Chievo-Napoli 0-1, le pagelle a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia
REINA. È l’undicesimo che sa usare i piedi, declinazione del libero anni dieci del terzo millennio. Si esibisce pure di testa, la maglia bianca resta intonsa, le mani pulitissime. Diventa capitano dopo l’uscita di Hamsik – 6,5
Un’esibizione coi fiocchi. Esce dalla porta lieve, quasi danzando, si alza sulle punte e colpisce leggerissimo di testa, con un lieve movimento del bacino ad accompagnare il saltello, lasciando Paloschi a sfarfalleggiare in mezzo all’area senza più la palla. Mi è sembrato abbia avuto anche il tempo di tirar dentro la pancia, mentre saltava dolce. Deve averci ragionato su qualche secondo su quale fosse il modo migliore di intervenire. Io, intanto, pensavo: “Questo è pazzo”. Ah, che bellezza la follia. Vale almeno mezzo voto in più – 7
HYSAJ. Dalle sue parti Pepe s’improvvisa cecchino nella fase finale del primo tempo. Copre e offende e i suoi cross sono nella media stagionale, formando archi come luminarie insieme a quelli del suo dirimpettaio algerino – 6,5
Destra, da quando c’è Hysaj a coprirla, non è più un lato (parola) tabù – 6,5
ALBIOL. Non si fa altro che parlare di Koulibaly, ma il centrale ispanico fa sempre la sua parte, rimediando anche a un contrasto perso dal collega. Bravo a tenere alta la linea difensiva. Avanza un paio di volte fino alle tre quarti avversaria. È una spalla perfetta per Koulibaly, un po’ come Peppino per Totò – 7
Abituati allo straordinario KK abbiamo sottovalutato finora lo sporco lavoro di Albiol. Che fa tutto semplicemente bene, hai ragione tu – 7
KOULIBALY. Sacrifica la testa nella rovesciata clivense sul finire della partita. È acrobatico in alcune chiusure. Sradica finanche un pallone a centrocampo e s’invola verso l’area avversaria. Procura forti palpitazione nel recupero – 7
Diciamolo: quando si è librato involo per agganciare il pallone col piede è sembrato una gazzella, nonostante la mole. Leggiadro come solo un fisico possente e armonioso sa essere. Pensa quando sarà realmente consapevole di quanto è forte fisicamente cosa potrà fare – 7,5
GHOULAM. Nella corsia sinistra, le impronte più numerose sono le sue. Riesce persino a nascondere la palla, in più di una occasione – 6,5
Ha pigliato tanti di quei falli che a un certo punto ho pensato ce l’avessero solo con lui (poi mi è stato chiaro che invece i gialli puntavano un po’ tutti). E nonostante questo ha fatto un assist al bacio per il gol – 7
ALLAN. Regala numeri fantastici da giocoliere. È un generatore di corrente inesauribile ed è naturale che perda lucidità qualche volta. Va ancora al tiro e sfiora il palo – 7
Mi è sembrato molto stanco, ma quando ha sfiorato il raddoppio ci ha ricordato di quanto sa essere bello. Comunque ha rischiato di farsi molto male con quel fallo da dietro – 7
JORGINHO. Al Bentegodi è di casa e si vede. È quello che soffre di meno la leggerissima, stavolta, sindrome Chievo degli azzurri, almeno nel primo tempo. Ogni marcia comincia sempre un passo, come dice Mao, e il primo passo è sovente il suo. È la cerniera, la zip ideale tra difesa e attacco – 7
La sua migliore caratteristica, oggi, è stata la caparbietà. La testardaggine nel recuperare palle a centrocampo mi è piaciuta moltissimo – 7,5
HAMSIK. Gli appunti sulla sua prestazione occupano un’intera pagina di taccuino. Il centro per lui è luogo ambivalente. Nel primo tempo, quando non sterza a sinistra con successo, rischia di galleggiare al centro, se non di scomparire, come un Alfano qualunque, tipo quando perde il contrasto che lancia Pepe. Poi però è proprio da lì, nel secondo tempo, che smista a Ghoulam nell’azione del gol di Higuain. Forse la titubanza iniziale era solo questione di testa, temendo il Bentegodi come il Bernabeu – 7
