C’era una volta una squadra le cui prestazioni erano guidate da un marcato (anche se forse malinteso) senso di giustizia: “troppo facile maramaldeggiare con gli avversari più deboli e arrendersi ai più forti” dicevano nelle loro conversazioni private calciatori, allenatore, staff tecnico di quella squadra.
Era una squadra ispirata – diciamo così – a dispetto del sistema calcio da una visione egualitaria, “socialista”, della propria missione nel mondo in generale e nel Campionato in cui giocava.
Questa squadra era il Napoli del campionato di serie A 2014-2015.
Avverto mentre scrivo l’incredulità, lo scetticismo di chi mi legge.
Lo capisco, è difficile da credere.
Ma i numeri, nella loro fredda oggettività, ne sono una prova inconfutabile.
Nel campionato 2014-2015 il Napoli contro le altre prime 6 arrivate a fine campionato (Juventus, Roma, Lazio, Fiorentina, Sampdoria, Genoa) nell’arco di 12 partite ha ottenuto 7 vittorie, 1 pari e 4 sconfitte, per un totale di 22 punti e una media/punti a partita di 1,83.
Contro le altre, quelle piazzatesi dall’ottavo posto in giù, nell’arco delle restanti 26 partite ha realizzato 41 punti, con una media/ punti a partita di 1,58!
Se avesse, diciamo così, trattato le squadre minori allo stesso modo in cui ha trattato quelle dimostratesi più forti a fine campionato avrebbe avuto 7 punti in più, a pari punti con la Roma seconda (e per la differenza reti nei confronti diretti sarebbe stato secondo assoluto).
E sembra per ora che la cosa non sia finita con la fine dello scorso campionato.
Nel primo scorcio del campionato di quest’anno, con molti dei calciatori del Napoli invariati rispetto al precedentee con in più un allenatore che Berlusconi non ha voluto perché “comunista”, il fenomeno si è addirittura esasperato.
Nelle prime 7 partite il Napoli ha incontrato 3 delle squadre date tra le favorite per i primi posti (Juventus, Lazio, Milan) e con loro ha fatto 9 punti, con una media/ punti a partita di 3. Nelle altre 4 partite ha fatto 3 punti con una media/punti a partita di 0,75!
Allora forse bisognerebbe spiegare al Napoli che un vero approccio egualitario e socialista è trattare tutti allo stesso modo. E, visto che con le “grandi” si comporta in un certo modo, deve fare altrettanto con tutte le squadre che affronta, altrimenti potrebbe essere tacciato di disparità di trattamento e al limite di falsare il campionato.
Se non sarà così i veri pericoli per le coronarie dei tifosi del Napoli potrebbero non essere nella partita con la Fiorentina ma in quelle dopo con Chievo e Palermo.
Bruno Patierno