Doetinchem è una cittadina anonima a due passi dal confine tra Olanda e Germania. Ora, però, ad Amsterdam e dintorni, come in tutta Europa, sanno benissimo che si trova dalla parte olandese della barricata. Perché ieri, questa città è diventata famosa a livello internazionale. Grazie alla sua squadra di calcio, il modesto De Graafschap. Venti stagioni in Eredivise, la Serie A olandese, un ottavo posto come risultato massimo. E nessun giorno di gloria: zero trofei. Poi, è arrivato ieri. Un giorno che l’intera Olanda del pallone farà molta fatica a dimenticare.
L’Ajax è la squadra regina del calcio olandese. Viene da un quartiere della capitale Amsterdam, ma è come dire la Juventus in Italia: un primato di vittorie, ma anche di carisma, progettualità, appeal internazionale. Le tre Coppe dei Campioni negli anni Settanta, Cruijff, la nuova affermazione negli anni Novanta. Poi, il ridimensionamento degli ultimi anni, fino a diventare squadra di terzo se non quarto ordine a livello continentale. Come dire: il declino del calcio olandese, che non andrà ai prossimi Europei, va di pari passo con quello dell suo club di traino. Che però, nel frattempo, ha vinto quattro degli ultimi cinque titoli nazionali. Ha perso l’ultimo, appannaggio del Psv, ma è pronto a rifarsi. Deve passare, per l’appunto, da Doetinchem e da una partita col De Graafschap. Roba che sembra segnata, almeno fino alle 14.30 di ieri.
Poi, succede che il calcio ti fa uno scherzetto incredibile e che una squadra già obbligata a partecipare ai playout giochi la partita della vita contro chi, forse, ha già la testa ai festeggiamenti del dopo-gara. Qualcuno, su Facebook, racconta di torte pronte negli spogliatoi, di trofei fatti sfilare assieme alla squadra e altre cose del genere. Forse leggende, forse no. Ma di certo, cose che non sono tanto lontane dall’atteggiamento che l’Ajax ha messo in campo, soprattutto dopo il bel gol del vantaggio firmato da Younnes poco dopo il primo quarto d’ora di gioco.
Era quello che serviva, del resto: all’Ajax bastava la vittoria, con i tre punti avrebbe reso inutile la contemporanea affermazione di un Psv che si presentava a pari punti alla vigilia dell’ultima giornata. La differenza reti sorrideva alla squadra di De Boer che anche con quell’uno a zero striminzito avrebbe portato a casa il titolo numero 34. Solo che, a volte, quello che serve non è abbastanza per stare tranquilli. Chi legge questo sito e tifa il Napoli, deve averlo più o meno capito nelle ultime giornate un po’ così della squadra di Sarri. Succede quindi che l’Ajax non chiuda la partita e che un calciatore che fino all’anno scorso ha giocato in Eerste Divise, la Serie B olandese, per una squadra di una città famosa solo per un trattato europeo (Maastricht), indovini il primo gol della sua carriera in massima divisione e faccia salire l’acqua alla gola dell’Ajax. Il De Graafschap ha pareggiato, 1-1. Il Psv, nel frattempo corsaro sul campo del PEC Zwolle, è momentaneamente campione d’Olanda.
L’ansia e la disperazione divorano l’Ajax che prova in ogni modo a riportarsi in vantaggio. Solo che siamo nel 2016: l’anno del Leicester, del Crotone, dell’Atletico Madrid contro Bayern e Barcellona. Di un Europeo che, a questo punto, Islanda e Albania devono iniziare a preparare per cercare la vittoria finale. Il De Graafschap non molla, anzi in contropiede sfiora pure il vantaggio. A Zwolle, i ragazzi del Psv festeggiano qualche secondo prima del reale triplice fischio di Doetinchem. Con loro, un uomo travestito da mascotte del club: esulta sotto il sole, dentro un costume che avrà portato la sua temperatura corporea molto sopra i 40 gradi. Festeggia accanto ai giocatori, ebbri di gioia per il più atteso dei trionfi.
L’Italia ha il 5 maggio dell’Inter, la Spagna ha i due titoli persi, nel 1992 e 1993, dal Real Madrid in casa del Tenerife. L’Inghilterra ha il Leicester che è una storia che basterà per millenni. Ora c’è l’Olanda con la storia incredibile dell’Ajax che voleva dedicare lo scudetto a Crujijff e che invece vede gioire, da lontano, i grandi rivali di sempre del Psv. Era già successo quest’anno, a ottobre: l’altra squadra “nemica” dei lancieri, il Feyenoord, li aveva eliminati dalla Coppa d’Olanda ed era arrivata fino alla vittoria finale. Il primo trofeo dal 2008 per l’ex squadra di Happel e Van Hoijdoonk. Presagi, forse, di un finale irripetibile e crudele. Ora, forse, anche i tifosi dell’Ajax sanno individuare Doetinchem sulla cartina.
PS: Sabato prossimo c’è Napoli-Frosinone. Questo piccolo racconto di cose reali è anche un modo per esorcizzare la scaramanzia.