La Canottieri Napoli perde la testa. Nel senso che il vertice, presidente Sabbatino compreso naturalmente, si dimette e accusa lo smacco, soprattutto la nomina del nuovo vice-presidente amministrativo, l’avvocato Ivan Filippelli, eletto dall’assemblea che lo ha preferito, con largo scarto, al candidato indicato dal Consiglio. Cioè da lui. La tensione, nel piazzale e nei saloni è altissima, le voci di corridoio impazzano, il gossip imperversa grazie anche alle performance di interpreti di grande esperienza. L’ultimo nome partorito è quello del professore Giancarlo Bracale, che il presidente già lo ha fatto e, quindi, è persona informata dei fatti.
In realtà i mille e passa soci mostrano di essere fortemente indecisi sulle scelte da compiere: confermare Edoardo Sabbatino – che ha ben operato anche se sulle ultime rampe la sua pedalata non è stata più sciolta e alcuni gregari hanno mostrato forti limiti di tenuta – o tentare altre strade? In soldoni: scegliere subito il successore, magari lo stesso Sabbatino se accettasse di cambiare registro nel rapporto con la platea sociale aprendosi al confronto e consentendo, tanto per fare un esempio, l’accesso ai conti del sodalizio, se gli venisse richiesto – o, al contrario, prendersi una pausa di riflessione delegando la gestione a una terna di Commissari con la mission di far quadrare i conti? Che, tra l’altro, sono messi male come la richiesta di un contributo straordinario – posta, però, in maniera confusa e contorta e all’origine della bagarre – ha confermato.
In ogni caso non c’è da stare allegri e, infatti, l’umore complessivo è sceso sotto i tacchi e non si sa a quale santo votarsi. Se a quello dello sport – nel senso di riaffermare la sacralità dello sport: i Circoli nautici e la Canottieri Napoli in special modo hanno ragion d’essere solo perché diffondono la pratica dello sport agonistico e amatoriale – oppure a quello della mondanità che, però, pochi ormai sentono e praticano, anche se qualcuno è arrivato a lanciare una proposta fuori tempo: riproponiamo il veglione di Capodanno con l’obbligo dello smoking e del lungo. C’è molta confusione, insomma, e altrettanta improvvisazione, ma per fortuna gli atleti mostrano di non temere il contagio. Il “pallone” è tornato a dominare il panorama del Molosiglio e gli allenamenti sono ripresi alla grande, compreso quello dei “pulcini” che frequentano le scuole di nuoto, pallanuoto e canottaggio mai tanto numerosi come quest’anno.
Lo squadrone della Canottieri, insomma, è splendidamente in salute al piano terra – dove si svolgono gli allenamenti – ma “soffre” al primo piano dove lo sport, per alcuni anzi per molti, è una jattura da eliminare o, in subordine, da relegare ai margini del bilancio. È storia vecchia, i Circoli nautici, che a Napoli svolgono un ruolo di supplenza rispetto alle carenze degli impianti e di una gestione pubblica del tutto insufficiente, non hanno mai avuto la capacità di sciogliere il nodo esistenziale e ora, stretti ancor di più dalla crisi economica, viene al pettine. Il primo botto lo ha fatto il Posillipo – dove si è dimesso il presidente Maurizio Marinella che, in seguito, ha “donato” alla squadra di pallanuoto un fuoriclasse croato che all’esordio si è presentato segnando cinque reti – ora tocca alla Canottieri Napoli, ma l’ordine dei problemi è meno allarmante e, ragionevolmente, si può sperare in una soluzione più rapida e proiettata verso il futuro. Un felice viatico potrebbe venire dal risultato di Spalato dove il sette giallorosso, forte del rientro di Alessandro Velotto, gioca per accedere alla fase decisiva della Coppa europea. Quattro squadre in lizza, passano in due e, obiettivamente, la Canottieri può giocarsela con le due squadre di casa che, però, avranno una spinta micidiale dai loro tifosi. Che potrebbero condizionare anche gli arbitri. E non diciamo altro riservandoci la conclusione con la crisi sociale. Che dire? Evitando di cadere nella trappola del totonomi auguriamo che il buon senso, unito alla massima trasparenza, prevalga. Nell’interesse dello sport che è la ragione di vita, da cento anni, del sodalizio giallorosso.
Carlo Franco