Una volta erano stemmi o scudetti, sono diventati nel tempo i crest. Inglesismi dilaganti a parte, è cambiato anche il senso: se prima erano legati ai tifosi, all’identificazione e alla radicazione più che al riconoscimento, oggi sono fondamentali veicoli di marketing. Pensati, ripensati e disegnati in base a quelle che sono le strategie comunicative della società, da veri e propri progettisti della grafica.
Il Napoli, dal fallimento, ha riveduto e corretto quello che da sempre è il suo stemma distintivo: una “N” racchiusa in due cerchi concentrici, oggi bianca su fondo azzurro chiaro. Il cerchio più esterno, invece, è di un azzurro più scuro. Il logo in uso oggi è stato adottato nel 2006, e rispecchia in pieno la tradizione del club partenopeo. C’è, però, qualcuno a cui non piace: il Daily Mail, infatti, ha fatto la lista dei 10 peggiori stemmi del mondo del calcio. Quello del Napoli apre la classifica, con queste motivazioni: troppo minimalista, mancante di riferimenti come una scritta o la data di fondazione, oppure un qualsiasi motto italiano. Viene identificato come un crest moderno e riconoscibile, ma che, semplicemente, non piace.
Il Napoli è in ottima compagnia in questa lista di club anti-design: ci sono il Wolfsburg, l’Amburgo, il New York Red Bulls, il Valenciennes e gli argentini del Newell’s Old Boys. E poi lo Zenith, che ha pensato bene di rispondere all’articolo del Daily Mail su Twitter. Così:
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.@MailSport Here are our ten worst newspaper badges ever. pic.twitter.com/vhTnlnxQnn
— ?? «?????» (@zenit_spb) 12 aprile 2016
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