L’analisi tattica di Napoli-Chievo inizia già nel dopopartita, con le dichiarazioni di Sarri e Ghoulam che sembrano essersi messi d’accordo. Il tecnico, ai microfoni di Mediaset Premium, spiega che il gol del pareggio di Higuain nasce da una situazione che, negli ultimi giorni, era stata provata e riprovata in allenamento. Pochi minuti dopo, il terzino algerino, col suo accento francese e il sorriso stampato in faccia, ripete la stessa cosa. Evidentemente, nella prima settimana senza impegni di coppa, Sarri ha concentrato la sua attenzione su quello che, probabilmente, era diventato il vero problema del Napoli: la capacità di attaccare l’area con molti uomini. Anche quando, come avvenuto spesso nelle ultime partite (contro il Milan, ad esempio, ma anche nella sfida di ritorno con il Villarreal), il Napoli preferiva la discesa sul fondo dell’esterno piuttosto che il dialogo serrato al limite dell’area o sul suo lato corto. In realtà, anche ieri sera il Napoli ha utilizzato molto questa soluzione (26 cross, tutti nel campetto posizionale sotto), anche grazie alla prestazione del miglior calciatore in campo ieri sera. Uno con l’accento francese e il sorriso stampato in faccia durante le interviste del postpartita: Faouzi Ghoulam.
La differenza con le gare del recente passato, molto semplicemente, è stata la percentuale realizzativa, della squadra e ovviamente di Gonzalo Higuain. 25 tiri per tutti calciatori in campo, 7 per il Pipita; 3 gol per il Napoli, uno per l’argentino (più una traversa). Tutto il resto ha raccontato del solito Napoli: squadra organizzata, veloce, verticale. E, soprattutto, precisa nei passaggi: 89% di pass accuracy su 803 appoggi, di cui 725 brevi. Più la solita percentuale esagerata nel possesso palla, 69% contro 31%. Nonostante la gabbia preparata da Maran su Jorginho, seguito a vista ora da Birsa ora da Radovanovic, il regista italobrasiliano è stato come al solito il centro di gravità assoluta della costruzione della manovra azzurra: 115 passaggi riusciti, più lo splendido assist per il gol del vantaggio realizzato da Chiriches. C’è dell’altro, però, oltre Jorginho. Ed è proprio e ancora Faouzi Ghoulam: ovvero il calciatore in campo coinvolto in tutte le combinazioni di passaggio più frequenti (Hamsik per l’algerino, 28 scambi; e viceversa 27 scambi) e che ha effettuato il numero maggiore di key passes, ovvero di passaggi decisivi per la creazione di un’occasione, 4. Più il cross decisivo per il gol di Higuain. A questo prezioso contributo in fase offensiva, l’algerino ha aggiunto 2 palle recuperate, 4 intercettate e 3 duelli aerei vinti. I tre contrasti di testa positivi sono avvenuti tutti nella ripresa, e anche questo è un dato importante: l’algerino, infatti, ha mostrato una tenuta fisica strepitosa, una condizione in crescendo durante la partita. E ha rappresentato pure la soluzione più utilizzata per lo sviluppo della manovra, ma non è una novità. Il Napoli è una squadra che attacca a sinistra, soprattutto. È successo anche ieri, con una percentuale abbastanza eloquente, visibile nel campetto posizionale in basso a sinistra (a destra quello dei veronesi) e nella heatmap più sotto, che mostra le zone più utilizzate del campo: il 48% degli attacchi del Napoli arriva dalla fascia mancina. Praticamente, uno su due.
Il discorso sulla sontuosa prestazione di Faouzi Ghoulam sposta i riflettori su quello che è stato l’altro grande protagonista della serata azzurra. Un protagonista forse meno appariscente, ma assolutamente determinante per il Napoli. Marek Hamsik è decisivo, sempre. Nel bene e nel male. Gira Hamsik, gira la squadra. Ieri, lo slovacco si è orientato al lavoro oscuro, anche alla supplenza nella gestione palla a Jorginho nei momenti in cui l’italobrasiliano era sotto il torchio della pressione alta del Chievo. Soprattutto nel primo tempo, infatti, la squadra di Maran è riuscita a bloccare abbastanza bene la manovra azzurra, con 37 interventi difensivi completati tra palle intercetttate e rilanciate. Nel secondo tempo, a stanchezza affiorata, i gialloblu hanno abbassato la loro intensità difensiva ed esaltato di nuovo il possesso palla azzurro (24 interventi difensivi totali). Ecco che allora Hamsik ha trasformato la sua partita, da utile a preziosa, non tanto nel contributo offensivo (2 passaggi chiave in tutto), quanto nella capacità di farsi trovare pronto alla giocata utile. Oltre che nei 55 scambi con Ghoulam, di cui abbiamo già detto in precedenza, lo slovacco è stato coinvolto anche in tutte le altre direttrici più utilizzate: 27 passaggi ricevuti da Koulibaly, 26 da Jorginho. Anche la risposta a queste sollecitazioni è stata positiva: Hamsik, infatti, ha terminato il match con il 90% di appoggi riusciti. Eccoli, sotto, nel campetto posizionale.
Un buon Napoli con un fantastico Ghulam, un ottimo Hamsik e il solito Higuain. Rabbia (?) finale a parte. Stavolta, però, andiamo controcorrente e cerchiamo di capire cosa sia successo nell’unico momento di sofferenza, a cavallo tra gli ultimi minuti della prima frazione e i primi della ripresa. Una semplice questione di distanze smarrite, grazie alla buona prova globale del Chievo (Maran dixit in veritas: «Abbiamo fatto il possibile per venir fuori con un risultato positivo») e al momento di rifiato generale in casa Napoli, soprattutto dei centrocampisti. Lo leggi nel campetto posizionale dei key passes clivensi, sotto: due cross dagli esterni (bellissimo quello di Mpoku impattato male da Pellissier in avvio di secondo tempo) e tre tocchi in verticale dalla trequarti, in situazioni di centrocampo saltato e quindi in inferiorità numerica. Tutto è rientrato nel momento in cui Sarri ha richiamato in panchina David Lopez e riproposto un Allan presentabile. Lo spagnolo, dopo un primo tempo diligente e positivo, era finito sotto ritmo e non riusciva più a inseguire il calciatore più pericoloso del Chievo, Valter Birsa. Uno che ha praticamente cambiato tutte le posizioni in zona offensiva, e che è stato autore di due dei passaggi chiave di cui sotto. Quelli cerchiati, esattamente in una zona di campo di competenza dello spagnolo.
La sostituzione che ha visto entrare l’ex mediano dell’Udinese ha ridato fiato perché presenza, e viceversa, all’azione di contenimento del Napoli. Più l’assist per il gol-sentenza di Callejon. Bravo Sarri a leggere bene il momento e a inserire il giocatore giusto quando e dove serviva. Fortunato a trovare dentro questo cambio anche la giocata risolutiva della partita. Ha vinto la partita dalla panchina, dopo una settimana in cui ha lavorato lì, esattamente dove serviva. Parola (con sorriso) di Faouzi Ghoulam.