Il mio Atalanta – Napoli 1-3
– Dici Bergamo e leggi ostica. Non importa se Alta o Bassa, larga o stretta, da quando esiste Atalanta- Napoli, il duro aggettivo viene sempre associato agli orobici.
Da sempre. Non c’è articolo o commento inerente alla partita in cui non viene utilizzato. Dai tempi di Soldà, Stromberg e Celestini, di Inzaghi ed Ayala, di Doni, Bonacina e Bogliacino. Di Denis, Carmona e Cavani.
– Nella ostica Bergamo, il Napoli per la prima volta ha mostrato i denti e riesce nell’impresa di non naufragare, vincendo finalmente una partita “brutta, sporca e cattiva”.
– Per giorni ci siamo ossessionati con domande del genere: riuscirà mai il Napoli a conquistare una vittoria non proponendo necessariamente gioco, pressing e possesso palla? riuscirà mai il Napoli a vincere grazie a un corner e un mezzo tiro in porta come l’Inter o, quando le gambe non girano a dovere, buttando il sangue come la Juve?
– Nella ostica Bergamo abbiamo avuto le risposte che volevamo: raggiungere l’epicità dell’Inter è impossibile. Mai riusciremmo a non giocare a calcio per 90 minuti e portare a casa il risultato, ma ieri il Napoli, non riuscendo ad usare il fioretto come da consuetudine, finalmente, ha proposto la scimitarra e ha messo in campo carattere e determinazione.
– Non è un caso che Hamsik sia risultato decisivo nella sua partita meno brillante della stagione, specie nel primo tempo in cui ha giocato con i piedi di Rossitto.
Una giornata amarcord per lui: un’infinità di passaggi sbagliati, pause di riflessione, ma alla fine gol e assist decisivi.
– Lo stesso Gonzalone nostro ci ha fatto smadonnare rievocando il fantasma di Lollo sotto porta, prima di prendersi la squadra sulle spalle, proiettandoci con la sua doppietta verso un felice e sereno Natale. Un po’ la testa di Giordano sul primo gol, un po’ la corsa e il diagonale di Careca sul secondo e un po’ la cattiveria agonistica di Cavani quando siamo rimasti in dieci.
– Nel giorno in cui Insigne non ha inciso; Calle ha fatto esclusivamente la controfigura di Hysaj; Allan, nonostante avesse di fronte Cigarini e non Nainggolan, è risultato appannato; Jorginho, nonostante non avesse il solito mastino alle calcagna, ha teso a cucire il gioco più che a proporlo; nel giorno in cui Ghoulam non ha messo un cross e Hysaj ha sofferto Brivio, non Roberto Carlos, la squadra comunque non ha mai perso la bussola.
– Anche in costruzione ci sono state difficoltà, con Albiol e Kulì che spesso hanno cercato lanci lunghi, più che i soliti fraseggi in attesa che si aprissero varchi.
– In una giornata in cui i meccanismi non hanno funzionato come al solito e le trame non sono state fluide e un piacere per gli occhi, ecco che la squadra ha sfoderato una prestazione di grinta, sacrificio e “sporcizia”.
– Vincere mostrando gli attributi è rinfrancante. Più dei 5-0 in cui non sai mai dove sia il confine tra i meriti della squadra e i demeriti dell’avversario.
– E l’Atalanta in casa è ostica, se qualcuno non lo sapesse. Specie se c’e Denis al centro dell’attacco e sai che dovrai fare almeno due reti, specie se ti fai riacciuffare immediatamente con ancora il sapore del vantaggio in bocca e soprattutto se si finisce la gara con un uomo in meno.
– Abbiamo sfruttato gli episodi, evviva dio. Abbiamo sfruttato le debolezze di De Roon che, sfortuna sua, si legge Teròn e vive a Bergamo: un fallo di mano inconcepibile al centro dell’area, in cui poi Rocchi ci dovrà spiegare perché non ha sanzionato con un’ammonizione, e, sugli sviluppi di un corner, una marcatura debole e rilassata su quel ciclone chiamato Gonzalone.
– Abbiamo sfruttato il contropiede quando gli orobici hanno cercato nel finale di spingerci sulla linea di porta ed abbiamo sfruttato il carattere e la fame di questo collettivo che finora ci aveva abituato esclusivamente al bel gioco, agli archi e ai merletti.
– Molto indicativo anche il fatto di aver demolito atavici tabù proprio nella ostica Bergamo. In campionato: primo gol di testa, primo gol da calcio d’angolo e primo rigore realizzato. Di contro: prima espulsione e primo rigore errato.
– Il Napoli sulla carta aveva l’impegno più arduo (leggasi ostico) in questa giornata. Leggeremo che non è stato bello e che si sono evidenziati dei problemi, ma in realtà ancora una volta ha dimostrato di averci messo qualcosa in più rispetto alle avversarie per vincere in questo momento storico del campionato. E non sto parlando esclusivamente del capocannoniere.
– Dopo aver fatto una riflessione ampia sulla prestazione, infatti, mi guardo in giro e mi rendo conto che di rulli compressori non ce ne sono. Anzi.
– La Fiorentina passeggia col Chievo principalmente per la classica cappellata del portiere e per un tiro deviato all’incrocio dei pali; la Juve archivia la questione Carpi dimostrando una difesa non proprio impeccabile e un calo di concentrazione che ha trasformato Allegri nell’incredibile Hulk; la Roma fa più notizia per i baci ed abbracci della squadra che per un gioco ai limiti del decente in un ambiente ai limiti della follia e l’Inter, secondo l’opinione comune affetta anch’essa dalla sindrome della capolista, che ancora una volta dimostra di essere l’anti calcio, facendo far fare bella figura addirittura alla difesa della Lazio, ma che per una volta perde e lascia più di un dubbio su alcuni calciatori e sulle scelte di Mancini.
– Siamo la squadra meno battuta del Torneo con sole 2 sconfitte. Abbiamo la seconda miglior difesa e il terzo miglior attacco. Abbiamo Gonzalone a 16 gol in 17 partite e il miglior allenatore del campionato. Insomma, siamo forti. Insomma, siamo forti e c’abbiamo pure la cazzimma. Insomma, buon Natale.
– Compiti a casa per le feste natalizie:
Come fa Reina a lanciare per 70 metri con la precisione di un quarterback dotato di piedi?
Come ha fatto Calle a battere un calcio d’angolo direttamente in curva?
Perché a turno gli attaccanti hanno preso alla lettera il significato di Bergamo Alta tirando in cielo?
Come può un pubblico come quello orobico applaudire un giocatore che indossa la maglia del Napoli?
La casacca atalantina presenta un alberello di Natale in petto, perché in basso compare anche un elettroencefalogramma?
Come può Higuain aver segnato solo due gol in mezzo a Paletta e Stendardo?
Dopo aver visto il rigorometro di Hamsik farcito di pallini gialli e rossi come un presepe, perché ancora ci si ostina a farglieli tirare?
Perché ieri a Sky il regista era ubriaco e con replay assurdi non ci ha fatto capire niente?
Ma l’Atalanta è davvero così ostica?
– Siamo secondi. A un punto dall’AntiCalcio nerazzurro.
Godiamo. Anzi, pariamm’.
Buon Natale. #EpicMelo.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani
Gianluigi Trapani
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