La lunga striscia di risultati consecutivi del Napoli (ben 18), aveva portato all’esaltazione del ritorno all’undici titolare, alla formazione conosciuta come una filastrocca, allo champagne stappato alla faccia del turnover. Ma siccome nel calcio qualunque sia la tesi, basta un risultato a far cambiare il vento e a sventolar le bandiere in altre direzioni, il finale di partita con l’Inter, già prima della sconfitta di Bologna, aveva aperto ad una serie di critiche generali finalizzate a dimostrare come Sarri stesse probabilmente spremendo troppo gli azzurri.
Certamente è vero che il Napoli è la squadra con l’undici più facilmente riconoscibile, questo si traduce ovviamente in un impiego leggermente maggiore di alcuni calciatori, infatti sono ben 9 gli azzurri con oltre 1200 minuti giocati (sui 1890 totali), mentre Fiorentina e Roma ne hanno usati 8 sopra questa soglia e la Juventus invece 7.
Se però si guarda ai soli giocatori di movimento, escludendo i portieri, sono Roma (5) e Juventus (3 oltre Buffon) ad avere più giocatori utilizzati per oltre 1500 minuti, seguite dalla Fiorentina (2) e dal Napoli (1 oltre a Reina). Gli azzurri sono stati ovviamente agevolati dall’aver conquistato con largo anticipo la qualificazione in Europa e quindi dall’aver potuto operare un massiccio turnover nelle ultime gare infrasettimanali.
Allargando l’orizzonte anche a Milan ed Inter in termini percentuali si osserva che le sette big di Serie A hanno usato finora tutte almeno 22 giocatori (Napoli e Inter), 23 (Fiorentina e Juventus), 24 (Roma), 25 (Milan) e 26 (Lazio)
Si nota come sia il Milan la squadra ad aver utilizzato il minor numero di giocatori (solo 15) per almeno il 25% dei minuti totali. I rossoneri hanno però disputato finora solo gare di campionato, quindi non è una grossa anomalia, fa invece sensazione vedere come la Roma che ha disputato ben sei gare in più (21) abbia utilizzato solo 16 giocatori per almeno il 25% dei minuti totali. Seguono la Juventus con 17, Napoli e Inter con 18, Fiorentina con 19 e Lazio con 20.
Guardando infine i minutaggi degli azzurri, ciò che salta all’occhio non è tanto l’utilizzo importante di giocatori come Higuain, Hamsik, Albiol o Reina, per citarne alcuni, quanto piuttosto il delta di minuti giocati rispetto a elementi più che buoni/affidabili/forti quali è possibile ritenere Mertens, Chiriches, Gabbiadini, El Kaddouri. Se poi è ovvio che Gabriel e Chalobah abbiano finora trovato uno spazio limitato (anche se si stanno ugualmente facendo trovar pronti ed apprezzare), è un peccato vedere il poco spazio avuto finora da un giocatore dell’esperienza e della solidità di Strinic. D’altra parte è tutt’altro che semplice inserire nuovi giocatori in una formazione capace di costruire una così lunga striscia di gare senza sconfitte.
In fondo non è poi strano che Sarri, “pesata” la forza degli avversari del girone di Europa League e spinto dall’esigenza di costruire una forte identità di squadra, abbia distribuito i minuti in questa maniera.
Per l’allenatore partenopeo la vera sfida sarà da qui in avanti, quando con l’arrivo dell’anno nuovo la concentrazione di partite difficili tra campionato e coppe imporrà una diversa gestione degli uomini, probabilmente coinvolgendo di più quei 7-8 giocatori che hanno avuto meno spazio fino ad oggi. Sarà questo l’esame finale di Sarri per affermarsi definitivamente come allenatore capace di gestire una squadra di alto livello in lotta per il massimo obiettivo su più fronti durante la stagione.
Andrea Iovene