaugurazione dello Juventus Stadium e, a parte la ricostruzione dello stadio Friuli (ormai prossimo al completamento), sembra sempre più complicato replicare l’operazione della Juventus nelle altre grandi città italiane, infatti oltre ai problemi noti di Napoli per la ristrutturazione dello Stadio San Paolo, è certezza anche l’abbandono del Milan dei progetti di un nuovo impianto al Portello e si dovrà trovare un accordo con l’Inter per il futuro di San Siro, stadio che i nerazzurri consideravano ormai destinato all’uso esclusivo.
Andrea Iovene