
Si fanno sempre più interessanti i numeri del Napoli di Sarri che contro l’Udinese ha dimostrato di saper vincere anche partite ostiche e quindi non solo di largheggiare sommergendo di gol gli avversari. Contro la squadra di Colantuono il tecnico azzurro ha schierato per la sesta volta quella che ormai può essere considerata la formazione tipo del Napoli di quest’anno. Formazione che ha un record: sei partite, sei vittorie. Tutto cominciò con la Lazio, giorno dell’esordio in campionato (dopo quello in Coppa col Bruges) del 4-3-3. Sono poi seguiti gli incontri con Juventus, Milan, Fiorentina, Chievo e appunto Udinese. Solo in un’occasione (parliamo sempre di campionato) il cambio dei titolari non ha modificato il risultato finale – vittoria contro il Palermo -, in altre due occasioni – Carpi e Genoa – è finita in pareggio.
Il Napoli ha raggiunto l’undicesimo risultato utile consecutivo: è la serie più lunga in serie A in quest’anno. Non prende gol da quattro partite (Kalinic) ed è sempre più la seconda miglior difesa del torneo con otto gol subiti di cui sei nelle prime tre giornate (solo l’Inter ha fatto meglio, con 7). Ha avuto una lieve flessione in attacco, con quattro gol segnati nelle ultime quattro partite, ma è il terzo attacco più forte della serie A con 22 reti, dietro Roma (27) e Fiorentina (24). E ha anche il capocannoniere, quel Gonzalo Higuain che ha raggiunto quota nove senza rigori e che quest’anno al San Paolo ha segnato sempre. Contro il Palermo di destro, contro l’Udinese di sinistro, in diagonale, un gol bellissimo per tempismo e precisione. Di sinistro aveva segnato anche il primo contro la Sampdoria, quello alla Fiorentina e alla Juventus, tutti in diagonale. Tutti esteticamente ineccepibili. Lo abbiamo già scritto, sotto la guida di Sarri Higuain sta compiendo il percorso che potrebbe condurlo dall’essere un campione a diventare un fuoriclasse. Non è mai stato così decisivo. Le tre vittorie contro le piccole portano tutte e tre la sua firma: è lui che ha sbloccato il risultato contro Chievo, Palermo e Udinese. Gol di capitale importanza.
Il Napoli ha corso meno contro l’Udinese? Un po’ sì. Stando ai dati forniti dalla Lega Serie A, i friulani hanno corso più degli azzurri. Ma non è un male. E poi il calcio non è una corsa podistica. Il Napoli ha avuto nove occasioni da gol, ha sempre avuto il pallino del gioco in mano, avrebbe potuto sbloccare la sfida nel primo tempo e nella ripresa ha aumentato la pressione fino al sospirato gol. Come si conviene a una squadra consapevole, per dirla alla Carver. Se l’obiettivo – e non potrebbe essere un altro – è stare lì su il più a lungo possibile, giova non poco vincere partite uno a zero correndo un po’ meno degli avversari. Se magari si riuscisse a giocare talvolta anche sotto ritmo, sarebbe l’ideale. I gol sbagliati fanno parte del calcio, è inutile struggersi più di tanto. Solo chi tira, sbaglia. Solo chi crea occasioni da gol, può fallirle.
Una nota di merito non può non meritarla Pepe Reina. Il portiere di una grande squadra ha un compito ingrato: viene chiamato in causa poche volte nel corso di una partita, una al massimo due, e deve farsi trovare preparato. Forse ci si ricorderà poco del suo apporto ma i compagni e l’allenatore sanno che lui è decisivo. Ieri sera lo è stato con quella deviazione su colpo di testa ravvicinato.
Il Napoli ha sbrogliato la pratica Udinese ed è rimasto quarto in classifica a due punti dalla vetta. Non è primo solo perché sta ancora pagando i due punti nelle prime tre giornate. Dalla quarta in poi la corsa degli azzurri è irrefrenabile. Sapevamo che col passare delle giornate sarebbe diventato più arduo giocare calcio champagne ogni domenica. Poco male. Il Napoli mostra di aver preso le misure al cosiddetto complesso di Gulliver: in quattro giornate ha battuto Chievo, Palermo e Udinese. Ha pareggiato contro il Genoa il cui allenatore Gasperini ha cambiato il modo di stare in campo delle nostre avversarie. Anche l’Udinese di Colantuono ha optato per la marcatura a uomo a centrocampo come aveva fatto la domenica prima il Genoa. Ciò non ha impedito alla squadra di Sarri di creare occasioni da gol ma di certo ha offuscato il gioco arioso che aveva travolto Lazio, Milan, Juventus e Fiorentina. È normale, gli avversari si attrezzano quando affrontano una rivale più forte.
Se proprio c’è da sottolineare qualcosa che – almeno per quel che mi riguarda – non mi esalta e non trovo condivisibile è l’atteggiamento di Sarri nel post-Udinese, con i rilievi mossi all’arbitro («È stato un problema di questa partita») e la questione rigori («È strano che non ce ne abbiano fischiati ancora pur essendo noi la squadra che tira di più in porta e siamo di più nell’area avversaria») con la frase sulla maglie a strisce che ovviamente sta facendo il giro del web. Pur essendo fan di Benitez, non ci esaltammo lo scorso anno – a differenza di tantissimi – per il “ci può stare” post Napoli-Juventus, allo stesso modo non possiamo gioire per un atteggiamento aprioristicamente diffidente. È vero che al Napoli non hanno fischiato ancora rigori ma è anche vero che oltre quello di Genova non ricordo espisodi clamorosi. Anche la Roma attacca molto e ieri ha battuto il suo primo rigore – peraltro dubbio ma quasi impossibile da fotografare con precisione a velocità normale. È sicuramente un modo per mettere pressione, per far capire che proprio stupidi non siamo. È un’opzione politica e, appunto, “ci può stare”.
Infine una questione tecnica: il pallone. Se, come dice Sarri, con questo pallone è molto più difficile giocare, è giusto sollevare la questione con forza nelle sedi competenti. Il tecnico toscano – che studia dati quotidianamente – ha detto che col nuovo pallone la precisione dei passaggi è calata. E ha anche aggiunto che in tanti (anche delle altre squadre) in privato se ne lamentano ma nessuno ha il coraggio di esporsi pubblicamente. Poiché Sarri non è uno che parla a vanvera, è giusto porre il tema. Francamente gicoare con un pallone non all’altezza può capitare per strada o nelle partite scapoli-ammogliati ma farlo in serie A suona un po’ ridicolo.
Massimiliano Gallo