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È meglio per il Napoli se la Juve prende Mascherano e Dani Alves

È meglio per il Napoli se la Juve prende Mascherano e Dani Alves

Mascherano e Dani Alves, Dani Alves e Mascherano. Una Juventus che si traveste da Barcellona, che rompe pure un po’ il suo schema di mercato tradizionale per votarsi a un qualcosa di diverso. A un qualcosa di più. Sì, perché quando una squadra come quella bianconera decide di acquistare due calciatori così è perchè ha un progetto nella testa. Che è uno e uno solo. Vincere la Champions League.

Marotta non ha confermato né smentito la doppia trattativa con il Barça. A questo punto, un’analisi su un’eventualità, comunque è vicina alla realtà, è d’obbligo. Anche perché scrivo per un sito che in qualche modo cerca di raccontare il Napoli e il calcio in modo critico. Quindi, quale migliore occasione per mettere insieme le due cose e raccontare criticamente quello che sarebbe un doppio colpo di mercato clamoroso? E, magari, farlo in funzione del Napoli e della sua prossima stagione? 

Siccome a me piace tanto andare controcorrente, non voglio toccarla piano. Anzi, voglio che crediate proprio che io abbia le traveggole. Perché voglio scrivere che questo colpo, in chiave campionato, è assolutamente benefico per il Napoli. Sul Napolista non ci capita mai di sottolineare le frasi dei nostri pezzi, questa volta ho voluto farlo. Perché una Juventus, questa Juventus, con Dani Alves e Mascherano, è una squadra che punterà senza mezzi termini e senza metri di paragone alla Champions League. Certo, anche a quello che sarebbe uno storico scudetto numero sei. Cioè, è già favorita d’obbligo pure in campionato, e con quei due califfi la quota scenderebbe vicina vicina all’uno. Però, una Juventus così è una squadra che punterà per forza, e principalmente, alla Champions League. Deve farlo. Principalmente vuol dire riservare il meglio di sé per le partite del martedì e mercoledì. Che non significa lasciar perdere il campionato, ma comunque vuol dire porre e soprattutto porsi obiettivi con ambizioni e priorità diverse.

È una questione di testa, ineluttabile. L’ha vissuta quest’anno il Napoli di Sarri, che è arrivato a febbraio da primo in classifica e ha fatalmente gettato via la possibilità di (stra)vincere l’Europa League contro squadre assolutamente alla portata (il Liverpool e il Siviglia non erano all’altezza degli azzurri); l’ha fatto la stessa Juventus di Conte nel 2014, quando sacrificò ancora l’Europa League sull’altare del record dei punti in campionato. L’ha fatto, al contrario, l’Inter di Mourinho nel 2010. Che vinse il campionato solo grazie a un incredibile suicidio della Roma, dopo che i giallorossi appaiarono e superarono i nerazzurri distratti dall’Europa. È una questione di testa, l’abbiamo detto. Puoi essere forte, fortissimo, ma qualcosa finisci sempre per pagarla se punti al massimo dei massimi in Europa. Soprattutto in Italia, dove le doppiette ad alto livello si contano su una mano e per i Triplete basta invece un dito. 

Quindi, come dire: ben vengano gli amici del Barça, a dare alla Juventus il giusto sprint di mentalità che finora è mancato per vincere non una coppa, ma “la” coppa. Una roba che, dalle parti di Vinovo, è una vera e propria ossessione. Ben vengano anche perché, alla luce della situazione economica del calcio italiano, un eventuale doppio colpo di questo tipo, senza cessioni illustri, bloccherebbe praticamente il mercato in entrata dei bianconeri. Che sono uno squadrone, certo, ma che quest’anno sono stati più volte aiutati, per non dire salvati, da prodezze individuali o da colpi di meritata fortuna. Dybala resterà anche l’anno prossimo, ma non può sempre togliere le castagne dal fuoco. O magari può anche farlo, ma non puoi contare solo su quello. Specie se, come pare debba accadere, l’altro jolly Morata lascerà Torino e sarà sostituito dal giovane Berardi. La Juve non ha accusato logorii di risultato, poi, soprattutto grazie all’impenetrabilità della difesa. Una difesa che però, l’anno prossimo, avrà un anno in più sulle spalle. Con Buffon a 39, Barzagli andante per i 36 e Chiellini già a 32. Con Bonucci a 29 e lo stesso Mascherano, difensore integrato, che corre spedito verso i 32. Roba di ferro, granitica, impenetrabile. Ieri. Forse anche oggi. Probabilmente anche domani. Però: mettici la testa alla Champions, un’età comunque non proprio verdissima a parte Rugani (ah, pure l’amico Dani Alves ha appena festeggiato i 33), un gioco comunque dipendente da Dybala, come quello del Napoli da Higuain, e un parco alternative cresciuto con Dani Alves al posto di Cuadrado e Mascherano al posto di qualcun’altro (Hernanes?). Numericamente, siamo lì. La qualità cresce, indubbiamente. Ma solo per un anno, perché poi anche l’età aumenta.

Ho le traveggole, forse sì. Però quella sottolineatura di cui sopra, la frase “in chiave campionato” deve in qualche modo essere uno sprone per il Napoli. Perché questi qui sono già fortissimi, quasi imbattibili. Però sono stati lì, accanto a te, dietro di te per buona parte del torneo. Per tutta la parte con dentro una Champions giocata con molti alti e pochi bassi. Poi sono usciti, e lì hai perso lo scudetto perché loro dovevano vincerlo. Bisogna essere intelligenti e fare il tifo perché vadano avanti, sempre, almeno fino alla finale. Perderanno qualcosa, devono perderla. Invecchiano anche loro, mentre noi siamo più giovani. Meno forti, ma possiamo crescere. Loro avranno probabilmente Mascherano e Dani Alves, e vogliono crescere tanto in un anno solo. Per poche partite, quelle che bastano a vincere la Champions. Un Napoli più maturo, meno distratto enei momenti chiave, che riesce a darsi e trovarsi alternative più varie, in campo e nell’organico, può portare avanti una buona Champions in allegria e un campionato da protagonista. È in grado di fare entrambe le cose, mentre loro saranno costretti dal blasone, loro e dei loro nuovi acquisti, a dare il massimo in Europa. E, magari, anche a considerare meno, anche se solo inconsciamente, il campionato.

Pensarla così è da matti, lo so. Lo riconosco. Però sabato in finale di Champions c’è l’Atletico, non il Barça. E l’Atletico, guarda caso, il campionato l’ha perso in casa del Levante già retrocesso. L’ha vinto il Barcellona.

Pensare poi che il Napoli avrebbe potuto prendere davvero (?) Mascherano, estate 2014, e poi rischiare di vederlo in bianconero, quello fa male davvero. Però quella è un’altra storia.

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