Ieri sera c’erano Balotelli e Sabato, Boateng e Marras, Romagnoli e Boniperti (junior). Insomma, c’erano una grande squadra e un gruppo di calciatori semisconosciuti nello stesso campo, come nelle più belle favole romantiche. I precedenti, in Coppa Italia, non mancano: il Napoli vincitore nel 1962 come squadra di Serie B, le due finali negli anni Settanta del Palermo di Vito Chimenti, l’ultimo atto raggiunto nel 1994 da un’altra squadra cadetta, l’Ancona. Serie C, però, è roba grossa: bisogna andare indietro di 32 anni per trovare un exploit simile a quello dei grigi piemontesi, e bisogna scendere al Sud.
Bruno “Maciste” Bolchi è stata la prima figurina della storia d’Italia. I fratelli Panini, nel 1961, colorarono e inserirono in un rettangolino con nome e squadra una sua foto da mediano dll’Inter. Nel 1983 era l’allenatore del Bari. Una storia strana, quella dei pugliesi: molto presenti in Serie A nei primi anni del girone unico e fino agli anni Cinquanta, poi ricacciati nelle categorie inferiori con una sola puntata nell’olimpo, nella stagione 1969/70. Alla vigilia della stagione 1983/84, i pugliesi sono in Serie C, retrocessi da ultimi in classifica nell’ultimo torneo cadetto. La Coppa Italia sembra essere una semplice distrazione estiva, anche perché il girone agostano è di quelli difficili: Juventus, Lazio, Perugia, Catanzaro e Taranto, l’unica squadra di terza serie e l’unica con cui il Bari riesce a vincere. Ci sta, nessuna sorpresa. Un po’ più incredibili sono i quattro pareggi contro squadre di categoria superiore, compresa la Juventus detentrice del trofeo. Il secondo posto a pari punti con i bianconeri porta il Bari agli ottavi, ma il sorteggio è veramente malvagio. Ancora la Juventus, in una riedizione andata e ritorno del doppio confronto. Il destino sembra segnato, ma non andrà proprio così.
Il 2-2 dello Stadio della Vittoria (il San Nicola sarà costruito per i Mondiali del 1990) fa il paio con l’incredibile successo di Torino, un 1-2 firmato dalla doppietta di Antonio Lopez. Roba da non credere,ma è solo l’inizio. I biancorossi elimineranno anche la Fiorentina nei quarti, con due vittorie per 2-1. Quella di Bari, visibile su Youtube in un filmato retrò, è firmata dai gol di testa di Messina e Galluzzo. All’Artemio Franchi, invece, segneranno Guastella e Acerbis. L’ultimo ostacolo prima dell’ultimo atto racconta un’altra bella storia di provincia, solo un po’ più grande: il Bari affronta infatti il verona di Bagnoli, finalista l’anno precedente e che studia da grande in Serie A. L’anno dopo i gialloblu vinceranno uno storico scudetto, ma intanto puntano alla Coppa e “uccidono” i sogni di un’intera città, che sta vincendo il campionato di Serie C ma intanto crede al sogno Coppa Italia. Nell’andata del della Vittoria i biancorossi sono impauriti, emozionati: colpiscono un palo ma poi vanno sotto, alla fine perderanno 1-2. Una mazzata, anche in vista del ritorno in Veneto. Al Bentegodi finirà 3-1, reti di Galderisi (doppietta) e Volpati. Dopo, a qualificazione ipotecata, il gol della bandiera segnato da Messina.
Nonostante l’eliminazione, il Bari sarà comunque portato in trionfo a fine stagione, grazie alla promozione in Serie B. Un successo non isolato, arricchito nel 1985 dal salto triplo fino alla Serie A. Arriveranno in Puglia anche gli inglesi Paul Rideout e Gordon Cowans, ma non basterà ad evitare una pronta retrocessione. Quel Bari era la squadra di Luciano Sola (che finirà poi al Napoli), Claudio Sclosa, Angelo Terracenere e molti altri prodotti del vivaio. Una squadra che scatenò anche lo spirito di emulazione del Monopoli, che partecipa alla Coppa Italia nel 1988/89. Il presidente Pasquale Bellomo parlò così di quell’esperienza e del precedente dei “cugini” biancorossi: «Con questo evento, il nome di Monopoli gira per l’Europa. Partecipare alla Coppa Italia nazionale significa anche partecipare al campionato UEFA. Anche il Bari cinque anni fa è arrivato alla semifinale. Una squadra di Serie C, significa che quasi quasi poteva arrivare ai vertici della Coppa UEFA». Il Monopoli sarà eliminato con cinque sconfitte su cinque partite. Che peccato.