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Davvero adesso a Napoli dobbiamo preoccuparci per come esultiamo? E basta

Davvero adesso a Napoli dobbiamo preoccuparci per come esultiamo? E basta

Ieri, lunedì, ho avuto una spiata: Anna Trieste sarebbe stata presente al Processo del lunedì.

Così, dopo le 11 di sera, ho messo in pausa The Walking Dead mentre venivano sbudellati decine di zombie, e mi sono trovato davanti al faccione di Enrico Varriale e ai suoi ospiti.

Volevo vedere che faccia avesse la Trieste per immaginarla mentre corre nuda per tutta Barra a un gol di Koulibaly (è una sua promessa consegnata ad un suo tweet).

Volevo godermi l’ironia della simpaticissima Anna che mi ha regalato momenti di grande divertimento quando leggevo la sua rubrica.

Ma presto mi sono trovato coinvolto, pur se da spettatore passivo, nella stucchevole inopportuna e stupida polemica sui festeggiamenti dei giocatori del Napoli dopo Inter e Frosinone.

Avrei voluto infilare Varriale in The Walking Dead mixando i canali, ma la tecnologia attuale non me l’ha permesso.

Allora mi sfogo ora.

Basta.

Mo’ a Napoli bisogna pure preoccuparsi di come si esulta?

Ma che vogliono giornalisti e commentatori? la compostezza di un pubblico di zombi (tanto per restare in tema)?

Parliamoci chiaro una volta per tutte.

Abbiamo visto negli stadi cosa assurde e tragiche da far venire i brividi e qualcuno ha da ridire su festeggiamenti che sono solo espressione di gioia e non offendono nessuno?

Forse preferiscono commentare le squallide immagini di giocatori costretti ad andare sotto le curve a prendersi gli insulti dei tifosi? E vederli consegnare loro le maglie perché ritenuti indegni di indossarle? Scene viste a Genova, Roma, Parma.

O si preferisce vedere banane volare in campo e ascoltare Buu razzisti o veder volare irresponsabilmente razzi da una curva all’altra? (Torino e oltre)

E che dire poi dei cori razzisti contro i napoletani sempre e ovunque? Sono meno offensivi di un giro di campo?

Allora, signori commentatori, ditelo francamente: non è meglio vedere giocatori e pubblico, dopo una bella prestazione, esultare insieme, senza offendere gli avversari, oppure vedere le miserabili scene di cui sopra?

Se propendete per la seconda ipotesi, non venite a Napoli.

Perché qui non sentirete meschini cori offensivi, non vedrete banane volare in campo, non ascolterete vigliacchi insulti razzisti verso i giocatori di colore.

Dovrete abituarvi a questo tipo d’esultanza perché a Napoli si esulta come ci pare.

Inoltre vi dico che la pista d’atletica del San Paolo è rimasta lì ad arte per permettere i giri di campo dei giocatori.

Tanti giri di campo, speriamo.

In un periodo di merda per l’Italia e per il mondo intero, quando si addensano nubi minacciose sul futuro nostro e dei nostri figli siano benvenuti tutti i giri di campo di tutto il pianeta.

E per finire voglio concludere come avrebbe fatto Pino Daniele con la sua voce strozzata di Je so’ pazzo: nun ce scassate ‘o cazzo.

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