Il mio Napoli – Empoli 5-1
– Gira e rigira diciamo e scriviamo da tempo sempre gli stessi concetti. Possiamo modificare un paio di virgole o fare la gara a chi scrive la poesia con rime più forbite, ma il senso ormai lo si è capito. E non cambia.
– Il Napoli stravince anche con l’Empoli e non ci sono novità all’orizzonte.
– Che noia, eh. Bei tempi quando si intavolavano sterili discussioni scippa neuroni sui moduli, sulle sostituzioni, sul calo fisico, sulla inadeguatezza di Hysaj sulla corsia mancina, sul dualismo tra Insigne e Mertens, sulla panza di Higuain o sulla discontinuità di Hamsik. E invece anche stavolta mi tocca leggere pulite mirabilie di sublimazione condite da una fiera dell’aggettivo che non ha più confini. A chi lo definisce più pomposo.
– Che noia, che barba, eh. Più passano le giornate e più gli aggettivi e i complimenti si gonfiano.
E ora che il calciomercato sta per finire, domani non avrò nemmeno più l’alibi per la mia consueta lagna al sapore di rimpianti e bile.
Ma che ci sto a fare qui, mi chiedo?
– Siamo arrivati al punto che per creare un po’ di scaramucce con gli amici, dobbiamo accapigliarci su chi sia stato il migliore in campo, chi ha corso di più o chi ha realizzato la rete più bella.
Ci salva per fortuna SkyJuve24 che si è interrogata sulla possibilità che il Napoli, primo in classifica, possa tenere il passo della Juve, seconda in classifica.
– A proposito, può una squadra diventare campione d’Italia presentandosi in campo con quel mutandone da bagno che non indosserebbe nemmeno Fantozzi per la vergogna? L’antidoping anche per il designer, please.
– Non sento nemmeno più parlare di classifiche comparate, non odo l’eco dei nostalgici di Mazzarri, di chi punta il dito de “l’avevo detto” contro Benitez e del rammarico di non aver trattenuto Bherami e Yebda.
– Ormai i paragoni provengono dall’alto. Qui si nomina sempre di meno Cavani, mentre lassù si cercano improbabili similitudini tra Higuain e Dybala, quando oggi, forse, il piccolo argentino potrebbe stare sulla scia di Insigne. E ripeto forse.
– Che noia, che barba, che noia, eh. Almeno in partite precedenti ci si poteva infilare in una parvenza posticcia di falla. Chessò, col Sassuolo c’è stato un momento di appannamento, con la Sampdoria abbiamo subìto due reti e concesso delle occasioni agli avversari, nemmeno lo sfizio di inferocirmi per l’uscita dalla coppa Italia completamente oscurata dalla polemica mediatica tra Sarri e mister dito medio. No, niente. Ieri sono uscito dallo stadio con la noia della perfezione addosso e gli occhi che mi brillavano di meraviglia per tutto ciò che avevo ammirato.
– Eppure storicamente il mese di gennaio è sempre stato il nostro tallone d’Achille, il mese in cui le piccole diventavano grandi e che puntualmente ci estromettevano da tutti i giochi proiettando lo sguardo ad una illusoria estate in cui ci saremmo rinforzati per poi ripartire. E invece no, a gennaio abbiamo realizzato un en plain, le abbiamo vinte tutte. Siamo arrivati al punto di vedere una squadra giocare bene, giocare stretta, aggressiva e senza timori, passare addirittura in vantaggio e tornarsene a casa comunque con 5 sfogliatelle sullo stomaco. Ma dove andremo a finire?
– Detesto profondamente i commenti che non aggiungono nulla, che si riducono al “siamo belli, siamo forti, alè oh oh”, ma, onestamente, cosa posso dire di diverso?
– È una costante che non ci abbandona più. Questi commenti per fortuna si ripetono, arricchendosi, volta per volta, di grazia e sostanza:
Reina, incolpevole e sfortunato sul gol, è risultato inoperoso. Quante volte lo abbiamo sentito?
Mai visto un Hamsik come in questa stagione. E ieri è stato robotico, non ha sbagliato nulla. E mi ha fatto impressione quando ha reagito come una bestia feroce in seguito a un fallo assassino dell’aratro frustrato empolese.