Inizia male, poco concentrato e sotto tono. Ma dura pochissimo. Per quanto mi riguarda non ha sbagliato nulla, anzi, ha illuminato il quadro – 8
DAVID LOPEZ dal 32’ del secondo tempo. Nei frangenti decisivi, quando si tratta di arginare e arrivare al traguardo, le sue gambe ci sono – 6
Non è più l’incognita che era fino a un anno fa. Adesso, anche se gioca poco, quel poco che fa lo fa in serenità – 6
CALLEJON. Nel nuovo regime sarrita (si scrive così perché fa rima con rafaelita) è una sorta di guardiano della rivoluzione, ortodosso e scrupoloso nella liturgia del quattro-tre-tre. La prima occasione da gol della gara è la sua – 7
Affonda. Taglia. Mi basta così – 7
HIGUAIN. Due pali e un tiro nel primo tempo. Le mani di Bizzarri, al 59’, formano un cerchio perfetto, invisibile attorno al suo missile imparabile, da avvoltoio che finalmente banchetta anche in trasferta. Un minuto dopo manca il raddoppio ispirato da Insigne – 7,5
Il palo gli nega due volte il gol, ma la terza volta non si lascia sorprendere e tira con tutta la forza che ha. Il cerchio invisibile aspettava solo lui. Sono quelle cose che finché non le vedi non credi che c’è qualcuno, lassù, che dirige la giustizia, anche sul campo di calcio. Alla fine della partita ringrazia Sarri. Qualcosa è cambiato. Non fermiamoci più – 9
GABBIADINI dal 37’ del secondo tempo. Il tabellino indica che è entrato al posto del Pipita, quindi, tecnicamente, è il vice-Higuain – 6
È entrato pieno di “raggia”. L’atteggiamento giusto di chi vuole dimostrare qualcosa – 6
INSIGNE. Il piede resta freddissimo nel primo tempo. Si riscalda nella ripresa quando all’11’ manca l’uno a zero subito dopo aver chiesto il cambio per il pestone di Meggiorini – 6 ,5
Meggiorini: MAMMT – 7
MERTENS dal 24’ del secondo tempo. Entra per sostituire Insigne a sinistra e si ritrova a destra quando cerca, invano, il raddoppio con un tiro tesissimo – 6
Un guizzo egoista, ma da quella posizione, forse, ci stava – 6
SARRI. Sconfigge anche l’incubo del Real Chievo. In albergo a Desenzano, ha già visionato i dvd del Palermo – 8
Chievo-Napoli e la parabola del pappice che chiede solo di avere il tempo necessario a spertosare la noce. Al Napoli di Sarri sono serviti circa 60 minuti per abbattere la difesa del Chievo dopo aver scalfito due pali. La bellezza dell’1-0 contro una bestia nera e undici giocatori che usano i piedi come fossero martelli contro gli avversari, la bellezza della cazzimma, della vittoria di misura raggiunta con la forza della volontà e con un agonismo puro, fatto di ricercatezza di movimenti, precisione, schemi, attenzione maniacale alle posizioni, forza rinnovata appena abbiamo segnato il primo gol. Dal catenaccio del Carpi (che ci ha fruttato solo un pareggio) a quello del Chievo (che ci fa portare a casa 3 punti pesantissimi) sembra abbiamo macinato chilometri di strada. Certo, quello che adesso non ci manca è la consapevolezza. Ma guai a fare paragoni: Sarri come Guardiola? Mai. Sarri è Sarri e la rivoluzione sarrita è solo al suo incipit. Dobbiamo imparare ancora ad apprezzarla, e a sorprenderci. Di fatto, è il primo Chievo-Napoli che guardo convinta di vincere. Se avessimo perso sarebbe stato solo per un concentrato di antisportività. Abbiamo battuto anche quello – 9
MASSA. Involontario il mani di Higuain. Bravissimo – 7
Bravissimo un corno, Fabrizio. Pareva che i cartellini gli fossero rimasti incollati nel taschino. Eccheccazz – 5
Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia