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Reina, Twitter e le fette di prosciutto

Reina, Twitter e le fette di prosciutto

Ieri sera, poco dopo e poco prima il fischio finale dell’arbitro Eriksson, Bayern-Juventus era già diventata mainstream sui social. Tra i tanti, troppi tweet provenienti dalla metà d’Italia colorata di bianconero e dalla metà “degli altri”, è balzato alle cronache quello di un ex giocatore del Bayern Monaco. Uno spagnolo. Uno che, al gol di Thiago Alcantara, quello del 3-2 che ha praticamente chiuso la partita nel secondo supplementare, esultava con un bel Thiagoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!” per la sua ex squadra e il suo ex compagno. Che poi è spagnolo pure lui, e che quindi con l’ex giocatore del Bayern ha condiviso molti ritiri con la Roja.

Sarebbe considerata così, una esultanza che sa di sfottò ma resta semplicemente un grido per un ex compagno di squadra, se non fosse che l’ex giocatore del Bayern è il portiere titolare del Napoli. Ovvero, la squadra che si sta giocando il campionato a tre punti di distanza dalla Juventus. La condizione di Pepe Reina, invece, l’ha esposto e lo espone al pubblico ludibrio bianconero. Sullo stesso Twitter e, si dice, anche e proprio nello spogliatoio juventino. 

In un baleno, il portiere spagnolo viene considerato come la migliore esposizione dell’immagine mediocre e perdente della sua squadra che non vince nulla e quindi esulta quando sono gli altri a perdere. Il concetto generale è questo, ma il modo di esprimerlo in giro è stato più o meno colorito a seconda della rabbia che ogni tifoso juventino aveva accumulato nei confronti di José Manuel Reina detto Pepe. 

Chi scrive crede che i calciatori dovrebbero spegnere i social. Quando giocano loro, quando giocano gli altri. Sempre. Perché tutto quello che dicono, scrivono, postano, potrebbe essere travisato, potrebbe essere inteso male dagli “altri”. Premesso questo, la reazione di alcuni tifosi bianconeri è stata esagerata. Perché è stata di sdegno, quasi di pena nei confronti di chi, probabilmente, non aveva fatto altro che cogliere due piccioni-social con una fava: esultare come avrebbe fatto qualunque altro calciatore nella sua condizione di ex e connazionale, e pure ingraziarsi un po’ la tifoseria della sua squadra con un momento di antijuventinismo velato. Una roba a metà tra lo sfottò e il sacrosanto diritto di tifare per i propri vecchi compagni. Una roba che non fa male a nessuno, che lì inizia e lì finisce. E che non c’è bisogno di sottolineare con delle lezioni di stile e di comportamento nella serata in cui il tuo amministratore delegato va in televisione a chiedere «tutela per il calcio italiano»

Se ci fate caso, in tutto il paragrafo precedente non ho mai utilizzato la parola Juventus, né tantomeno Napoli. Non è una questione di colori, appartenenza, di questa o quella squadra. O meglio, non dovrebbe esserlo. Sui social ognuno ha diritto di commento, like e quindi di interpretazione. E togliersi le fette di prosciutto del tifo dagli occhi non sarebbe male. Anche perché, poi, così facendo si riuscirebbe meglio a vedere che un po’ tutti la pensano così, al di là del momento di rabbia che ti fa dire «Guarda Reina quanto gode, è del Napoli» oppure «guarda gli juventini come rosicano». Non è così. O, almeno, non sempre. Perché un conto è dire “le favole sono le favole”, e quindi non credere nella totale ingenuità di Reina. Che è stato (pure) un paraculo. Un altro è dire che Pepe, effettivamente un ex giocatore del Bayern che ha esultato per un gol del Bayern, realizzato tra l’altro da un suo connazionale, l’abbia fatto solo per godimento antijuventino. E perché è un mediocre. 

Forse la pensa così pure un altro spagnolo, che nell’agosto del 2015 fece i complimenti ai suoi ex compagni dell’Athletic Bilbao dopo la vittoria nel preliminare di ritorno contro il Napoli. È un basco, oggi gioca nel Siviglia. Si chiamava, e si chiama, Fernando Llorente.

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