Il mio Juve – Napoli 1-0
– Io questa partita l’ho già vista.
– Senza sfogliare almanacchi, ricordo a Torino situazioni simili, sviluppi simili e simile enorme siluro finale che spero sempre non si materializzi più. E invece…
– Iaquinta, un paio di volte Ravanelli, Casiraghi e Caceres che sbloccò da calcio d’angolo uno 0-0 ormai scolpito nel cemento.
– Per non parlare di un tiro di Marchisio diretto alla bandierina la cui deviazione si trasformò in un 1-0 beffardo.
– Uniche (grandi) differenze rispetto alle sopracitate, il Napoli non era forte come quello di oggi e in molti casi, la Juve non era così vincente come l’attuale. Ma soprattutto, in quegli anni remoti, il Napoli non si era mai ritrovato solo in testa a giocarsi lo scudetto.
– Queste differenze non hanno però prodotto LA differenza che io speravo e mi aspettavo.
– Ero fiducioso e credevo che la nostra superiorità finalmente avrebbe determinato un solco invalicabile. E invece…
– Si dirà: negli ultimi anni a Torino gli azzurri non sono mai scesi in campo, arrendendosi già negli spogliatoi. Mentre questa volta…
Si dirà: la Juve, nonostante giocasse in casa, ha tirato solo mezza volta in porta.
Si dirà: stavolta abbiamo tenuto il possesso palla per lunghi tratti, nascondendola agli avversari.
Si dirà: alla fine i bianconeri, dopo una striscia di 14 vittorie, ormai alle corde si sarebbero accontentati anche del pareggio, pur di non perdere.
Si dirà: grandi meriti a questo Napoli. Ha tenuto testa e campo a una squadra forte e super organizzata.
Si dirà: abbiamo perso solo per sfortuna.
– Si dirà, ma nei fatti, la Juve con tanti uomini indisponibili ed alcuni incerottati ha imposto la propria volontà. Ha infatti disputato la partita che aveva in mente, il Napoli no.
– È merito della Juve se il Napoli non è riuscito ad esprimere il solito gioco brillante? È merito della Juve se per 90 minuti il Napoli ha giocato sotto ritmo, non riuscendo mai ad imprimere velocità nella circolazione della palla? È merito della Juve se Higuain non è mai stato pericoloso e Calle ed Insigne hanno dovuto più badare a difendere che a puntare la porta? È merito della Juve se una squadra prima in classifica non ha mai, se non in una occasione, impensierito la difesa?
Allora mi chiedo: se così fosse, a conti fatti, chi avrebbe meritato più di vincerla?
– Si dirà ancora: sì, ma se fosse finita come ormai tutti pensavamo, cioè 0-0, se non ci fosse stata quella deviazione, ora staremmo parlando d’altro.
Certo. Ma così non è stato. E non è la prima volta. E già successo in questa stagione contro il Torino, il Milan, la Fiorentina, la Roma ecc ecc.
– Perché la Juve è questa e si sapeva: cinica, compatta, spietata, anale.
– Il Napoli invece è tutto ciò che non si è visto ieri allo Juventus Stadium. Ha indossato abiti non suoi. Pur avendo un’ottima difesa, nasce e vive per attaccare e nel proprio dna lo 0-0 non compare. Invece ha imparato la poesia a memoria, ha messo su una bella maschera e non ha lasciato spazio a quel poco di improvvisazione e di rischio che tanto ci hanno fatto brillare le pupille. Ha comunque fatto la sua degna figura dimostrando di meritare i piani alti del nostro campionato, e non riuscendo ad essere se stesso gli alibi si sprecano, ma ieri si doveva dimostrare di essere i più forti, mentre il rispetto e il timore ci hanno fatto giocare su un campo che non ci appartiene.
– La lucida follia e quel pizzico di spregiudicatezza ed incoscienza ci hanno permesso di essere lì, mentre ieri si è badato solo al lavoro sporco e ai calcoli. Tutti hanno svolto egregiamente le mansioni detergenti in completo da ragioniere, ma evidentemente non fa per noi. Non siamo noi. E lo abbiamo sempre saputo.
– Certo, ordine, tenuta del campo, grinta e concentrazione di fronte a una squadra pluridecorata meritano il “tanto di cappello”. Non oso dire una parola sulla dedizione e sulla tanto amata maglietta sudata, ma non è bastato.
– Chi nun tene curaggio, non se cocca cu’e femmene belle.
– È bastata invece una microscopica disattenzione collettiva in una azione di 5/6 secondi per tornare a vedere una partita che in fondo avevamo già visto.
– Ancora una volta nei minuti finali. A volte mi chiedo per quanto tempo ancora dovremo pagare con la sorte quel gol di Renica al 120′.
– Per quanto nutra una mai celata antipatia e rivalità nei confronti della Juve, dico che abbiamo ancora da imparare. Soprattutto nella testa e nelle zone sottostanti.
– Nulla però è perduto e il percorso di crescita in un campionato prevede anche battute d’arresto brucianti ed inaspettate come queste, proprio per evitare che si ripetano.
– Ora però c’è da dimostrare quanto la squadra sia forte a metabolizzare la sconfitta e il famoso enorme siluro.
– Nel corso degli anni ci ha tramortito, ora dobbiamo invece dimostrare che il passato è passato. E non ritornerà più.
– Inutile negare l’infiammazione. C’è e bisogna metterci una pietra sopra immediatamente. La fiducia resta intatta e, volente o nolente, io ho bisogno di crederci ancora.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
Gianluigi Trapani ilnapolista © riproduzione riservata