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La lucidità di Sarri nell’analisi della sconfitta è la migliore reazione possibile per il Napoli

La lucidità di Sarri nell’analisi della sconfitta è la migliore reazione possibile per il Napoli
Maurizio Sarri

Confesso. Ho avuto grande paura per le dichiarazioni post-partita di Maurizio Sarri. Ieri in conferenza stampa era stato molto spigoloso, aveva mostrato uno strano nervosismo. Non si riusciva a comprendere se era lui a vivere con timore la nuova sensazione di stare lassù da solo oppure se stava denunciando quel che aveva visto in settimana: una squadra un po’ appagata che quindi rischiava di arrivare a Bologna scarica dal punto di vista mentale. Col senno di poi, si può dire che Sarri aveva previsto tutto.

Temevo qualche affermazione su Mazzoleni. Destro, sia pure di un piede, ha segnato il primo gol in fuorigioco. E ho visto il nostro allenatore protestare perché l’arbitro nel primo tempo ha fermato una nostra ripartenza per ammonire Destro che aveva colpito Albiol.

Nulla di questo è invece successo. Le prime dichiarazioni di Sarri – rilasciate a Sky – non dico che hanno avuto il potere di far dimenticare la sconfitta (sarebbe francamente troppo) ma sono state di grande conforto per il futuro cammino del Napoli. È stato probabilmente il Sarri più lucido fin qui visto nei commenti in tv. Ha dato il giusto peso all’errore del guardalinee: «È un errore che ci può stare a occhio nudo, siamo stati noi a sbagliare una lettura facilissima». Qualcuno sta provando a evidenziare le sue frasi sugli arbitri italiani («Non sono i migliori») ma oggi Sarri in nessun modo si è appigliato alla direzione arbitrale. Anche il suo tono era diverso. Era più calmo di altre volte. Si è comportato come chi ha la situazione controllo, chi sa perfettamente che cosa è accaduto. E francamente non è affatto poco. Ha giustamente evidenziato che uno degli errori è stato non crederci più dopo il terzo gol. E anche qui ha ragione, come hanno dimostrato i due gol di Higuain in due minuti e le tre palle gol costruite nei primi quattro minuti della ripresa. 

È stato talmente lucido da riuscire ad esprimere un concetto fondamentale per chi ha in testa di competere per un obiettivo importante. E cioè che quando ci sono giornate in cui per un motivo o per un altro non riesci a esprimere il tuo gioco, devi innanzitutto badare a non prenderle, a non commettere ingenuità difensive. E oggi il Napoli ne ha commesse tre: un errore di Albiol sul lungo lancio di Diawara per Destro, quello sul calcio d’angolo che ha consentito a Rossettini di saltare in solitudine e infine l’incertezza di Reina. Tre in una partita sola. Non capitava da Napoli-Sampdoria, seconda giornata di campionato. E non a caso abbiamo incassato in novanta minuti gli stessi gol presi in undici gare.

I meriti vanno riconosciuti anche all’avversario. Donadoni ha seguito la strada tracciata da Gasperini che fu il primo a marcare il Napoli a centrocampo. Lui ha piazzato Diawara su Jorginho. Ciononostante il Napoli le palle gol le ha create, persino nel primo tempo: almeno tre (di cui un palo) cui vanno aggiunte le tre di inizio ripresa, il colpo di testa di Higuain al quarto d’ora del secondo tempo e i due gol finali. Il Napoli è una squadra viva. Il campanello d’allarme va ovviamente ascoltato. «Dobbiamo fare un’analisi seria» ha detto Sarri. Il Napoli è ufficialmente tra le squadre da battere e ci sta che gli avversari giochino alla morte, così com’è comprensibile che qualcuno cominci a prenderci le misure.

Lo sapevamo, lo avevamo detto. Anche se non abbiamo scoperto l’acqua calda: capiremo dove potrà arrivare questo Napoli dalla reazione ai momenti negativi che arriveranno. Il primo indizio è positivo. Nessun alibi, nessuna recriminazione. Atteggiamento che ha mostrato anche Reina che, così come fece a Bergamo due anni fa, è andato subito in tv a riconoscere il proprio errore. È da questi particolari che si riconosce un leader.

E francamente anche l’ambiente ha mostrato grande maturità. Persino sui social network, da sempre grande sfogatoio della tifoseria, la sconfitta è stata registrata senza particolari recriminazioni, come un passo falso che ci sta dopo tanti risultati positivi e che potrebbe persino avere conseguenze positive nel lungo periodo.     
Massimiliano Gallo

p.s. Raccolgo l’invito di Giulio Spadetta, che ci tirò le orecchie perché perdiamo troppo tempo a battibeccare con la stampa napoletana, e mi riservo soltanto un post scriptum per invitare affettuosamente Il Mattino a fare pace con il precedente allenatore. Quasi quasi viene citato più lui sulle pagine del quotidiano cittadino che attuali calciatori del Napoli. Oggi nell’editoriale l’ennesima menzione (credeteci, ce n’è almeno una al giorno): veniva ricordato ancora il 2-2 di Bologna di due anni fa e c’era persino un pezzo intero sui fischi del Santiago Bernabeu nonostante la vittoria sul Getafe. Se non conoscessimo lo sconfinato amore di Rafa Benitez per la sua consorte, saremmo portati a pensare che l’ossessione nasca da motivazioni extracalcistiche. Che meraviglia, invece, l’omaggio di Carratelli a Pacileo.  

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