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La Gazzetta boccia Mancini e riabilita l’Inter di Mazzarri

La Gazzetta boccia Mancini e riabilita l’Inter di Mazzarri

La prima pagina è più che emblematica del cambio di clima alla Gazzetta dello sport nei confronti dell’Inter di Roberto Mancini. In copertina c’è l’allenatore di Jesi con un bel titolone “La resa dei conti” e un bollino “Inter – Dentro la crisi”. «Il tecnico – è scritto in prima pagina – ha avuto carta bianca ma la squadra è scivolata al quarto posto. I dubbi del Mancio». E ora Thohir cerca un socio al posto di Moratti. All’interno c’è un altro titolo inequivocabile: “Spese dimercato, obiettivi e rinnovo. Adesso è tutto in discussione”.

A completare il quadro ecco la pagina delle opinioni. Oggi la rubrica con i lettori di Alberto Cerruti va dritto al cuore del problema: “L’Inter di Mancini rivaluta Mazzarri”. Cerruti risponde così a un lettore che adessi si pente di aver criticato il tecnico toscano lo scorso ann: «Con il senno di poi – scrive il lettore – capisco che Mazzarri stava facendo un grandissimo lavoro perché era costretto a lavorare per l’Europa (centrata al primo anno) con pochi mezzi. Eppure veniva criticato per la difesa a tre. Non è venuto il momento di rivalutare il suo cammino?».

E Cerruti scrive: «Dal 2-2 del suo esonero (Mazzarri, ndr) in casa contro il Verona all’undicesima giornata del campionato scorso, al 3-3 in trasferta dell’altro ieri sempre contro il Verona, alla quinta di ritorno, si è passati dalla speranza di abbandonare il nono posto a 12 punti dalla Juve alla paura di perdere anche il quarto a 11 punti dal Napoli nuovo capolista. Peccato che in mezzo ci siano state tre sessioni di mercato, in cui Mancini ha avuto ben 17 giocatori nuovi: cinque un anno fa (Podolski, Shaqiri, Brozovic, Santon e Felipe), undici l’estate scorsa (Miranda, Murillo, Montoya, Tello, Melo, Kondogbia, Biabiany, Perisic, Jovetic, Ljajic, Manaj), e uno la settimana scorsa: Eder. Il centinaio di milioni in uscita per dare a Mancini i giocatori da lui richiesti contrasta in maniera netta con la politica di austerità imposta da Thohir fino a un anno fa. Essere aziendalista, rispettando le esigenze economiche dellasocietà che intendeva puntare sui giovani come Dodò, Andreolli e Kovacic, si è rivelato un difetto invece che un merito per Mazzarri»

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