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Sconcerti e l’assenza di Higuain: «Sarri giocava benissimo anche senza il Pipita»

Sconcerti e l’assenza di Higuain: «Sarri giocava benissimo anche senza il Pipita»

Ora che i venti di polemica più forti sono stati leniti dal tempo che passa, almeno fino al giudizio sul ricorso del Napoli, si ricomincia a parlare di calcio. Mario Sconcerti, dalle colonne del Corriere della Sera, analizza l’assenza di Higuain parlando di campo e di storia. E sottolineando, sostanzialmente, come nel campionato italiano un terminale offensivo assoluto e da record come il Pipita sia addirittura antitetico alla vittoria del titolo.

I precedenti, infatti, non sorridono al Napoli. Leggiamo: «Tutto cambia nella stagione 1952/53, quando Foni, tecnico dell’Inter, portò il calcio all’italiana nelle grandi squadre. Mise un’ala, Armano, a coprire tutta la fascia destra e spostò al centro Blason, raddoppiando i difensori. L’anno prima la Juve aveva vinto il campionato segnando 98 reti, il Milan due anni prima ne aveva segnate 107. L’Inter di Foni vinse segnandone appena 46. […] Da Allora, e sono passati oltre 60 anni, solo tre attaccanti hanno segnato 30 o più gol: Angelillo (33), Toni e Higuain. In nessun caso è arrivato lo scudetto, e nemmeno per i casi che più si sono avvicinati a quota 30: Cavani, Di Natale e Ibrahimovic nel Milan».

Precedenti che non fanno ben sperare i tifosi azzurri, e Sconcerti ne fa una questione genetica: «noi [italiani] preferiamo dividere i compiti, arrivare al prodotto completo attraverso la somma dei pezzi singoli, senza fare di un giocatore il terminale obbligato, Non dico sia giusto o sbagliato, dico che è il nostro modo di vedere il calcio. Abbiamo sempre privilegiato la squadra». Quindi, ora, anche Sarri è felicemente costretto a «trovare gol in più da Hamsik, Insigne, Mertens, Callejon, Gabbiadini, Allan, che valgono per statuto più dei gol che hanno segnato finora. Non è obbligatorio lo facciano, ma si può provare sapendo che è normale segnarli. In fondo Sarri l’anno scorso non aveva Higuain, e giocava benissimo lo stesso. Sono convinto lo sappia anche lui» 

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