Insigne è il miglior talento italiano del momento. E ieri ha spaccato la partita con una pennellata alla Baggio e una punizione alla Zola.
Allan è il miglior acquisto della seria A. E ieri ci ha mostrato un moto perpetuo, il terzo polmone e un lancio di 40 metri alla Dunga. Ancora è andato a pressare come un ossesso e a rubar palla subito dopo il 5-1.
Hysaj è la vera sorpresa. E ieri ci ha meravigliato anche negli spazi stretti con tocchi e finte di corpo da strabuzzare gli occhi.
Calle fa l’ala e il terzino. E ieri lo abbiamo visto farsi un cuuuore così anche come trequartista, mediano, raccattapalle e massaggiatore, oltre che goleador con due reti e una terza provocata.
Kulì è un muro e Albiol è un altro giocatore. E ieri lo hanno ancora una volta confermato.
Jorginho è il miglior regista del campionato. E ieri avrà frantumato qualche altro record tra chilometri percorsi e passaggi realizzati.
Higuain è un mostro. Non sopporta più i tifosi che lo stressano e già stasera seguirebbe Denis, intanto, per farci un dispetto, ieri è stato praticamente presente in tutte le azioni, mettendo a segno la ventiduesima perla in 22 partite.
Siamo belli, siamo forti, alè oh oh.
– Seppure non avessi rimarcato la lista di cui sopra, di certo al bar, in treno, in ufficio o dal dentista qualcuno ora starà ripetendo una di queste frasi. Soprattutto l’ultima.
– Sì, anche nel recente passato abbiamo disputato grandi partite, gare emozionanti e rimonte da capogiro, ma per rivivere una squadra così corta, solida e soprattutto continua devo spremere le meningi e ricordarmi di quando collezionavo figurine, indossavo pantaloni alla zuava e non avevo un filo di barba sul viso.
– Ieri il Napoli è stato eccezionale, straordinario, spietato, maestoso, meraviglioso. Talmente bello che, pur contro la mia volontà, non riesco ad esimermi dal partecipare alla odiosa sagra dell’aggettivo infiocchettato.
– Anche in altre occasioni quest’anno mi sono ritrovato ad avere problemi nell’esprimermi, ma qualcosa sono sempre riuscito a tirar fuori. La mente ora è invece talmente in uno stato di estasi che tutto ciò che partorisce al di fuori da essa sembra fuori luogo, inaccettabile per questa realtà. O per questo sogno. Come se le parole sminuissero ciò che sento e distorcessero la purezza emotiva del momento.
– “Bello, forte, alè oh oh” è di una monotonia mortale, ma quanto mi piace. Vorrei star zitto e lamentarmi di non aver nulla da dire fino a maggio. Vorrei riproporre questo pezzo ogni “giorno dopo” fino alla noia. La stessa che ora mi inebria e mi inibisce tra gioia, speranza ed incoscienza.
– Anche se poi una piccola grande novità ci sarebbe: andare in campo sapendo che l’avversaria ti ha scavalcato, avrebbe potuto creare tensioni e nervosismo ulteriori, specie dopo lo svantaggio. La squadra invece con grande consapevolezza non ha sbagliato l’approccio ed ha reagito con veemenza alla rete subita.
– Non so come andrà a finire. Me lo chiedo a tratti. Ogni parola o pensiero che esagera e mi solleva da terra trova il suo antidoto nella consueta manovra Sarri che ci protegge dentro al campo con una linea difensiva alta fin dentro l’area avversaria e fuori dal campo con meticolosi, continui e bassi movimenti di falangi. So però che al di là del sogno mai dimenticherò questa rara sensazione che mi pervade anche il lunedì, il martedì e durante l’intera settimana e so inoltre che questa noia mi sta facendo godere e divertire come non mai e che vincere è bello, ma vincere così è ancora più bello. Anzi, con noia e senza Barba, lo ripeto ossessivamente: più bello, forte, alè oh oh.
– La magia continua…
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani ilnapolista © riproduzione riservata