Tre vittorie di fila in Europa il Napoli non le aveva mai fatte, nemmeno nella coppa Uefa vinta nel 1989. Certo, gli avversari incontrati sono quelli che sono, ma negli occhi abbiamo tutti certe figuracce inanellate contro squadre ancora più modeste e sappiamo che vittorie e sconfitte non vengono mai per caso, specialmente in serie.
Il Napoli di ieri, nonostante l’ampio tournover, è apparso quello al quale siamo abituati da 8 partite a questa parte (7 vittorie e un pareggio). Alcune novità, come la posizione di El Kaddouri nel tridente offensivo, sono state assorbite dalla squadra in maniera intelligente, ad esempio spostando il baricentro dell’attacco da sinistra (dove mancavano sia Insigne che Mertens) a destra. E infatti è stata la serata di Callejon che nel primo tempo ha segnato un gol e ne poteva fare altri quattro e di Manolo Gabbiadini che, sempre in azioni dalla destra, ha siglato una doppietta.
Ancora una volta, come già contro il Legia Varsavia, Sarri ha voluto chiudere la partita nel secondo tempo, quando non gli è piaciuto l’atteggiamento della squadra, troppo rilassato sul 3-0 (quando i danesi hanno segnato il 3-1 e sono andati vicino alla seconda marcatura), così ha mandato in campo Hamsik e Higuain i quali, da bravi titolarissimi, hanno fatto il loro dovere e l’argentino ha pure trovato il gol in pieno recupero.
Il podio della maglietta sudata per questo turno di Europa League:
Al terzo posto:
Jose Maria Callejon
siamo abituati ad apprezzarlo in fase di copertura e per i continui tagli che aprono le difese avversarie, quest’anno ci mancavano un po’ le sue conclusioni. Così, approfittando dell’assenza di Mertens e Insigne, che quando ci sono portano la squadra ad attaccare prevalentemente a sinistra, in terra danese “Sasà” si sveglia e ci mostra tutto il suo repertorio anche in fase realizzativa.
Prima segna con un calcio girato al volo che dà luogo ad un pallonetto imparabile, poi ci prova con un colpo di tacco, con tiri da fuori (prende una traversa) e con una rasoiata di poco fuori dalla sua mattonella. Il tutto non tralasciando mai la fase difensiva. Strepitoso
Al secondo posto:
Kalidou Koulibaly
Al solito campionario di anticipi e chiusure K2 in Danimarca decide di aggiungere anche un assist con lancio da 40 metri e un salvataggio sulla linea. Se avesse anche segnato gli altri potevano sedersi a guardare la partita. Secondo Adani di Sky è diventato lui il vero perno della difesa, soppiantando Albiol. Di certo c’è che Sarri mostra di avere sempre più fiducia in lui e lui mostra di volerla meritare sempre di più.
Al primo posto:
Manolo Gabbiadini
Di lui si è parlato ad inizio campionato per qualche dichiarazione antipatica del suo procuratore. Con il cambio modulo ha trovato poco spazio (visto anche lo stato di grazia di Higuain) e quella di ieri sera era un po’ la prova del fuoco. Beh, direi che “Gennaro” l’ha superata egregiamente non solo per aver risposto al calcio girato di Callejon con un calcio volante per il 2-0. Non solo per aver messo una palla deliziosa all’incrocio dei pali per il 3-0, ma soprattutto per aver corso e pressato in lungo e largo e per aver dimostrato di essere più di un vice Higuain. Sarri ha detto che ci sarà spazio per lui e, anzi, che lo avrebbe voluto più pronto già in precedenza. Pare proprio che sia stato accontentato.
Maglia asciutta:
Mirko Valdifiori
Doveva essere il faro del centrocampo, ma dopo qualche minuto somiglia più ad una boa. Corre poco e svolge il compitino in maniera appena sufficiente. Il piede c’è (per poco non segnava da calcio d’angolo), ma pare che a mancare sia proprio la condizione fisica. Quando e se si ritroverà il Napoli avrà una freccia in più al suo arco.
Fabio Avallone