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Napoli-Genoa è la perla al volo di Rincon, che l’anno dopo finì dritto al Real Madrid

Napoli-Genoa è la perla al volo di Rincon, che l’anno dopo finì dritto al Real Madrid

Il gol di Faccenda che dà il via al gemellaggio nel 1982 o le festa promozione del 2000 (solo azzurra) e del 2007 (per entrambe le squadre). Napoli-Genoa, partita di gemellaggi sulle curve, è questo ma anche di più. Ecco allora una breve carrellata di match tra azzurri e rossoblu allo stadio San Paolo. Si comincia con Maradona e Zola.

24/2/1991, Napoli-Genoa 1-0

Aria di smobilitazione in un San Paolo comunque pieno per quella che poi, a conti fatti, sarà la penultima di Maradona a Fuorigrotta. Il Napoli soffre, la classifica è deficitaria e lo scudetto sul petto è già un ricordo di tempi che sembrano lontani. Finisce 1-0 per gli azzurri di Bigon, con bel gol di Zola su assist di Maradona.

Nel video, oltre al crest del Genoa di Spinelli, una sorta di oltraggio allo storico grifone rossoblu, si vedono tifosi napoletani che esibiscono il dodici della loro “maglia” e piangono, Moggi che esulta e Maradona che dice di come «Il campionato del Napoli inizi adesso». Non andrà benissimo, a lui e alla squadra: a fine stagione, Napoli ottavo e fuori dalla zona-Europa. Di Diego si sa, sarà fermato dall’antidoping dopo Napoli-Bari del 17 marzo. Per il Genoa, invece, stagione stellare: quarto posto e qualificazione in Coppa Uefa. L’anno dopo, la squadra di Bagnoli conquisterà la semifinale europea battendo il Liverpool a domicilio. 25 anni fa, e sembra una vita. È una vita.

26/2/1995, Napoli-Genoa 1-0

Boskov, dopo mille derby della Lanterna sulla panchina della Samp, oggi allena il Napoli. Il Genoa, invece, presenta un attacco a tre a dir poco esotico: il cecoslovacco Tomáš Skuhravý, l’olandese Van’t Schip e soprattutto Kazu Miura, il giapponese che ispirò il racconto di Tsubasa, al secolo Holly e Benji. Il primo nipponico nella storia della Serie A è un fuoco di paglia, e il Grifone ne risente, stazionante com’è in fondo alla classifica.

Il Napoli se la passa un po’ meglio, anche se la crisi economica avanza e non si sa quanto e come questa squadra possa trattenere alcuni suoi gioielli: uno su tutti Fabio Cannavaro, giovane enfant prodige difensivo della Loggetta. Ma anche Benny Carbone e Pino Taglialatela, fantasista e portiere appetiti dalle grandi. In questa partita, il protagonista è però un colombiano di colore, arrivato tra squilli di fanfare dal Palmeiras e autore di un campionato di pochi alti e molti bassi. In realtà, di molti momenti lenti e pochi veloci. Freddy Rincon segna al 37esimo il gol del vantaggio, concludendo con una splendida sassata al volo una bellissima azione di prima di Bordin e Agostini. Quel Napoli mancherà all’ultima partita la qualificazione Uefa. Il Genoa finirà in Serie B dopo i rigori dello spareggio col Padova, e Freddy Rincon andrà via dopo 7 gol in 28 presenze. Lo vuole e lo acquista il Real Madrid.

30/9/2007, Napoli-Genoa 1-2

Dopo Napoli-Livorno 1-0, quinta di campionato, il San Paolo viene squalificato. Questa la motivazione dell’immortale giudice Tosel: «…per avere suoi sostenitori, all’inizio della gara, esposto per brevi attimi, uno striscione ingiurioso nei confronti della tifoseria avversaria; per avere inoltre, nel corso della gara, acceso complessivamente nel proprio settore tredici fumogeni; per avere, infine, al 35′ del secondo tempo, scagliato nel recinto quattro bottigliette una delle quali, piena, colpiva al petto un assistente, provocandogli una sensazione dolorifica; valutata la potenzialità lesiva in danno degli Ufficiali di gara di tale comportamento e considerata la recidività».

Finisce che la più grande festa del calcio a Napoli, nell’anno del ritorno in Serie A, venga praticamente decapitata prima di iniziare. Un peccato, veramente. Il Napoli è reduce da 9 punti in 4 partite dopo l’esordio col brivido contro il Cagliari al San Paolo, cerca contro il Grifone (già) di Gasperini i punti per lanciarsi addirittura nei primi posti della classifica. Va male, senza il pubblico: partita scialba, lo senti anche nella voce di Di Marzio che commenta senza riuscire a essere stridulo. Finisce 1-2, con autogol di Cannavaro, pareggio di Domizzi dal dischetto e gol decisivo di Beppe Sculli. Una partita che, a causa di risultato e contesto, è stato molto meglio dimenticare. 

21/12/2011, Napoli-Genoa 6-1

È una notte speciale, e non perché è l’ultima prima della pausa natalizia. Basta leggere il tabellino per rendersi conto dell’eccezionalità della serata di Fuorigrotta. Cavani due volte, Hamsik e Pandev, sì. Ok. Ma soprattutto, Walter Gargano e Camilo Zuniga. L’uruguagio torna al gol col Napoli a quattro anni dalle prime due reti consecutive, Roma-Napoli 4-4 e Napoli-Juventus 3-1. Lo fa con un gran destro dal limite, che fredda Frey per il 5-1.

Il terzino colombiano, invece, trova quella che è indubbiamente la rete più bella della serata, un meraviglioso tiro a giro col destro dalla parte sinistra dell’area. È l’ultimo gol della partita, è l’ultimo gol subito da Malesani come tecnico del Grifone. L’esonero sarà immediato, gli subentreranno prima Pasquale Marino poi Gigi De Canio. Il Napoli finirà quinto e perderà Lavezzi, il Genoa si salverà battendo Cagliari e Palermo alle due ultime in casa dopo aver consegnato le maglie agli ultras durante il match contro il Siena.

24/2/2015, Napoli-Genoa 1-1

Ventiquattro anni esatti dopo il gol di Rincon c’è un altro sudamericano imparentato col Real Madrid che vuole decidere e sta decidendo Napoli-Genoa. È argentino, è l’attaccante principe della squadra di Benitez. Parliamo ovviamente di Gonzalo Higuain, che in maglia gialla realizza uno dei gol più belli della sua avventura napoletana: splendida palla verticale di Hamsik, tocco sotto dolcissimo, di prima intenzione e di sinistro, a scavalcare Perin in uscita. Una gemma.

Il Napoli è quello bello e intermittente di Benitez in una delle sue serate migliori e peggiori insieme: attacco champagne, quantità industriale di palle gol prodotte e non concretizzate, disattenzioni difensive da oratorio. Il Genoa non ne approfitta, almeno finché dalla panchina non si alza Calaiò. Uno che in carriera non ha mai battuto un calcio di punizione. Entra, tira il primo e fulmina un incolpevole Reina. Palo-gol e San Paolo ammutolito. Pareggio giusto forse sì forse no, ma alla fine pareggio con tanto di fischi di Fuorigrotta. Tre giorni dopo, Napoli-Swansea 3-1 riporterà un minimo di sereno. Per i gallesi segnerà un altro futuro ex, Jonathan De Guzman.

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